Spagna, torna mucca pazza morte due persone
 







di Alb. D’Arg.




La mucca pazza colpisce ancora e lo fa in Spagna con due decessi, avvenuti il 28 dicembre ed il 7 di febbraio in Castilla Leon, ma annunciati solo ieri dall’assessore regionale alla salute Silvia Clemente. Le due vittime, di cui non si conoscono ancora le generalità, erano uomini di 41 e 50 anni, non facevano di professione gli allevatori e avrebbero contratto il morbo mangiando carne infetta. Ma, assicura sempre Clemente, prima del 2001, ossia in un’epoca in cui non esisteva «il controllo imposto dall’Unione europea» sulle carni immesse nel mercato comunitario. Visti i rischi di nuovi allarmi, l’assessore e la ministra dell’agricoltura Elena Espinosa hanno voluto inviare ai consumatori un messaggio di «tranquillità e di garanzia» sulla qualità dei prodotti in commercio ricordando che «da oltre 10 anni si sviluppano controlli di qualità e tracciabilità per evitare il consumo di carni contaminate». In pratica non c’è di che temere, dicono da Madrid.
Con questi due
decessi salgono a tre gli spagnoli uccisi dalla variante umana del morbo di Creutzfeldt-Jakob e tocca quota 204 il totale delle vittime in 11 paesi del pianeta con il Regno unito a guidare la macabra classifica - 163 casi di contagio diretto e tre per trasfusione - e l’Italia, Canada, Arabia Saudita e Giappone a chiuderla con un solo caso. In mezzo la Francia con 23 vittime, l’Irlanda con 4, Usa e Spagna con 3, Olanda e Portogallo 2. L’altra spagnola era una ragazza di 26 anni deceduta nel 2005 a Madrid, ma, avverte il personale sanitario, la lista potrebbe allungarsi ancora di qualche unità nei prossimi mesi. Visti i tempi lunghi di incubazione della malattia, in media 8 anni, i responsabili sanitari si attendono infatti nuovi casi nelle settimane a venire.
«Da un punto di vista tecnico e scientifico - dice ancora Clemente - è possibile che emergano casi di questo tipo, legati a contagi del passato, ma al momento la carne bovina è completamente garantita». Della stessa idea
Alberto Rabano, primario di neuropatologia all’Ospedale di Alcorcon, il centro di referenza in Spagna per questa malattia, che prevede «un gocciolare di nuovi casi sporadici», pur ricordando che comunque le cifre in Europa continuano ad essere «molto basse» sul lato del contagio umano. Passando dall’uomo al bestiame, sono 719 gli animali abbattuti dal 1999 in Spagna, con una punta di 277 per la Galizia.
Niente allarmismi, dicono quindi da Madrid, un messaggio per i consumatori che arriva dopo anni di profonde insicurezze alimentari, tra mucche pazze, polli alla diossina, febbre aviarie e più recenti mozzarelle alla diossina (poi ridimensionata) e vini contraffatti. Il caso del morbo di Creutzfeldt-Jakob è sicuramente stato il più grave tra gli allarmi legati all’alimentazione, in termini di vittime, di impatto mediatico ed anche per via delle restrizioni che per anni sono gravate su alcune famose specialità gastronomiche, come la fiorentina.
La variante umana della mucca pazza è
una malattia che si nasconde e che può essere diagnosticata con certezza solo dopo il decesso, visto che prima i suoi sintomi - depressione, insonnia, sensazione di malessere fisico, problemi di deambulazione - possono essere confusi con quelli di molte altre patologie psichiatriche. Si pensa che l’agente causante sia un prione, o una proteina alterata che agisce come un patogeno infettivo capace di forzare le altre proteine presenti nel cervello a danneggiarlo in maniera irreversibile. Colpisce persone tra i 20 ed i 70 anni, anche se i sintomi iniziano a rilevarsi con maggior frequenza intorno ai 50 anni. Risulta invece difficile sviluppare una strategia di prevenzione efficace visto che manca ancora una descrizione completa del processo e dell’agente che causa il Creutzfeldt-Jakob. Ora, per avere la certezza che la mucca pazza è la causa di un decesso, è ancora necessario compiere una biopsia cerebrale, o comunque un esame post-mortem.de Il Manifesto