La Curia è il principale padrone di case in città. Molte delle quali sono sfitte
 











Si è tenuto oggi alla mezza, a Napoli, l’incontro tra una delegazione delle persone sgomberate dalla ex scuola Belvedere (attualmente ri-occupanti all’Annona) e il Cardinale di Napoli Crescenzio Sepe. Un incontro nato dopo l’occupazione per protesta del Museo di San Gennaro tre giorni orsono, subito dopo lo sgombero richiesto dall’ordine delle suore del "Buon Pastore".
«Il Cardinale ha solidarizzato con la nostra condizione - dicono uscendo i promotori dell’occupazione (la Campagna per il diritto all’abitare "Magnammece O Pesone" - casa, reddito, felicità) - esprimendo però l’estraneità della Curia a uno sgombero gestito da un ordine religioso che non è dipendente da loro. In tal senso ha affermato l’amarezza per le proteste e le polemiche indirizzate alla sua curia, rivendicando piuttosto alle istituzioni il compito di costruire soluzioni al dramma abitativo. Noi abbiamo risposto che ovviamente concentriamo le nostre istanze politiche verso le
istituzioni e anche quel mattino c’è stato un presidio al comune, ma in questo caso la protesta è nata dal fatto che la proprietà dell’immobile è di un ordine religioso, che a nostro avviso ha operato lo sgombero in una modalità rigida e gratuita quando aveva un dialogo aperto con gli abitanti e che nella nostra visione il Cardinale rappresenta comunque la voce della Chiesa in città. Inoltre ci risulta che la Curia fosse stata messa al corrente, proprio in un incontro al Comune di qualche tempo fa, della situazione della ex scuola Belvedere.
Infine l’importante patrimonio immobiliare della Chiesa (la Curia è il principale proprietario immobiliare privato a Napoli, detenendo tanti palazzi chiusi su cui nemmeno paga l’ICI) chiede secondo noi degli impegni in merito all’utilizzo di queste risorse sul fronte dell’accoglienza e delle politiche abitative per i ceti popolari. Specie in una città in cui un mercato immobiliare impazzito ha provocato un pesante fenomeno di
gentrificazione».
La discussione è stata cordiale e alla fine il Cardinale Sepe ha preso anche davanti alla stampa l’impegno a mediare in un tavolo col Comune e con le suore del Buon Pastore (proprietario dell’immobile di via Belvedere). E anche a confrontarsi su un censimento delle strutture potenzialmente funzionali, con il supporto degli enti locali, per sostenere le politiche abitative e dell’accoglienza. «Aspettiamo che alle parole seguano i fatti!».
Lo sgombero ha riguardato 40 persone, tra cui otto minori, che da qualche mese occupavano una ex scuola a Napoli. 6 i nuclei familiari, tanti precari e disoccupati. Fra loro anche un nucleo familiare che da anni viveva in macchina, ex dipendenti italsider, ex dipendendi Astir di recente licenziati.
Inaspettata, lunedì mattina, la cacciata e, probabilmente anche la risposta degli occupanti che hanno deciso di occupare per protesta - dopo aver manifestato davanti al Comune - l’ala del Duomo che ospita il Museo del tesoro di San
Gennaro. La polizia, giunta alle sette con sei blindati della celere per choudere la strada e sgomberare la casa, ha sfondato con l’ariete il portone malmenando diversi occupanti tre dei quali portati in questura per accertamenti.
La metà di agosto si dimostra il periodo ideale per gli agguati contro i diritti dei più deboli come dimostrano anche lo sgombero romano del centro sociale Communia, gli sgomberi di campi rom a Parma e Foggia, i cancelli sbarrati del cimitero di Viareggio per sbarrare la strada alle vittime della strage del 29 giugno. Checchino Antonini