A Mosca si parla di gas
 











Si e aperto ieri a Mosca il II Forum dei Paesi esportatori di gas. Il capo di Stato russo Vladimir Putin ha ricevuto alcuni dei leader di questo cartello: dal venezuelano Nicolas Maduro, al presidente iraniano uscente Mahmoud Ahmadinejad.
Il Forum, infatti, e un organismo che integra i principali produttori di gas nel mondo: Algeria, Bolivia, Brunei, Egitto, Guinea Ecuatoriale, Indonesia, Iran, Libia, Malesia, Nigeria, Oman, Qatar, Russia, Trinidad e Tobago, Emirati Arabi Uniti e Venezuela. Il capo del Cremlino ha aperto il vertice affermando che "La nostra priorita e quella di assicurare stabili forniture ai mercati globali in una prospettiva di lungo termine", sottolineando la necessita di potenziare le relazioni e la cooperazione tra le nazioni che integrano il Forum allo scopo di proteggere gli interessi dei loro popoli e in difesa delle loro risorse naturali. "Sono convinto della necessita di sostenere una relazione piu stretta e mostrare
piu sforzi per proteggere gli interessi dei Paesi che stanno esportando questo tipo di energia ecologica" , ha affermato il presidente russo durante la cerimonia di inaugurazione. E importate, ha continuato Putin, "elaborare una strategia politica dei prezzi del gas, per evitare la volatilita degli stessi prezzi, renderli piu trasparenti e migliorare la relazione, ora che la domanda e il consumo generale di gas stanno diventando piu alti in relazione a quelli del petrolio". A questo riguardo Putin ha spiegato che secondo la Agenzia Internazionale dell’Energia il consumo di gas si incrementera lentamente col passare degli anni. "L’AIE ha reso noto che entro l’anno 2018 la domanda crescera di un 16 per cento, fino ad arrivare a quattro trilioni di metri cubi. Per questo e necessario che noi produttori di gas agiamo con responsabilita e raggiungiamo la stabilita". I richiami di Putin rispecchiano la difficolta dei fornitori di gas.
L’attuale situazione nel mercato del gas non e infatti
loro favorevole: l’offerta di gas supera di gran lunga la domanda. Sergej Kuprijanov, rappresentante ufficiale della Gazprom, alla vigilia del summit aveva annunciato che al centro del Forum ci sarebbe stata regolarizzazione dell’accesso al mercato del gas. In Europa, infatti, per le compagnie del gas e sempre piu complesso operare, con le continue pressioni perche vengano abbassati i prezzi o perche venga consentito a terzi l’accesso ai gasdotti. E una politica che punta a non far diventare i Paesi dell’Ue dipendenti dalle forniture russe attraverso progetti di diversificazione degli approvvigionamenti: la Commissione Europea aveva progettato la realizzazione del Corridoio Meridionale, un fascio di gasdotti che avrebbero dovuto portare entrambi il gas dall’Azerbaijan direttamente in Europa attraverso due percorsi, quello del Nabucco e quello del Gasdotto Trans Adriatico-TAP. Il Nabucco e naufragato. Resta il gasdotto che arrivera in Italia dalla Grecia via Albania, il TAP, compartecipato dal colosso norvegese Statoil, dalla compagnia svizzera AXPO, e dalla tedesca E.On. Di contro la Russia, per ovviare agli sgambetti dell’Ue, ai primi di giugno ha aumentato le forniture della Gazprom a Italia, Germania e Francia, diminuendo il prezzo del gas per ENI, Wintershall e Suez Gaz de France. In questo quadro il Forum di Mosca punta a garantire un mercato stabile. Leonid Bochanovskij, segretario generale dell’Unione dei produttori di petrolio e gas della Russia, ha affermato che i partecipanti al summit sostengono per questa ragione il bisogno di legare il prezzo del gas a quelli del settore petrolifero e di concludere accordi a lungo termine per le forniture di gas.
Il metodo di operare dei paesi del Forum degli stati esportatori di gas e diverso da quello dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) nella quale si concordano le quotazioni, cosa che non accade  nel settore del gas e che implica quindi la necessita di trovare altre forme
di coordinamento. Da qui l’esortazione di diversi capi di Stato, a partire proprio da Putin, a legare i prezzi del gas a quelli del petrolio e a difendere i contratti di lungo periodo che vincolano i clienti a una specifica formula di prezzo per decennio. Anche il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha suggerito ai paesi esportatori, "un prezzo giusto del gas che sia associato all’evoluzione del prezzo del petrolio e allo sviluppo sostenibile in armonia con la Madre Terra". Affermazioni non certo casuali, visto che la Bolivia ha segnato un nuovo record in materia di esportazione di gas verso Brasile e Argentina nei primi cinque mesi del 2013:  tra gennaio e marzo sono aumentate del 21 per cento rispetto allo stesso periodo del 2012, con una media di 45 milioni di metri cubi al giorno.
Durante il Forum, Morales ha raccomandato di "dare continuita alla politiche che alimentano lo sviluppo del gas", visto che questo combustibile naturale, in virtu delle sue caratteristiche
chimico-fisiche, e considerato tra le fonti di energia piu pulite attualmente accessibili, producendo in fase di combustione una minor quantita di inquinanti atmosferici rispetto agli altri combustibili fossili. Un dato evidenziato anche dal presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, il quale ha affermato proprio ieri che il Forum "e uno dei sogni del Comandante Chavez, costruire una organizzazione capace di ergersi a difesa del gas e dei paesi che lo possiedono, difendere la commercializzazione e l’esportazione di questa risorsa naturale rinnovabile e esauribile, che deve avere la giusta attenzione perche e una fonte pulita di energia per i popoli". Il presidente ospite, Vladimir Putin, ha in programma per oggi, secondo e ultimo giorno del Forum, di condurre degli incontri bilaterali con i rappresentanti degli Stati membri. La visione che verra concordata e le argomentazioni avanzate sulla situazione del mercato del gas verranno riportate nella dichiarazione finale di questo secondo summit, che verra presentata al prossimo G20 di San Pietroburgo in programma per settembre prossimo. Alessia Lai