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Partono le scatole nere. Si accendono le chiavette usb. Da oggi, ha imposto il ministero dell’Ambiente, diventa obbligatorio il Sistri, il “sistema di monitoraggio dei rifiuti” lanciato nel 2010 da Stefania Prestigiacomo: uno dei più costosi scandali dell’era berlusconiana si prepara così a diventare un servizio in piena regola. Il Sistri è un sistema che costringe le imprese che producono o trasportano spazzatura inquinante a tracciare, via web, tutti gli spostamenti della loro monnezza. Il progetto, nato sotto la guida di Pecoraro Scanio, sarebbe dovuto servire a eliminare tonnellate di carta e di burocrazia, registri interi che servivano a poco per impedire sversamenti illegali e discariche abusive. Ma si è trasformato in breve in uno spreco miliardario. Per due anni infatti le imprese sono state costrette a pagare (a caro prezzo) un servizio che non ha mai funzionato: a Finmeccanica, che si era aggiudicata l’appalto dal ministero senza gara, non erano bastati i 150 milioni incassati nel 2010 e nel 2011 per far funzionare le chiavette e i registri telematici. Lo scandalo, denunciato sulle pagine de “l’Espresso” , ha portato ad aprile all’arresto di 22 persone, tra cui l’avvocato Carlo Malinconico , ex braccio destro di Mario Monti (misura poi revocata dopo pochi giorni). Secondo la procura di Napoli tutto l’affare “Sistri” sarebbe stata un truffa colossale, con conseguenze non solo per le casse dello Stato e per le imprese (punite sonoramente: chi non versava l’inutile tassa rischiava multe fino a 90mila euro), ma anche per l’ambiente. Per tracciare i rifiuti, infatti, ci sarebbero stati sistemi più efficaci e molto meno costosi degli aggeggi prodotti da Finmeccanica. Scansati a favore di un maxisistema bloccato per anni. Oggi, però, nonostante le critiche, il Sistri parte. Ufficialmente. Produttori e trasportatori di scarti velenosi avranno un mese per mettersi in regola, e imparare a registrare ogni loro spostamento. Dopodiché, inizieranno le multe. Era tutto previsto, preparato da un decreto legge del 31 agosto: una partenza “semplificata”, per cui chi gestisce rifiuti non pericolosi (migliaia di piccolissime aziende sul territorio) potrà evitare, per ora, di avere a che fare con i moduli online. Per gli altri, si accende la scatola nera. Nella speranza, ovviamente, che questa volta funzioni. Francesca Sironi-l’espresso |
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