Chi ha distrutto l’economia nazionale
 











Sulle rivelazioni del Financial Times che hanno stracciato il velo sulle operazioni di "finanza usuraia" messe in atto dalla banda dell’euro italiana per far partecipare anche Roma alla nascita della stolta "moneta unica", come d’obbligo e stato calato prontamente il sipario.
Al massimo la Grande Informazione ne fa’ cenno sui media ancora di sfuggita, relegando lo scandalo come parte delle polemiche di una Gran Bretagna contraria all’Unione monetaria europea (ma che ha, aggiungiamo noi, i suoi membri-controllari in seno alla Banca centrale europea...).
Guai, infatti, qui da noi, a turbare, a criticare, gli Amato, i Ciampi, i Prodi, i Draghi... i Monti.
Sono, loro, delle "persone d’onore" e il loro malgoverno, al massimo puo essere ritenuto una "svista".
E poi... cosa conta, cosa mai puo contare il fatto che nel 2012 - ieri - il governo precedente, appunto quello dei professori, abbia utilizzato il torchio fiscale e ridotto l’economia
italiana alla rovina per saldare il debito di oltre 2 miliardi e mezzo di euro - senza minimamente rinegoziare, almeno, i tassi di usura - contratto con la Morgan Stanley diretta dal pargolo del presidente del Consiglio in carica?
E cosa puo mai contare che sempre l’anno scorso siano stati "ristrutturati" - loro dicono cosi - (con lo stresso metodo salva-usura) otto contratti di titoli derivati con banche straniere per un valore di debito-capitale di 31,7 miliardi di euro?
Quisquilie.
All’epoca, nel 1999, Mario Draghi era gia asceso alla Direzione generale del Tesoro, mentore Ciampi. E aveva dato estrema buona prova delle sue doti "finanziarie", diventando l’uomo all’Avana della speculazione nazionale e internazionale che aveva fatto man bassa delle maggiori imprese strategiche italiane, dall’energia alle telecomunicazioni, dalla siderurgia ai trasporti. Gia: "la grande svendita" di pezzi di economia reale che, da allora, sono diventati o rottami o fonte di ricchezza privata
altrui.
Certo non e stato il solo Draghi, il Distruttore. La partita per portare al collasso la produzione industriale italiana avanzata era stata aperta dal fiero Andreatta. Ciampi (e Dini) avevano poi messo le loro buone cure per far svalutare la lira sotto i colpi del "finanziere-mecenate" Soros. E questi era stato poi premiato con una laurea honoris causa dal suo mentore Prodi, non a caso il gia presidente di quell’Iri che aveva diligentemente prosciugato e di fatto abolito per "osservare" i comandamenti dell’eurocrazia, in particolare di quel van der Miert che volle fortissimamente eliminare la siderurgia italiana dalla sua posizione dominante.
Repetita juvant. u.g.