Mentre la puzza resta, le istituzioni litigano
 











Se in provincia ci si interroga sulla puzza che ammorba da anni soprattutto le estati della Capitanata, e in particolare quelle di Foggia, Lucera e Troia, da Bari invece rispondono con il sunto della relazione presentata ad agosto scorso da Arpa e Asl e inviata, oltre ai due comuni più grandi, ai carabinieri e alla Provincia, anche allo stesso ente barese. Oggetto del documento era il sopralluogo effettuato nello stabilimento della Bio Ecoagrim, l’azienda lucerina di contrada Ripatetta che produce compost.
Ma non è tutto: alle interrogazioni sugli odori nauseabondi presentata a metà settembre dal presidente della settima Commissione affari istituzionali Giannicola De Leonardis sul “caso puzza”, le sue origini e sulle azioni che “si intendono promuovere per tutelare la salute dei cittadini e il decoro delle comunità interessate, e se è stata informata e sollecitata intorno alla questione anche la magistratura inquirente”,
l’assessore regionale alla Qualità dell’ambiente, Lorenzo Nicastro, risponde nella sua nota precisando anche che “la ditta ha ottenuto le relative autorizzazioni dalla Provincia di Foggia con determinazioni del Settore Ambiente n. 404/2008 e 1228 del 28 maggio 2013 e che per tale impianto il suddetto Servizio non ha rilasciato alcun provvedimento autorizzativo e che non è in corso nessun procedimento amministrativo”.
Parole che hanno a loro volta provocato la replica del dirigente provinciale dell’ufficio Ambiente Giovanni Dattoli, che non ci sta che a Palazzo Dogana sia addossata una qualche responsabilità, sottolineando invece che proprio il suo ente "non è stato chiamato a prendere parte a quel sopralluogo che non ha poi portato ad un sequestro".
Un rimbalzo di responsabilità tra soggetti istituzionali che stride non poco con la richiesta di chiarezza e tutela della salute avanzata ormai da quattro anni dalla popolazione, tenuta buona con le promesse di controlli e le
rassicurazioni, due anni fa, che nelle mani del prefetto era arrivato di un corposo dossier sulla questione. Fascicolo talmente segreto che a tutt’oggi non si sa nulla.
Ed intanto che cittadini foggiani protestano con flash mob al grido di “no puzza” (che neanche lontanamente ha ricordato il “No puzza day” lucerino messo in atto nel 2011), alcuni responsabili di istituzioni dribblano la questione sparando ipotesi di provenienza dei cattivi odori, e assessori lucerini che offendono la comune intelligenza dando la colpa agli agricoltori locali, i miasmi continuano ad appestare l’aria anche di giorno.
Ma c’è di più, perché se in ballo ormai è tirata sempre e comunque la Bio Ecoagrim, è ormai partito pure il conto alla rovescia “per la presentazione in forma scritta di eventuali osservazioni o memorie da far pervenire alla Provincia di Foggia” in merito alla richiesta per la realizzazione di un impianto a biogas a Contrada Ripatetta da parte della stessa azienda.
Il progetto
inviato dalla famiglia Montagano alla Regione, pubblicato sul bollettino regionale il 5 settembre scorso, “consiste nella realizzazione di un impianto di digestione anaerobica di matrici organiche selezionate con potenzialità di 190.000 ton/anno in ingresso, e con una produzione di circa 38 Mwe/anno di energia elettrica e 87.000 ton/anno di digestato compostabile per la produzione di fertilizzante organico”.
La questione, sebbene ancora teorica, ha già fatto drizzare le antenne ad ambientalisti e cittadini che temono un ulteriore abbassamento della qualità della vita sul territorio, anche perché l’aggettivo “anaerobico” (cioè privo di ossigeno) è stato più volte sfoggiato anche per l’attuale produzione dello stabilimento che si sarebbe già adeguato alle prescrizioni imposte dalla magistratura. Luceraweb e.g.