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"Shalabayeva, ancora punti oscuri"
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L’affaire kazako è lungi dall’essere concluso e, come prevedibile, continua ad avere ripercussioni sul governo: il no alla sfiducia al ministro Alfano non fa che tenere il fuoco acceso sotto la cenere. «Ci sono ancora punti oscuri che altre istituzioni devono chiarire» è, infatti, l’affondo del ministro degli Esteri Emma Bonino (con chiaro riferimento al vicepremier) arrivando a Bruxelles per la riunione del consiglio Affari esteri. Il titolare della Farnesina sottolinea che «dall’1 giugno il caso è la mia prima preoccupazione», e che lo sta seguendo da vicino. «Per quello che seguo, in solitaria, di fronte ad altre istituzioni del paese che continuano a ritenere che tutto fosse regolare, ritengo che ci siano ancora dei punti oscuri che altre istituzioni devono chiarire». Cioè, appunto, il ministro dell’interno. Resta che anche Bonino, solitamente così "attenta" alle questioni dei diritti umani, finora non si è spesa granché per la signora Shalabayeva e la figlia Alua: cosa non si fa per tenere in piedi il governo delle larghe intese. E poi c’è la realpolitik. All’Italia non sarà chiesto di riferire del caso Shalabayeva, annuncia Bonino (e sicuramente tirano tutti un sospiro di sollievo). «Ho già avvertito la presidenza dell’Unione Europea, che ha garantito tutto il sostegno e il supporto possibile, così come ho già avvertito la Commissione Europea». E siccome «ho già avuto modo di parlare dell’argomento con altri ministri a Maiorca», i quali dunque sono «già ampiamente informati», «non credo» che oggi si parlerà del caso. Pericolo scampato. Anche perché «la Farnesina sta cercando soluzioni al caso Shalabayeva che non indeboliscano la posizione italiana in Kazakistan e che possano dare adito a misure di rappresaglia da parte del governo di Nursultan Nazarbayev», come per esempio l’espulsione dell’ambasciatore kazako a Roma, Andrian Yemelesson. Insomma, la Farnesina non farà nulla che possa «indebolire la nostra presenza ad Astana»; tanto, osserva Bonino, «è indubbio che l’attuale ambasciatore in vacanza kazako non sia più utile nemmeno per i kazaki, perché non lo riceverà più nessuno» (come dire che conviene prima di tutto ad Astana spedire a Roma a settembre un altro diplomatico). Quali siano queste «soluzioni» ancora non è dato sapere: Bonino riferirà sulla vicenda mercoledì in senato; nel frattempo «stiamo prendendo e abbiamo preso varie iniziative rispetto alla nostra controparte da quando è uscita la relazione, da quando è provata e formale la superattività dell’ambasciatore kazako, per vedere di risolvere in questo modo la situazione, ma senza provocare contraccolpi che indeboliscano la nostra presenza e quindi la nostra capacità di assistenza. Stiamo valutando ancora». Epifani: l’affare non è chiuso. Ieri anche il segretario del Pd Guglielmo Epifani aveva ribadito che la vicenda relativa all’espulsione di Alma Shalabayeva non si può considerare un «affare chiuso», almeno per il Pd. «Il governo esce più debole», è necessario che «riacquisti autorevolezza e forza», pena la mancata sopravvivenza alle sfide dell’autunno. |
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