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“Resistenza Italiana” raduna associazioni sovraniste sul problema della moneta |
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Cosa ne sarebbe di questa prigione costruita per ingabbiare i popoli se i pazzi avessero ragione? E se tutta l’Europa riuscisse a cambiare il punto di vista imposto dai media? Cosa ne sarebbe delle flebili certezze dell’uomo medio se riuscisse almeno una volta a sbirciare dietro al sipario ed intravedere il burattinaio? Ezra Pound aveva visto giusto, lo aveva fatto prima di tanti altri e lo dichiararono pazzo, e prima ancora di lui Abramo Lincoln, Thomas Jefferson, Benjamin Franklin. Del resto i nemici dell’uomo e dei popoli sono sempre gli stessi, ieri come oggi nulla è cambiato, e attraverso un complesso quanto malefico meccanismo controllano gli stati con l’inganno-truffa del debito pubblico, creano povertà, relativismo culturale, guerre imperialiste e morte. Quello che è certo e confortante è che la coscienza sociale inizia a farsi largo tra gli esseri pensanti e fuori dallo steccato culturale impostoci, si moltiplicano iniziative e dibattiti sull’inganno della moneta debito e sull’euro-truffa in tutta Italia e, spontaneamente, i cittadini liberi si riuniscono in associazioni e comitati. Il compito di questi è di sensibilizzare i concittadini dormienti, destarli dal sonno della ragione in cui sono finiti dopo decenni di linciaggio culturale e “impataccamento” mediatico, istruirli su quella che è, senza ombra di dubbio, la più grande truffa della storia dell’umanità. Segnali positivi a riguardo, ci arrivano da tutta Italia ed in particolare da Roma dove si è tenuto un convegno organizzato dal comitato “Resistenza Italiana” a cui hanno preso parte tante associazioni sovraniste provenienti da tutto il territorio nazionale. L’argomento non solo è di vitale importanza per il futuro del nostro paese, ma è anche l’unico che conti, a dispetto di ciò che ci raccontano i cotonieri dell’informazione e i nostri squallidi politicanti: la sovranità monetaria come presupposto assoluto e imprescindibile di ogni politica sociale ed economica. Sovranità, politica e monetaria, devono divenire il punto di partenza irrinunciabile di ogni azione politica e, ad ogni costo e senza più mezzi termini, devono assurgere a obiettivi di vita di ognuno di noi, prima di ogni altra cosa, prima del futile, del superfluo se veramente vogliamo che ci sia ancora un domani. La “decrescita felice” la chiamano i banksters; un piano di prosciugamento delle risorse umane, culturali, economiche e industriali perpetrato ai danni dell’Italia; uno svuotamento dello Stato e delle sue ricchezze che solo menti diaboliche potevano ideare. Il moderatore Rodolfo Bottiglione ha introdotto il discorso dell’esimio professor Nino Galloni, economista e professore universitario famoso anche per aver ricoperto diversi incarichi ministeriali. Galloni dopo aver illustrato i principali modelli economici si è soffermato su quello cosiddetto “aperto”, sponsorizzato dalla cricca mondiale degli usurai con l’appoggio omertoso di pseudo-intellettuali illuminati, pennivendoli ed economisti collusi, e che si sta dimostrando terribilmente efficace per la realizzazione del quel piano di decrescita anche in Italia. Tale modello non consente agli stati artatamente privati della sovranità monetaria, di poter far fronte a crisi di liquidità attraverso il meccanismo dell’immissione di contante e svalutazione della moneta, ma lascia come unica possibilità per gli stati più deboli, l’innalzamento dei tassi di interesse sui titoli di stato al fine di attirare investitori. Ma le previsioni sui titoli, dolosamente influenzate dalle agenzie di rating di proprietà delle stesse banche, divengono incontrollabili e innescano una spirale speculativa senza fine che fa schizzare il debito pubblico. Nella sostanza è un modello economico creato per essere un generatore di