Un anno di spettacoli da non mancare
 











Quando anni fa Geppy Gleijeses prese in mano la conduzione del Teatro Quirino di Roma, situato nel salotto buono della capitale, poteva anche apparire una sfida.
Un attore raffinato, elegante, che aveva dato prove di qualita con un repertorio che poteva spaziare da personaggi classici a quelli piu attuali: insomma un animale da teatro, avrebbe saputo portare ai perduti fasti una istituzione che sembrava incamminata sulla via del tramonto?
La risposta e di quelle che allargano un sorriso sulle guance di chi crede nel valore di riscatto della cultura: trend in continua ascesa del pubblico che oggi ha quasi raggiunto gli 8000 abbonati, affascinati da un cartellone di alto livello con nomi e titoli tra i piu interessanti e vari, un teatro/salotto con un’accoglienza sempre calda, affettuosa e stimolante.
Un teatro che funziona h.24, con il Bistrot sempre aperto, i libri che attendono lettori curiosi, la musica in vinile e i film d’epoca pronti
per appassionati fruitori.
Questo, malgrado le difficolta dei tempi, la perdita di speranza, la difficile ricerca di vie d’uscita da una crisi non solo economico/finanziaria, che abbraccia la nostra societa come il nostro privato, davvero presa con troppa leggerezza per lunghi anni da chi doveva preoccuparsene e i cui nodi sembrano giungere al pettine tutti assieme.
Geppy Gleijeses affida saggiamente al Teatro quella funzione terapeutica che, mentre guida la mente e la risveglia imponendole di pensare, motiva la ricerca di valori alti; una funzione che il teatro ha sempre avuto nel corso dei millenni ma che sembrava appannata dai recenti eventi.
Con questo progetto, Gleijeses costruisce un cartellone, significativo gia dal titolo: "Una Nuova Stagione", forte di 14 opere che spaziano a trecentosessanta gradi sui vari linguaggi dello spettacolo.
A cominciare da quello classico, attesissimo dal pubblico come lo spettacolo d’apertura "Mastro don Gesualdo" di Giovanni Verga, il
13 ottobre, gia cavallo di battaglia di un grande del teatro come Turi Ferro, oggi riproposto da Enrico Guarneri. L’opera e una sorta di metafora sul desidero mai soddisfatto, sul senso di appartenenza frustrato dall’ambizione, sull’impossibilita di accedere ai sentimenti in virtu del solo benessere economico.
Mastro Don Gesualdo, composto in sette lunghi anni di meditazione, a partire dal 1881, giu nel titolo anticipa tutto cio: per la nobilta, anche se decaduta, con la quale si e imparentato (siamo nella Sicilia della prima meta dell’800, in periodo risorgimentale), Gesualdo di Vizzini e un Mastro, con una nota di spregevolezza nel titolo, ma per coloro che lo hanno conosciuto poverissimo e intrepido ad affrontare la scalata al successo economico e alla ricchezza, e ormai un Don. Secondo romanzo che illustra il " Ciclo dei Vinti", Mastro don Gesualdo assieme ai Malavoglia e il capolavoro che da origine al Verismo, corrente letteraria nostrana che traduce il Naturalismo francese di
un Zola.
Ancora un personaggio vibrante, protagonista di uno di quei vizi universali, oggi sbiaditi, l’avarizia, tragico-comico e maledetto e Arpagone nell’Avaro di Moliere, affidato alla verve comica di Lello Arena. Sara in scena dal 15 al 27 ottobre, prodotto da Bon Voyage.
A novembre la comicita deliziosa di Marisa Laurito dara vita alla protagonista de "La Signora delle Mele" , testo tradotto per la scena da Riccardo Manao dall’originale novella "Madame la Gimp" di Damon Runyon.
Una favola sulla bonta e sui buoni sentimenti che e stata tradotta da Frank Capra in un capolavoro dal titolo "Angeli con la pistola" con una straordinaria Bette Davis, nel ruolo della vecchia boss dei ladri di New York e lo Sciccoso impersonato da un fascinoso Glenn Ford con uno stuolo di caratteristi di prim’ordine fra cui Peter Falck, poi famosissimo "Tenente Colombo".
La commedia si avvarra delle musiche di Nicola Piovani su testi originali di Vincenzo Cerami.
Un traghetto per un dicembre
ricchissimo lo offre una edizione de La Locandiera, capolavoro di Goldoni, la cui protagonista, Mirandolina, e una imprenditrice d’oggi, ed anche l’emblema della donna furba ma onesta, capace di amare e di farsi rispettare. Spettacolo affidato alla deliziosa Nancy Brilli con un bel cast, che ha le scene di Alessandro Chiti, i costumi di Nicoletta Ercole e la regia di Giuseppe Marini. Ancora dicembre vede in scena fino al 15 "Zio Vanja" di Anton Cechov, uno spettacolo di prim’ordine con Sergio Rubini, Michele Placido e la regia di Marco Bellocchio.
E ancora a dicembre, ecco il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con "Hedda Gabler", di Ibsen, con Manuela Mandracchi, le musiche di Germano Mazzocchetti e la regia di Antonio Calenda. Tutte le feste vengono traghettate da "Sogno di una Notte di mezza sbornia", tratto da Luca De Filippo da una commedia di Eduardo, cui seguira il capolavoro di von Kleist "La Brocca Rotta" con Paolo Bonacelli, Patrizia Milani e Carlo Simoni per la regia
di Marco Bernardi. Al Teatro Quirino c’e spazio anche per chi ama l’operetta. Proposta dalla Compagnia Nazionale d’Operette di Aldo Morgante e Franco Zappala con musica dal vivo, ecco Cin Cin la, capolavoro di Virginio Renzato su testi di Carlo Lombardo. Mentre prosegue la stagione con grandi attori, come Franco Branciaroli per testi di spessore come "Il Teatrante" di Thomas Bernhard, o la fortunatissima commedia di Oscar Wilde "L’importanza di chiamarsi Ernesto" con Geppy Gleijeses, protagonista e regista, Marianella Bargilli e con la partecipazione di Lucia Poli, o una prova d’attore di Caterina Murino con "Pazza" di Tom Topor.
Divertimento assicurato con "Boeing Boeing" ,peripezie amorose in due atti di Marc Camoletti, testo premiato con Award 2008 come miglior revival anni ’60 .
E per chiudere il cartellone, "Parole Incatenate" di Jordi Galceran, un thriller, genere poco frequentato nei nostri teatri, ma di gran successo altrove, una novita assoluta messa in scena da Luciano
Melchionna con Claudia Pandolfi e Francesco Montanari. Franzina Ancona