|
|
L’Europa-colonia approva le strategie militari delle élites anglo-statunitensi |
|
|
|
|
|
|
|
|
L’Unione europea deve rafforzare la difesa e l’arsenale militare: i voleri dell’Occidente euro-atlantico vanno assolutamente ottemperati. La finalità di questa richiesta è quella di creare un fronte unico contro gli Stati emergenti che stanno mettendo in discussione l’unipolarismo di marca anglo-statunitense. Come al solito il ruolo dell’Europa sarà quello di una colonia disposta a tutto pur di ottemperare ai voleri di Washington e Londra. Proprio in questi giorni infatti il ministro degli Esteri britannico William Hague ha dichiarato che sarebbe al caso di inserire tra gli Stati che compongono il blocco europeo anche l’Australia. Una strategia che sembra evidentemente finalizzata a creare un fronte unico tra Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e Unione europea per frenare l’avanzata dei Paesi emergenti, soprattutto Cina e Russia. per questo è importante ricordare che esistono rapporti di collaborazione molto stretta tra Gran Bretagna, Usa e Australia sul piano della difesa, come tra Francia e Regno Unito sul piano militare e nucleare. Un piano ben preciso che verrà portato avanti progressivamente fino alla creazione di un accordo economico bilaterale tra Ue e Stati Uniti sul piano commerciale e allo stesso tempo una serie di intese per rafforzare la difesa congiunta. Per questo l’Ue deve fare un uso migliore dei propri bilanci della difesa, ormai sempre più ridotti, se vuole prendersi adeguatamente cura dei problemi militari nel suo cortile di casa, allo stesso modo in cui gli Stati Uniti si orientano verso la regione Asia-Pacifico, hanno dichiarato da Bruxelles i tecnocrati della Commissione europea. In un documento destinato a costituire il tema principale del vertice dei capi di stato e di governo del dicembre prossimo, l’esecutivo comunitario ha osservato che Washington sta riequilibrando il proprio focus strategico verso l’Asia, mentre la recente guerra in Libia ha evidenziato le carenze militari europee. “Non avremo il peso abbiamo bisogno nel mondo senza una politica di difesa comune. A sostenerlo, abbiamo bisogno di rafforzare la nostra difesa e la sicurezza”, ha osservato il presidente dell’esecutivo comunitario, José Manuel Barroso (nella foto).“Dobbiamo essere in grado di sostenere le nostre posizioni di principio con missioni di sicurezza e civili che possono aiutare a stabilizzare la situazione nelle aree di crisi in tutto il mondo”, ha aggiunto. I Paesi membri dell’Ue tra di loro hanno circa 1,6 milioni di soldati e spendono 194 milioni di euro l’anno per la difesa, ma questa forza viene dispersa a causa di una sovrapposizione e di una spesa comune a livello nazionale. Gli investimenti sono diminuiti di 251 miliardi di euro nel 2001, mentre la spesa per la difesa è diminuita del 14 per cento tra il 2005 e il 2010, fino a raggiungere i 9 miliardi di euro. Bruxelles ha ricordato che gli Stati Uniti spendono sette volte di più nella ricerca e nello sviluppo rispetto ai 28 Stati membri Ue messi insieme. Russia e Cina, da parte loro, hanno previsto di raddoppiare la loro spesa militare a partire dal 2015 rispetto al 2011. Ma la Commissione è quasi interamente vincolata dalla volontà politica degli Stati membri Ue in questo settore, con i governi spesso riluttanti a condividere la tecnologia di difesa o le risorse stesse. Ciò è aggravato da una certa riluttanza a lasciare che la Commissione Ue in una situazione dove non ha poteri giuridici da poter far valere. Gran parte delle proposte del documento della Commissione riflettono la realtà complessa e composita del blocco dei Ventotto. Proposte che si concentrano sulla necessità di garantire che la legislazione legata alla difesa venga attuata correttamente, che gli Stati membri non stiano abusando norme sugli aiuti di Stato a favore delle industrie della difesa nazionale e che le aziende della difesa avranno un migliore accesso ai finanziamenti comunitari. Una proposta chiave, hanno osservato i tecnocrati della Commissione, è la standardizzazione, ovvero gli standard militari sviluppati a livello nazionale, i quali ostacolano la cooperazione e la crescita industriale. La mancanza di una produzione in serie comune rappresenta anche un limite per gli eserciti del blocco europeo che non possono per questo condividere facilmente attrezzature ed equipaggiamento, in più significa anche evitare che lo stesso prodotto debba essere sottoposto a costosi test in ogni Paese europeo e non venga reso commerciabile facilmente. Il documento di Bruxelles sarà discusso al prossimo vertice di dicembre. L’esecutivo comunitario da parte sua presenterà una tabella di marcia con azioni concrete e scadenze per soddisfare i voleri dei gendarmi d’Oltreoceano coadiuvati in questo dalla Gran Bretagna, il cavallo di Troia degli Usa in Europa. Andrea Perrone
|
|