Regime in panne e popolo alla frutta
 











Più si avvicina il 30 luglio e piu si amplifica il caos politico-partitico italiano.
Se nel centrodestra si teme che a Silvio Berlusconi possa essere ritirato il passaporto e vari maggiorenti gli consigliano una "fuga craxiana" (ma il Cavaliere non se la sente), nel centrosinistra, la casta del Pd, scesa a patti con il Gran Nemico, si dedica alacremente al conflitto interno con il "sindaco rottamatore", perdendo pezzi a destra e a manca e rinsaldando ex popolari ex diessini nella battaglia contro "l’abusivo".
Sintomatica la "lettera dei Settanta" partorita da Letta e Franceschini per contrastare - con il placet di Bersani - le critiche di Matteo Renzi al governo e risoltasi, al contrario, in una malaugurata sconfessione della linea di tutto il Pd.
Abusivo, Renzi, peraltro, non sembra proprio: nei sondaggi precongressuali il 59% lo pretende gia come candidato segretario  (Epifani e al 7%) e candidato premier in pectore.
Ma, ci
chiediamo, come mai Matteo Renzi e cosi inviso agli apparatchnik?
Non e che - nonostante il silenziatore imposto all’inchiesta sul Montepaschi - lo scandalo sta per scoppiare e rischia di far fuori non soltanto i "delegati di partito" nella fondazione, ma gli stessi loro capi-corrente delle Bottehine Oscure?
Non si tratta di noccioline. Soltanto "il business Fresh" con J.P. Morgan  e stato da un miliardo di euro (un debito travestito da aumento di capitale).... E c’e ben altro nella pentola.
Gradualmente, nonostante Grillo e nonostante le cosiddette "larghe intese", dunque, i nodi del regime stanno venendo al pettine. Ma, badate bene, la cosa non e che possa far sperare  il popolo italiano: se va tutto "bene" andremo a elezioni e dalla crisi comunque l’Italia non uscira. Se va male, tornera Monti e la crisi ci stronvhera. Lorenzo Moore