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Datagate, Monti colpevole |
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-Il governo chiarisca i rapporti Italia-Stati Uniti, su cui per ora non ha detto in realta niente. E faccia luce sulle intese con cui, in virtu di un decreto Monti, i servizi segreti italiani possono mettere le mani sui nostri dati gestiti dalle societa telefoniche e non solo>. Stefano Rodota, ex Garante della Privacy, uno dei massimi studiosi italiani in tema di diritti e liberta, interviene con durezza sul cosiddetto datage e sull’impatto di questa vicenda nel nostro Paese: <Fatto gravissimo, anche se dovessero essere davvero solo metadati quelli raccolti a strascico dalle intelligence americane. La quantita di metadati tracciati - chi ha chiamato chi e quando, per esempio - ha raggiunto volumi cosi grandi da rivelare comunque troppe informazioni su identita e abitudini delle singole persone> Il caso Prism e datagate si approfondisce. Che cosa la colpisce di questi ultimi sviluppi? <Mi colpisce che sia emersa una sorta di divisione di lavoro tra europei e americani. I primi non hanno le risorse per fare l’intelligence e quindi la appaltano agli americani. In cambio questi possono interferire con gli Stati europei. E’ da vedere se ci sono intese formali e ufficiali. Ma la reazione del governo italiano e dei Garanti privacy europei sono state finora molto deboli. Sbaglia chi non si sorprende di tutto questo: e avvenuto un cambio di scala rispetto alle precedenti intercettazioni. Ci sono due problemi ormai>. Quali? <Chi ha sovranita su questa materia? L’Europa ha perso sovranita sui dati dei propri cittadini, come gia l’ha persa sulla finanza. L’altro problema e interno: le intese tra i servizi segreti e le societa telefoniche che forniscono loro informazioni. Il decreto Monti che consente questi accordi sembra non sia stato sottoposto al parere obbligatorio ma non vincolante del Garante e quindi potrebbe essere impugnato. Il parere e un modo per rendere almeno visibile la questione all’opinione pubblica e al Parlamento. Colpisce che nessuna delle forze politiche che hanno sostenuto il governo Monti sia stata sfiorata dalla gravita e dall’enormita del decreto>. Come si puo contrastare questa deriva della privacy? <Ci sono diverse strategie possibili. Una e politica. L’Europa Unita sta permettendo al governo Usa e alle sue multinazionali di violare i principi che ancora proteggono i cittadini europei. E’ il frutto di una sudditanza nei confronti degli Usa: culturale, oltre che politica ed economica. Eppure, siamo la regione del mondo che e giunta ad affermare le maggiori garanzie per i dati personali, nella Carta fondamentale dei diritti per esempio>. E come invertire questo processo? <L’Europa si batta per un’intesa internazionale che almeno protegga i diritti esistenti. Un’altra strategia e rafforzare i poteri dei cittadini. Nel nuovo regolamento che dovra sostituire (si prevede nel 2014, ndr) le norme europee sulla privacy risalenti al 1995, si parla di diritto all’oblio (con cui l’utente puo ottenere la cancellazione dei propri dati presenti sul web) e diritto a rendere silenzioso il chip (possibilita di interrompere in ogni momento il trasferimento dei propri dati ad altri soggetti). Ma e importante anche affermare, nelle norme, l’opzione "Do Not Track", con cui l’utente puo impedire che venga tracciata la sua navigazione web a scopi di marketing. Sono tutte strategie praticabili con gli strumenti esistenti e se non sono gia attuate e perche prevalgono altri interessi sui diritti fondamentali delle persone>. Ma come contemperare i diritti con altre esigenze? <Applicando alcuni principi, peraltro pure questi gia affermati in normative europee. Principio di necessita: usare il tracciamento elettronico solo se soltanto in questo modo e possibile ottenere determinati risultati. Principio di proporzionalita: davvero ho bisogno di usare la rete a strascico per trovare un terrorista o un evasore fiscale? Forse e possibile ottenere lo stesso risultato senza comprimere diritti delle persone. Infine, un principio che si trova nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo: usare solo misure compatibili con i caratteri democratici di un sistema>. Che cosa si rischia con la sempre piu sofisticata profilazione delle nostre attivita in Rete? <Che la costruzione dell’identita personale sia sottratta alla liberta delle persone. Gia ora non sei piu quello che dici di essere, ma sei quello che Google dice di te. Inoltre, dai dati raccolti i sistemi arrivano a prevedere quello che farai e vorrai. C’e un forte pericolo di discriminazione sociale. Lo Statuto dei lavoratori nel 1970 vieta ai datori di raccogliere le opinioni politiche e religiose del lavoratore: non per un astratto principio di privacy, ma per proteggere l’uguaglianza. Cioe per evitare le discriminazioni e quindi l’obbligo di conformarsi a criteri di normalita. Ma ci sono gli stessi rischi se la raccolta di dati avviene sugli utenti. Se si rivela che sono un cattivo consumatore, potrei avere problemi ad accedere al credito, per esempio. Se il frigorifero intelligente memorizza quanto alcool ho comprato, potrebbe bollarmi come un alcolizzato e quindi penalizzarmi presso la Sanita pubblica...anche se magari ho solo l’abitudine di invitare tanti amici a cena. Tutte pratiche che, in definitiva, contrastano con il diritto costituzionale a sviluppare liberamente la nostra personalita>.. Alessandro Longo,l’espresso
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