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Legambiente boccia il mare di Puglia "Situazione dei depuratori imbarazzante"
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Un’Italia costiera da 7.412 chilometri ineducata a smaltire correttamente e sporcacciona. Praticamente: inquinata. Con uno scarico fognario non depurato ogni 57 chilometri, per l’esattezza, e con 130 campioni risultati oltre i limiti consentiti per legge su 263 analizzati da Legambiente, in occasione dell’annuale rapporto "Goletta verde" sullo stato di salute del mare nazionale. E come già evidenziato a luglio, la Puglia non fa eccezione con i suoi 865 km per metà afflitti da maladepurazione. La novità è che i 17 depuratori su 30 a non essere risultati idonei collocano la regione al secondo posto nella classifica generale, appena sotto la Campania. 14 casi, inoltre, sono stati giudicati come "fortemente inquinati", ovvero con concentrazione di batteri di origine fecale pari ad almeno il doppio di quanto consentito. Si tratta di "una situazione degli scarichi ancora una volta imbarazzante" per Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente, che lancia l’allarme in particolare nel Mezzogiorno a causa della scadenza a dicembre dei fondi Cipe per adeguare gli impianti e le salate multe europee per non avere strutture fognanti ben funzionanti. A preoccupare in Puglia, inoltre, sono alcuni dei "delitti" denunciati sempre da Legambiente che vedono ancora il mare come vittima. Nei "Sei delitti sotto l’ombrellone. Il giallo di Ferragosto", altro rapporto collegato a Goletta verde, i killer sono maladepurazione, estrazioni petrolifere, abusivismo edilizio, consumo di suolo costiero, grandi navi e inquinamento da attività militari. La regione si distingue negativamente per la spiccata maladepurazione di Molfetta, il cui impianto è stato di recente sequestrato, e il litorale tra Bari e Barletta e Torre Mileto. Nel 2012 nella sesta provincia sui 10 depuratori controllati dall’Arpa Puglia 7 sono risultati non conformi ai controlli, come quello di Bari Ovest. A Lesina (Fg), invece, l’abusivismo edilizio la fa da padrone, per la costruzione di un intero villaggio costiero completamente illegale negli anni ’70. "2.800 case, tirate su senza fondamenta, senza rete fognaria, senza allacci, senza un briciolo di intelligenza", su 800 della quali già insiste una delibera di abbattimento firmata dalla Regione nel 2009. Senza risultati. L’unica soluzione individuata, ancora una volta, è quella di collocare la depurazione nelle priorità degli enti pubblici."Ne va dell’intera economia nazionale - scrivono da Legambiente - buona parte della quale è basata sul turismo”. Gianvitp Rutigliano-repubblica
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