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Carcere, lite Napolitano-Cinque Stelle
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"Questione drammatica da affrontare in tempi stretti, pene alternative contro sovraffollamento" Il presidente Giorgio Napolitano ha inviato alle Camere un messaggio sulla situazione della giustizia e sulle carceri. E’ la prima volta, nei suoi due mandati, che il Capo dello Stato avanza in Parlamento un messaggio ufficiale, come consentito ai sensi dell’articolo 87 della Costituzione. Una nota del Quirinale ha fatto rilevare che il messaggio è controfirmato dal presidente del Consiglio Enrico Letta. Già nel pomeriggio la lettura nei due rami del Parlamento di quanto espresso dal presidente della Repubblica. Il mese scorso Napolitano aveva preannunciato - in visita al carcere partenopeo di Poggioreale - questa sua istanza al Parlamento al quale avrebbe chiesto di prendere in cosniderazione "la necessità di un provvedimento di clemenza, indulto e amnistia". Sul problema del critico sovraffollamento delle carceri e sulla necessità di un provvedimento urgente di clemenza è da ormai anni in corso una battaglia politica del partito radicale di Marco Pannella e Rita Bernardini, autori, tra l’altro, della consegna delle firme in cassazione per l’abrogazione di leggi-capestro e di riforma della giustizia. "Sottopongo all’attenzione del Parlamento - ha detto Giorgio Napolitano - l’inderogabile necessità di porre fine ad uno stato di cose che ci rende corresponsabili delle violazione contestate all’Italia dalla Corte di Strasburgo. Esse si configurano come un’inammissibile allontanamento dai principi e dall’ordinamento si cui si basa l’integrazione europea. Ho dovuto mettere in evidenza - prosegue il Capo dello Stato - come la decisione della Corte di Strasburgo rappresenta la mortificante conferma della perdurante incapacità del sistema italiano di garantire i diritti elementari e la sollecitazione pressante ad imboccare una strada efficace. L’Italia - ricorda Napolitano - ha un anno per conformarsi" alla richiesta che arriva dalla Corte Europea. "Il termine annuale decorre da quanto il 28 maggio 2013 è stata respinta l’istanza presentata dall’Italia al fine di ottenere il riesame dalla sentenza: pertanto il termine scade il 20 maggio 2014. L’Italia - sottolinea - viene a porsi in una condizione umiliante sul piano internazionale per violazione dei principi sul trattamento umano dei detenuti. Alle violazioni dei diritti umani nelle carceri "si aggiungono quelle sulla durata non ragionevole dei processi". "L’intollerabile livello di congestione delle carceri dà all’Italia il primato di sovraffollamento tra gli stati Ue con il 140,1%, mentre la Grecia è al 136,5%. La prima misura su cui intendo richiamare l’attenzione è l’indulto - dice Napolitano - che non incide sul reato e può applicasi ad un ambito esteso". Il Capo dello Stato precisa che dall’indulto sono esclusi "alcune fattispecie di reato per evitare pericolose ricadute, accompagnando l’indulto con misure amministrative volte all’effettivo reinserimento dei carcerati. Fermo restando l’esclusione dall’amnistia dei reati di particolare allarme sociale come la violenza contro donne, non ritengo che il capo dello Stato debba indicare le singole fattispecie da escludere: la perimetrazione dell’amnistia rientra nelle competenze esclusive Parlamento". Il combinato disposto di amnistia e indulto potrebbe favorire una significativa riduzione della popolazione carceraria. Lo afferma Giorgio Napolitano nel suo messaggio alle Camere chiarendo che l’indulto inciderà sulla popolazione carceraria mentre l’amnistia può accelerare i tempi della giustizia e incidere anche sulla custodia cautelare. Lite con i Cinque Stelle. «Chi pensa che l’amnistia sia un provvedimento pro Berlusconi se ne frega dei problemi del Paese». Così Giorgio Napolitano ha replicato, a brutto muso, alle accuse piovute dal M5S di voler salvare il leader del Pdl sollecitando un provvedimento di clemenza sull’emergenza carceraria. «Quelli che fanno questo tipo di accostamento non sanno quale tragedia sia quella delle carceri. Non ho altro da aggiungere», ha mandato a dire il capo dello Stato che ancora si trova a Cracovia. «E’ lui che blatera di problemi della gente - ha controreplicato Roberta Lombardi - Che sono la casa, il lavoro, la salute etc non l’impunità della cast». |
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