Arrivano i tagli all’energia verde
 











Potrebbe essere solo un episodio, ma potrebbe anche essere l’inizio di un “trend” europeo, ed è quello che temono i produttori di energie rinnovabili in Italia, il Paese più generoso nel finanziare questo settore. Ieri la Romania ha ufficialmente varato il decreto legge che taglia, retroattivamente, le provvidenze a suo tempo inserite nell’ordinamento per sostenere l’energia verde. Nel mirino soprattutto l’energia eolica, molto diffusa in Romania, per la quale vengono dimezzati i “certificato verdi”, che formano gran parte dell’effettivo rendimento). Ma la stessa norma verrà applicata anche al “mini-idroelettrico” ed al solare.
L’eccezionalità del provvedimento non deve sfuggire: è infatti la prima volta che uno Stato dell’Unione emana un provvedimento retroattivo di natura finanziaria che va a correggere in corsa gli effetti della propria legislazione su operatori di mercato che avevano contrattualizzato impegni di investimento a lungo termine
negoziando accordi bancari garantiti dagli effetti della legge stessa. Insomma, lo Stato si rimangia la parola data e i cocci li pagano le imprese…
Cosa accadrà dunque, in concreto, in Romania? La metà dei certificati che sono stati maturati finora non verrà pagata dallo Stato ma congelata fino al 2017 o addirittura al 2018, e per ora il decreto non rivela a quali tassi di rendimento verranno poi liquidati. In sostanza, un vero e proprio “prestito forzoso” operato sul tema scottante dell’energia verde da uno Stato aderente all’Unione europea (non ancora all’euro). Inutile dire quale sia stato l’effetto della norma: deprimere l’interesse degli investitori nonostante le notevoli risorse naturali del paese.
In Romania governa in questo momento una maggioranza di centrosinistra. “Abbiamo dovuto trovare un compromesso”, ha spiegato il premier Victor Ponta “per permettere agli investitori del settore delle rinnovabili di continuare a fare profitti ma non più a detrimento delle altre
industrie o dei proprietari immobiliari”, che avrebbero dovuto sostenere tagli e tasse se il governo non avesse ridotto l’esborso “verde”. Gli ha fatto eco il ministro dell’Energia Constantin Nita sostenendo che il precedente regime di incentivi “è il più generoso d’Europa” e ha un impatto negativo sui prezzi elettrici”.
Impossibile reprimere la sinistra associazione d’idee con il quadro italiano: dopo la Romania è infatti il nostro il Paese “più generoso” con i produttori di eneria verde. Nonché uno di quelli dove il kilowatt costa di più… Sergio Luciano,affaritaliani.it