Tesoro, 120 miliardi di debito da rimborsare entro l’anno
 











L’Imu, l’Iva, la Cig, gli esodati. Sono molte le grane economiche cui il governo deve trovare soluzione. Ma non è niente in confronto ai 120, anzi 122 per la precisione, miliardi che lo stato italiano dovrà tirare fuori entro la fine dell’anno. Trattasi di quella parte di debito pubblico sotto forma di Bot, Btp eccetera che arriveranno a scadenza e dovranno quindi essere rimborsati. Dopo la pausa estiva arrivano a scadenza, infatti, 74,5 miliardi di Bot, 37,8 miliardi di Btp e 10,6 miliardi di Ctz. Il conto è del Centro studi Unimpresa che sottolinea come «si tratta di una enorme quantità di denaro per cui una eventuale crisi della maggioranza e una caduta del Governo potrebbero avere ripercussioni pericolose su spread e tassi di interesse». Tradotto: la speculazione potrebbe approfittarne per mettere di nuovo sotto pressione i titoli di stato italiani.
Il calendario delle scadenze dei titoli in circolazione previsto per l’ultimo quadrimestre
del 2013 è intenso. Secondo l’analisi di Unimpresa, basata su dati della Banca d’Italia, a settembre scadono 30,3 miliardi di emissioni. Quasi il doppio rispetto a quelle in agenda per ottobre, quando arrivano a fine corsa 18,4 miliardi di titoli. A novembre, invece, andranno rimborsati 34,4 miliardi, mentre a dicembre si sale fino a 39,6 miliardi. Certo, secondo il Centro studi di Unimpresa «una piccola parte dei rifinanziamenti in agenda sono già stati "coperti" dal Tesoro che negli scorsi mesi ha incrementato le emissioni di titoli sfruttando un andamento dei tassi di interesse sostanzialmente favorevole. ll ministero dell’Economia, proprio per questa ragione, aveva annullato, peraltro rispettando una consuetudine, alcune aste in programma tra fine luglio e metà agosto». Ma resta che questi titoli andranno comunque «rimborsati ai sottoscrittori» e dunque i soldi andranno tirati fuori, anche attraverso nuove emissioni da parte del Tesoro.
"A Parlamento e Governo, e quindi a tutti
i partiti", conclude Unimpresa, "chiediamo senso di responsabilità: la stabilità politica è decisiva sui mercati finanziari e una eventuali crisi della maggioranza, adesso, correrebbe il rischio di sprecare i risultati positivi raggiunti finora proprio sul costo delle emissioni: le speranze di ripresa economica verrebbero compromesse" è il commento del presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.