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Legge di stabilità- Parte il fuoco incrociato su Letta. Gli italiani non temono la Troika. Anzi, è una salvezza
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Di ritorno dagli Stati Uniti, il premier Enrico Letta trova acque agitate in Italia sia all’interno del governo dove il viceministro dell’Economia Stefano Fassina sta per dare le dimissioni e Mario Monti è uscito da Scelta Civica e, quindi, dalla maggioranza sia fra le parti sociali per le reazioni alla legge di Stabilità. Manovra che, fino ad ora, non ha accontentato nessuno. Dalla Confindustria, il presidente dei Giovani Industriali Jacopo Morelli è stato più duro di Giorgio Squinzi parlando di "governo Letta sordo alle esigenze del Paese". "Se il governo annuncia come un trionfo quello di essere riuscito a sventare l’aumento delle tasse - ha osservato infatti il numero uno dei babies di Viale dell’Astronomia aprendo il tradizionale convegno di Capri - significa che è sordo alla voce del Paese reale". "Ci aspettavamo una legge di Stabilità coraggiosa e di rottura che segnasse la fine del rigore depressivo e l’avvio di investimenti per la crescita. Non è stato cosi’". Le tasse, ha puntualizzato, "dovevano calare non di uno 0,7% in tre anni ma di diversi punti e strutturalmente. Siamo stanchi di finanziarie del ’vorrei ma non posso’. Di buone intenzioni non è lastricata la via della ripresa". Morelli, poi, ha calcato la mano, spiegando che "all’estero l’Italia è vista da alcuni come un morto che cammina, con un debito record al 132% del Pil, in cinque anni 90 mila imprese manifatturiere in meno, larga parte della classe politica che agisce con atteggiamenti schizoidi: un giorno sembra di saggezza, l’altro di ordinaria follia". Dopo aver bocciato la manovra, con le segreterie unitarie di Cgil, Cisl e Uil che lunedì decideranno se indire anche uno sciopero generale, i sindacati tornano all’attacco. In particolare del leader di Corso d’Italia, Susanna Camusso ha criticato duramente il governo, definendolo "un governicchio, che non sceglie. "Ha messo la stabilità prima delle scelte del fare". Poi la presa di distanza dal Pd: "Non sono d’accordo con Epifani", ha spiegato commentando il giudizio sul provvedimento espresso dal segretario del Pd. Alla domanda se riconoscesse nell’Epifani segretario del Pd, l’ex segretario della Cigl, Camusso ha risposto: "Epifani fa cose molto diverse da prima, ma non è cambiato molto. Il lavoro ora non è più centrale come era nel periodo precedente". Intanto da Cernobbio, dov’è in corso il Forum Internazionale dell’Agricoltura, la Coldiretti ha presentato i risultati di un sondaggio che potrebbe creare scompiglio all’interno della maggioranza di governo. |
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