Il lato nascosto del fotovoltaico Una risorsa diventata emergenza
 











La risorsa è diventata un’emergenza. La scommessa rischia di essere già una sconfitta. L’energia fotovoltaica ha un lato nascosto, quello non esposto al sole, meno attraente. Un lato che la Puglia (primo produttore di energia fotovoltaica in Italia: 33mila impianti fotovoltaici per 3.250 megawatt, il 10 per cento della produzione nazionale) sta cominciando a conoscere.
Dal 2010 in tutta la Regione, dal Gargano al Salento, c’و stato un boom di installazioni: a spingere gli imprenditori و stato senza dubbio la possibilitـ di ottenere energia (pulita) a prezzi minori. Ma poco dopo invece si sono accorti che si trattava semplicemente di un business. Grazie agli incentivi governativi ed europei, e l’assicurazione di intascare per 25 anni i cosiddetti certificati verdi, و stato chiaro sin da subito che l’investimento sul fotovoltaico era prima di tutto finanziario. Capitale garantito e guadagno a medio termine assicurato,
in percentuali che nessun altro tipo di operazione era in grado di assicurare. Ecco quindi che in Puglia sono cominciati ad arrivare e a investire non i piccoli imprenditori ma i grandi fondi di investimento finanziari internazionali: portoghesi, americani, cinesi ma anche le strutture opache con sedi tra Lussemburgo e le Isole del canale, per motivi fiscali. Negli affari sono spuntate societـ legate a politici di destra e di sinistra ma anche aziende, come testimoniano le inchieste delle procure antimafia di Bari e di Lecce, vicine a esponenti della criminalitـ organizzata.
I soldi per investire dunque c’erano. Il vero problema era il reperimento di terreni, dove installare i pannelli. Problema risolto perْ velocemente: davanti a proposte di fitto importanti, dal Gargano al Salento, in tutta la Regione i contadini hanno a buon cuore deciso di abbandonare piantagioni ventennali e "riconvertire" in pannelli solari assai pi convenienti. "L’affitto
medio  -  spiegano i finanzieri  -  è di seimila euro al metro quadrato". Che c’entra la Guardia di Finanza? Il business complessivo supera il miliardo di euro. E come tutti i grandi affari, anche il fotovoltaico ha attirato le attenzioni criminali. Nel 2010, quando era diventata chiara l’operazione speculativa, la Regione Puglia ha incominciato a bloccare i primi grandi investimenti per motivi ambientali. "La presenza imponente di pannelli  -  aveva denunciato in una relazione l’Agenzia regionale per la protezione ambientale diretta dal professor Giorgio Assennato  -  sta provocando rischi idrogeologici, stravolgimento della flora a causa delle zone d’ombra provocate dai pannelli, danni al microclina, alla fauna e al sistema elettromagnetico. Esisteva un problema poi di natura paesaggistico con i pannelli che avevano insidiato anche zone importanti da un punto di vista storico e paesaggistico.
La Regione ha quindi cominciato a bloccare
i progetti. Ma è stato trovato l’inganno. Le autorizzazioni rilasciate dagli uffici centrali riguardano i grandi parchi. Non i piccoli, quelli a uso domestico e composti giusto da un paio di pannelli. Per quelli, bastano le autorizzazioni dei Comuni. Ecco quindi  -  hanno scoperto le forze di polizia  -  che i parchi hanno cominciato come per miracolo a frazionarsi. Invece che un’autorizzazione unica ecco duecento, trecento richieste gemelle per i singoli pannelli. "Abbiamo trovato domande di autorizzazioni, pur se presentate da societـ formalmente diverse, che invece erano identiche nel contenuto, nella forma, persino nel tipo di caratteri utilizzati per scrivere al computer e addirittura con gli stessi refusi. Era chiaro fossimo in presenza di un trucco", spiegano i carabinieri del Noe che stanno sequestrando le strutture. L’ultimo parco و grande 12 ettari e vale di 200 milioni di euro. E rappresenta l’ultima frontiera della beffa di questo miraggio del fotovoltaico: per interrompere "l’ingiusto profitto" i carabinieri hanno dovuto staccare l’attacco con l’energia elettrica di questi pannelli. In sostanza ora non servono più a nulla. "Il terreno perْ و stato sfregiato, i pannelli sono abbandonati e pericolosi: il silicio و un rifiuto speciale ad alto rischio. Come si smaltiscono?" chiedono i cittadini, chiudendo questo pericoloso e costosisssimo cortocircuito ambientale. Giuliano Foschini,repubblica