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ASL PUGLIA: Un programma per abrogare LA CASTA |
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Quando si parlerà finalmente di legalità?La strada da percorrere è ardua,ma,con prove alla mano,dobbiamo denunciare le illegalità . Intorno al sistema sanitario si succedono scandali l’uno dopo l’altro. Oscenità nella sanità pugliese è dunque roba vecchia,ma che continua immutata a far danni!Comportamenti eticamente irreprensibili vengono denunciati da dipendenti Asl e non possiamo non dare loro voce. Il tempo dell’illegalità è scandito ad un ritmo impressionante di denunce, vivere nella legalità,abbandonando concorsi truccati e quant’altro, sembra impossibile in una realtà come la nostra dove chi è ai vertici sbaglia e sfugge alle proprie responsabilità. C’è l’urgenza di maggiori controlli e di trasparenza,si continua a “giocare” e a pagarne le spese siamo sempre noi cittadini fermi a guardare “attività lucrative di lobby affaristico malavitose” collegati con personaggi importanti che non dovrebbero avere questi interessi criminali così perversi. La sanità è allo sfascio ed è inevitabile chiederci perché. Non c’è propaganda politica che tenga,dobbiamo darci una mossa,sanità non è più sinonimo di salute,la sanità è malata da molto tempo e urge una cura. Gli Intoccabile. Innominabile. Quella che nel loro libro Rizzo e Stella chiamano la Casta nel cuore della Casta - gli invisibili più potenti dei potenti - non ha nulla da temere, la manovra non la sfiora nemmeno. C’è di che arrabbiarsi, stiamo parlando dei manager pubblici, i grand commis di Stato, i detentori di incarichi e prebende plurimi ancorché alti, altissimi. "Per eliminare il clima di sospetti la politica deve fare un passo indietro. E gli ordini devono tornare a giocare un ruolo nella definizione dei criteri di selezione e valutazione dei vertici della sanità." "La presunta spartizione dei posti all’interno della sanità pugliese - si legge in una nota - denunciata da Maurizio Giovanni Agostino Portaluri, ex direttore generale della Asl Bat e attualmente primario di Radioterapia all’ospedale Perrino di Brindisi, è frutto di un sistema decisionale che lascia le nomine e i criteri decisionali nelle mani della politica". "Spetta alla magistratura appurare se la presunta ’cupola sia esistita - afferma Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei Medici di Bari - ma resta il fatto che se si chiede all’uomo della strada come avvengano le nomine di primari e direttori sanitari, nella maggior parte dei casi risponderà che avvengono per affiliazione politica e non per competenze professionali. Se si vuole spazzare il campo da questo sospetto, occorre che la politica faccia un passo indietro e lasci la definizione dei criteri di selezione e dei parametri di valutazione alla professione". "Gli Ordini devono tornare a giocare un ruolo coerente con le proprie leggi istitutive - prosegue Anelli - a contribuire quindi a definire le regole di un sistema in cui capacità e competenze professionali siano al centro. Un primario di ortopedia che non riesce ad abbattere il tempo di attesa per un intervento all’anca da dieci giorni ai due stabiliti per legge, deve essere sottoposto a valutazione per la riconferma dell’incarico". "Ci troviamo di fronte - conclude - alla grande sfida di riformare un sistema gravato da pesanti problemi. In questa sfida è bene che ognuno, politici e medici, giochino la propria parte in modo trasparente e responsabile. Solo così riusciremo a non alimentare un clima di sospetti e di commistioni vere o presunte che danneggiano la sanità pugliese, il lavoro dei suoi operatori e i vertici della politica regionale". Su queste vicende, dalla spartizione delle nomine dei dirigenti sanitari tra i partiti politici alla gestione degli uffici. |
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