disperazione e indebitamento e di conseguenza permette alla finanza speculativa di mettere le mani sui patrimoni statali, aziendali e sui risparmi degli euro-cittadini. Consentire a poche famiglie di poter manovrare gli stati e influenzarne le politiche attraverso lo spauracchio di un default che, arrivati a questo punto, sarebbe solo una manna dal cielo, costringere gli stessi ad indebitarsi ulteriormente per pagare i debiti pregressi non potendo emettere moneta ma solo titoli di debito, questi sono solo alcuni dei paradossi economici della dittatura usurocratica. Ma ci ripetono in tv che dal gioco satanico del debito non si può uscire, non te ne danno la possibilità i serpenti della moneta debito, con l’aiuto dei loro servitori e commensali , non possono rischiare che l’Italia si sleghi da questo abominevole ricatto. Dell’attacco alla Repubblica Italiana e della sua deindustrializzazione programmata ha parlato anche Ernesto Ferrante, giornalista e redattore di Rinascita, il quale nel suo intervento ha rimarcato l’incredibile saccheggio dell’Italia avvenuto ad opera del predecessore e maestro di vita di Enrico Letta, e cioè quell’Andreatta che nel 1981 in religioso ossequio delle direttive impartite dalle lobbies anglosassoni, sancì l’accordo scellerato che portò alla separazione tra Banca D’Italia e Tesoro, mettendo così il nostro debito pubblico sul mercato speculativo e fuori da qualsiasi controllo statale. Quella data segna l’acuirsi dell’attacco ai poteri dello stato e alle sue eccellenze industriali, attacco iniziato con gli omicidi di Enrico Mattei ed Aldo Moro e continuato con le stragi di stato e il terrorismo bicolore, fino ad arrivare alla totale apostasia e abdicazione dello Stato italiano dei giorni d’oggi a favore del club bancario. Interessante anche l’intervento di Franco Trinca che ha toccato lo scottante tema degli ogm e di come questi insieme a tutta una serie di agenti chimici climatici e medicinali volutamente dannosi per la salute in quanto cancerogeni, contribuiscano a quel piano diabolico di riduzione della popolazione mondiale ai 500 milioni di individui, così come previsto e apertamente dichiarato dai fautori del nuovo ordine mondiale. Degna di essere menzionata anche la relazione del passionale Danilo Calvani dell’associazione Dignità Sociale, tra i principali animatori dell’iniziativa insieme ad Alessio Provaroni, il quale ha raffigurato il punto di vista degli agricoltori strozzati da una crisi che non risparmia le nostre campagne, con una agricoltura ormai in stato comatoso e sottoposta al ricatto dalle multinazionali del seme. Calvani, noto per le sue coraggiose battaglie contro i metodi vessatori di Equitalia, ha dimostrato di avere ottime capacità di mobilitazione ed aggregazione. Sono intervenuti al dibattito anche Stelvio Dal Piaz di Unione Per Il Socialismo Nazionale ed Emanuele Campilongo di Asso di Picche. Ha chiuso la conferenza con una provocazione Orazio Fergnani, il quale ha proposto di mettere in circolazione “cambiali sociali” come titolo di pagamento da sostituire alla moneta portatrice di debito. L’idea parte dal concetto che la “moneta”, in quanto da anni non più convertibile in oro, sia stata ridotta a misura del “valore” e non “valore” stesso. In pratica l’Euro è soltanto una convenzione mutualmente, tacitamente e diffusamente condivisa, emessa dalla BCE che ce la presta usurariamente aumentando ogni giorno il nostro privato e il nostro pubblico debito; ma nulla vieta al popolo, dal basso, di riappropriarsi del suo personale diritto di emissione attraverso la cambiale, così come stabilito dalle norme codicistiche. “Potrete ingannare tutti per un pò. Potrete ingannare qualcuno per sempre. Ma non potrete ingannare tutti per sempre”, disse un tale Abramo Lincolm, presidente degli Stati Uniti d’America, già allora come oggi, minacciati dalla perfidia dei banchieri. Antonio Casolaro |
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