In piazza il dolore dei dimenticati
 











Lo slogan della manifestazione č forte e lacerante: “Vi troverete vis a vis con la vergogna!”.
Gli avvocati delle cause perse e le anime belle delle battaglie da copertina inutili, probabilmente, nemmeno sapranno che č in programma, per cui provvediamo noi a colmare questa loro grave lacuna. Stamane, dalle ore dieci e mezza, davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze, urleranno il proprio dolore i paralizzati in carrozzina, con respiratori e salvavita, provenienti da ogni parte d’Italia, armati solo della dignitÜ offesa e del diritto di ogni persona, disabile o abile, a vivere la propria dimensione nel miglior modo possibile. Si va in piazza per chiedere assistenza, sostegno economico e libertÜ di accesso alle cure.
La nota stampa diffusa ć forte e inchioda i “distratti” contabili delle istituzioni, quelli del rigore a tutto spiano quando si tratta di diritti e servizi sociali, alle proprie
responsabilitÜ. Sono circa tre milioni i cittadini italiani di ogni etÜ menomati da disabilitÜ, impediti a lavorare, studiare, crescere e vivere. Cancellati dai programmi politici, esclusi dai dibattiti, assenti in ogni riforma: il loro diritto alla vita resta solo nei buoni propositi e negli articoli della Costituzione.
Colpiti da malattie devastanti, la parte piů debole ed esposta del popolo italiano. Dimenticati con le loro famiglie da tutti, ma non dalla disoccupazione, dalle tasse che comunque devono pagare con pensioni da fame. Con qualcosa in piů: sofferenza fisica e morale, la morte per mano, l’indifferenza di chi potrebbe ma non fa, la dignitÜ negata.
Il Comitato “16 Novembre” rifiuta di accettare passivamente “questo ignobile silenzio e proprio loro, i piů deboli della societÜ, grideranno meglio di chiunque altro quali sono i bisogni ma anche gli sprechi, gli abusi, cosa ć inutile e quanto č necessario fare per cambiare un sistema che non funziona,
presentando un progetto per riformare il Sistema Assistenziale, realizzabile, sperimentato, in linea con la tenuta dei conti, e con la dignitÜ di chi, senza colpa alcuna, ć costretto a vivere con una grave disabilitÜ”. Il Presidente della Federcontribuenti nazionale, Marco Paccagnella, evidenzia il coraggio con cui queste famiglie affrontano il silenzio delle istituzioni, i problemi pratici legati alla gestione quotidiana dei propri familiari paralizzati, lo stato d’animo che li accompagna tra rabbia, paura e voglia di rifiutarsi di accettare “questo trattamento inconcepibile”. “Dov’č la moralitŕ,l’etica, lo Stato che viene meno in ogni situazione grave?”, si chiede Paccagnella. “I disabili gravi, conclude il presidente di Federcontribuenti, hanno diritto ad una adeguata pensione, che possa permettergli le cure e l’assistenza necessaria, ma anche di mangiare e pagare le bollette. Hanno diritto di accedere a cure, anche sperimentali, perchč chi ogni giorno sfida la morte che ha diritto di scegliere come combatterla”.Ernesto Ferrante