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"Sovranità alimentare e Rivoluzione”
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Sabato 19 ottobre nei locali della Pro Loco di Via Marconi, 90 alle ore 17.00 si terrà la conferenza organizzata dall’associazione Asso di Picche con la collaborazione di Aprilia In Prima Linea e C.R.A.
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“Sovranità alimentare verso la Rivoluzione “. Il tema rappresenta un vero è proprio caposaldo della controinformazione poiché, insieme al tema della finanza creativa e ai meccanismi monetari, è proprio dietro l’industria degli alimenti che si nascondono le nefandezze più assurde, perpetrate dai fautori del “libero mercato”. Attraverso il controllo del cibo si controllano i popoli, e dietro questo assunto di H. Kissinger, si sono poste in essere delle criminali politiche di distruzione delle risorse naturali ad assoluto discapito della qualità e dell’ambiente. Dietro l’apparente diversità di prodotti presente nei nostri supermercati, spesso si celano pochi grandi colossi che da soli riescono a gestire quasi l’intera gamma di alimenti consumati da un singolo uomo, e tale stato di cose consente ad essi di imporre regole e prodotti anche di scarsa qualità con il placet della politica. Non è certamente un mistero che il meccanismo del lobbying – cioè l’azione di pressione congiunta delle multinazionali – verso i politici nazionali e comunitari ha creato un sistema, dove tutto ciò che è tradizione e diversità rappresenta un nemico. All’interno della nostra conferenza, che si avvale dell’esperienza di Danilo Calvani presidente dei C.R.A., verrà trattato anche il tema fondamentale delle politiche comunitarie e nazionali in materia di sementi. Sin dall’avvento nel novembre del 2011 del governo Monti – momento in cui la residua Sovranità politica italiana è stata svenduta – si è avuto un susseguirsi d’interventi in campo di politiche alimentari e di approvvigionamento delle merci che, in precedenza aveva visto il nostro Paese in posizione di “difesa” poiché da tali aberranti direttive, esso avrebbe sicuramente ricevuto una penalizzazione, viste le numerose eccellenze enogastronomiche che l’Italia annovera. Procediamo con ordine, fin dal 1998 è in vigore una direttiva comunitaria che riserva la commercializzazione e lo scambio delle sementi alle ditte (Monsanto e altre multinazionali) vietandolo agli agricoltori cioè, ciò che i contadini hanno fatto per millenni diviene reato. Il nostro Paese si è adeguato e addirittura ha promosso un ricorso alla Corte Costituzionale nei confronti di chi svolge agricoltura biologica o km zero in quanto, essa non rispetta i parametri indicati nella sopraccitata Direttiva Europea che ha istituito un “catalogo ufficiale europeo delle sementi”. A cosa serve questa catalogazione con la conseguente registrazione obbligatoria? E’ chiaro che tale imposizione miri a liberare il campo alle multinazionali da qualsiasi tipo di concorrenza a scapito della bio diversità e spesso, della salubrità dei prodotti. Con tale modo di agire, con l’assoluta sudditanza della politica ai voleri dell’industria, si sono distrutte aziende locali e devastato il tessuto sociale, rendendo il popolo completamente dipendente da strutture extraterritoriali senza scrupoli. Cercando di annientare la tradizione, distruggono l’identità per attuare il loro progetto di Nuovo Ordine Mondiale. Informando su tutto questo e su tanto altro, proveremo anche a passare dalla fase della denuncia a quella dell’azione, promuovendo e indicando semplici e precise strategie per mettere in crisi tali meccanismi. Partendo dal presupposto che è necessaria la disintegrazione di questo sistema, chiamiamo a raccolta tutte quelle entità provenienti dal mondo agricolo, associativo e del lavoro che scevre da qualsiasi pregiudiziale, ritengono ormai giunto il momento di ripristinare il primato del popolo su quello degli interessi economici dell’usurocrazia europea. Emanuele Campilongo |
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