Quel che resta del Ribelle
 











"Il ribelle e deciso a opporre resistenza. Il suo intento e dare battaglia, sia pure disperata." Cosi inizia la canzone "R.S.I." dei Dodicesima Disposizione Transitoria.
Anche Ernst Junger ne da una definizione: "Il Ribelle non e un soldato. Non conosce le forme della vita militare ne la sua disciplina. La sua vita e contemporaneamente piu libera e piu dura della vita militare. I Ribelli vengono reclutati tra quanti sono decisi a lottare per la liberta anche in condizioni disperate".
Il "Devoto-Oli", alla voce "ribelle", reca scritto: "[...] 2. Estens. Insofferente di ogni autorita, soggezione, imposizione".
Mohandas Karamchand Gandhi, il paladino della non-violenza e della disobbedienza civile, soleva dire: "Even if you are a minority of one, the truth is the truth (trad. "Anche se sei la minoranza, la verita e la verita", ndA) e poi: "Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. Prima ti combattono, poi ti deridono, poi tu vinci".
La
necessita di Vladimir Ul’yanovic Lenin? "Bisogna preparare uomini che consacrino alla Rivoluzione non solo le sere libere, ma tutta la loro vita."
Berto Ricci profetizzava un giorno in cui avrebbero trionfato quelli che tradizionalmente sono "i derisi e i malvisti".
Sicuramente quando si dice "ribelli nella Storia" qualcuno potra pensare con cognizione di causa ai Legionari di Fiume, quella "compagine strana" (cit. Ianva) che il 12 Settembre 1919 mosse alla volta di "Tersatica" sotto l’egida del Poeta-Soldato Gabriele D’Annunzio, e conseguentemente a quelle personalita caratteristiche come Keller e Comisso.
Ma davvero, come si dice, "gli eroi immortali sono tutti morti"?
Niente affatto. Esistono ancora Ribelli veri, proprio come le frasi dei pensatori del passato sopraccitate descrivono, e sono sia uomini sia donne.
Essi non vogliono adeguarsi in alcuna maniera ai diktat imposti dalla societa consumista che li vuole automi di un mondo che non e il loro.
Li si
riconosce perche sono un po’ "persi" in quello che considerano il proprio mondo, che quindi coincide con un’epoca storica e valoriale che ormai sta solo sui libri; a un aperitivo in centro preferiscono passare ore in una biblioteca/libreria che magari offre pure volumi antichi ed introvabili, si dedicano al collezionismo e a chi da loro impropriamente di "sfigati" e magari li insulta perche non sono come li si vorrebbe o non rispondono, o si sfogano in un modo piu "pacifico" ma ugualmente deleterio (spesso piangono da soli, magari di sera, quando il caos si e assopito), oppure, quando non ce la fanno piu, rispondono a male parole.
Spesso fisicamente non corrispondono ai canoni della societa, ma al contempo non vogliono cadere nello stereotipo "bello e ignorante" vs "brutto/trascurato-intelligente", semmai recuperano l’ideale greco del "kalos kai agathos", ovvero "bello e valente", quindi cercano un’armonia fra le due cose. Come direbbe il poeta Carducci: "Disgraziati quei popoli che
non sanno conservare dignita nella sventura". Onore a queste persone, sia uomini sia donne che, alla Longanesi, "hanno torto oggi per avere ragione domani". Sofia Giani Devi