Benvenuti a -Ulivud- per il cinema europeo
 







di S.S.




Giunto alla nona edizione, si tiene dal 15 al 20 aprile a Lecce il Festival del cinema europeo, organizzato da Alberto La Monica, direttore artistico Cristina Soldano, con una caratteristica che forse altri festival non hanno, quella di svolgersi in un territorio che negli ultimi anni accoglie una frenetica attività cinematografica, percorso da troupe italiane e straniere, e dove si sono fatti notare alcuni dei nomi più interessanti come Edoardo Winspeare, i Fluid Video Crew, Pippo Mezzapesa, Arcopinto più gli oriundi che arrivano a fare sopralluoghi e riprese. «Il Salento bisognerebbe chiamarlo Ulivud» dice Michele Placido che ormai è di casa fin dai tempi di Padre Pio e di Liberate i pesci di Cristina Comencini e che ora sta facendo sopralluoghi per il suo ultimo film sul ’68 (proprio a Lecce ci fu la prima occupazione universitaria). A lui il festival dedica una personale («la prima», dice) in collaborazione con il Centro sperimentale che dà grande appoggio al festival anche con altre iniziative: la copia restaurata del Grido di Antonioni, due lezioni che terrà Roberto Perpignani e la proiezione dei film di diploma di allievi. Quest’anno è dedicata a Nikita Mikhalkov la retrospettiva ai protagonisti del cinema (dopo Angelopoulos, Tarkovskij, Reitz, Wajda, Dassin, Iosseliani, Saura e Zanussi) con un convegno a cura del sindacato nazionale critici con Vito Attolini, Vincenzo Camerino, Morando Morandini, Sauro Borelli, alla presenza del regista. L’appuntamento con i film in competizione per l’Ulivo d’oro (selezionati da Cristina Soldano e Massimo Causo) è con Vivere di Angelina Maccarone (Germania) Magnus di Kadri Kousaar (Estonia) Hope di Stanislaw Mucha (Polonia), Nuage di Sebastien Betbeder (Francia) Daisy Diamond di Simon Staho (Danimarca), The Banishment di Andrej Zvyagintzev (Russia), I am from Titov Veles di Teona Mitevska (Macedonia) Pudor di David e Tristan Ulloa (Spagna) e il film italiano, L’estate d’inverno di Davide Sibaldi.
Si
impongono i documentaristi con due importanti anteprime: la distruzione del mostruoso complesso edilizio sul lungomare di Bari, Perotti Point diretto da Alessandro Piva e Maurizio Sciarra che hanno guidato un collettivo di cinquanta filmaker arrivati a Bari a testimoniare l’evento e hanno composto i frammenti dei diversi punti di vista in racconto, Arrivederci a Taranto di Paola Podenzani e Roberto Paolini sulle morti bianche dell’Italsider. E poi Angeli Distratti di Gianluca Arcopinto, Trevirgolaottantasette il film sugli incidenti sul lavoro di Valerio Mastandrea, Morire di lavoro di Daniele Segre.de Il Manifesto