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Improvvisamente Obama ha scoperto quello che il mondo, prima grazie ad Assange e poi a Snowden, ha appreso da tempo. E cioè che l’amministrazione americana, i suoi servizi, la sua intelligence operano sistematicamente in una zona opaca, sottratta ad ogni controllo democratico, del tutto priva di trasparenza. E spiano, del tutto illegalmente, mezzo mondo, nemici e amici, avversari e partners. La reazione, del tutto imprevista, di giornali, associazioni, cittadini americani (testati dagli immancabili sondaggi) che sembrano molto preoccupati, e persino indignati, per la metodica violazione della privacy, ha gettato nel panico l’establishment del presidente. Il quale ora, un po’ tardivamente, ci rivela di avere avuto, sin da quando era senatore, preoccupazioni circa la legalità di alcune operazioni. Peccato che nessuno se ne sia accorto, né in passato, né da quando Obama è entrato alla Casa Bianca, considerato che il “sistema” ha continuato a funzionare intonso e che lui non ha mosso foglia. Ora che il giocattolo si è rotto, non certo motu proprio, l’Amministrazione corre ai ripari. Nelle scorse settimane, in riunioni segrete cui hanno preso parte sia esponenti democratici che repubblicani, è stata progettata la controffensiva, politica e mediatica, con lo scopo di “ridare fiducia al popolo americano”, evidentemente scosso dalla scoperta di vivere in un paese non proprio conforme all’idea che esso ha di se stesso. Le novità che Obama si appresterebbe a proporre puntano innanzitutto alla modifica del Patriot act, vale a dire la legislazione di emergenza varata dopo l’11 settembre che ha favorito, per dirla con le parole di Federico Rampini, “la costruzione di un Super-Stato di polizia, certo dentro una cornice liberale, ma pur sempre con dei ‘corpi separati’ della potenza via via smisurata”. A partire da quella National Security Agency (per la quale lavorava Snowden) che ha operato senza limiti di giurisdizione e fuori da ogni controllo. Un secondo intervento dovrà riguardare i metodi del “Tribunale segreto” che autorizzava fin qui le attività di monitoraggio - di spionaggio, per chiamarle con il termine più appropriato - di tutte le comunicazioni (telefoniche, email). Vedremo come andrà a finire e cosa rimarrà dentro il setaccio quando agli annunci dovranno corrispondere atti concreti. Un punto è però chiaro: nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile se Edward Snowden – ora braccato come un terrorista – non avesse scoperchiato il vaso di Pandora. Obama è costretto ad ammetterlo, sia pure a denti stretti. Ma allora perché una persecuzione così accanita, sino al punto di aprire una crisi diplomatica con la Russia di Putin, colpevole di avere concesso all’ex agente della Cia l’asilo politico, anziché consegnarlo agli Usa perché lo sottoponessero ad un processo per alto tradimento? La spiegazione di Obama fa acqua da tutte le parti: “Se davvero pensava che ci fossero delle cose sbagliate – ha detto contrito il presidente degli States – Snowden poteva dirlo, lottare in patria, come fanno tante altre persone come lui…E’ convinto di aver fatto una cosa giusta? Allora torni qui, si prenda un avvocato e venga in un tribunale americano a difendere le sue idee”. Roba da non credere. Se Obama avesse visto il film “I tre giorni del Condor”, diretto da Sidney Pollack e interpretato da uno splendido Robert Redford che sembra proprio la controfigura di Edward Snowden, si sarebbe almeno potuto risparmiare questa filippica ipocrita che non persuaderebbe neppure un bambino. Ve le riproponiamo di seguito le più che istruttive battute conclusive fra Higgins (un caporione della Cia) e Joe, in codice Condor, (l’agente che sta per consegnare al Washington Post la documentazione che svergogna le operazioni della Central Intelligence Agency): - Higgins: "Il problema è economico. Oggi è il petrolio, tra dieci o quindici anni il cibo, plutonio, e forse anche prima. Che cosa pensi che la popolazione pretenderà da noi allora"? - Joe: "Chiediglielo". - Higgins: "Non adesso, allora! Devi chiederglielo quando la roba manca, quando d’inverno si gela e il petrolio è finito, chiediglielo quando le macchine si fermano, quando milioni di persone che hanno avuto sempre tutto cominciano ad avere fame. E vuoi sapere di più? La gente se ne frega che noi glielo chiediamo, vuole solo che noi provvediamo." Capito? Dino Greco |
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