A giorni l’assegno nella posta: è la -mancia- di Bush
 







di c.l.d.b.




Nuovo tonfo per la fiducia dei consumatori Usa, proprio mentre sta per arrivare, nelle cassette delle lettere, il primo assegno di rimborso fiscale deciso da Bush. Forte lo scetticismo sull’efficacia della misura, che sembra anzi una mancia pro-McCain.
Ottocentomila americani riceveranno lunedì l’assegno, mentre già entro la fine di maggio saranno 50 milioni i beneficiari del pacchetto di stimoli salva-economia. I contribuenti che riceveranno il pagamento sono oltre 130 milioni, e già entro luglio tutto sarà finito. Arrivano quindi nelle tasche dei cittadini quei 110 miliardi di dollari stanziati da Bush in febbraio, quando era ormai chiaro che l’economia americana iniziava a scricchiolare. Ogni individuo con reddito annuo inferiore a 75 mila dollari riceverà in media 600 dollari, mentre ogni famiglia con meno di 150 mila dollari annui ne riceverà 1200. Trecento dollari aggiuntivi saranno distribuiti per ogni figlio a carico, e anche chi non ha reddito imponibile
riceverà la stessa somma, a patto che abbia compilato l’apposito modulo.
Per il presidente George W. Bush, i soldi nell’assegno «aiuteranno a far fronte agli aumenti dei prezzi del petrolio e degli alimentari», quindi sosterranno, almeno a breve, i consumi. Il giornale online CnnMoney calcola infatti che oltre un terzo dell’assegno andrà a coprire il salasso da caro-benzina, senza contare l’aumento di tutti gli altri prezzi, alimentari in testa. Una buona parte dello stimolo fiscale non andrà quindi ad aumentare la spesa per consumi in beni americani, rendendo sostanzialmente vano l’intervento anti recessivo. Le famiglie molto indebitate, in sofferenza coi pagamenti, potrebbero invece usare parte o tutto il rimborso per pagare la rata del mutuo, dando non poco sollievo al settore creditizio in crisi. Per il premio Nobel Joseph Stiglitz è una misura comunque insufficiente e tardiva.
Quel che invece è sicuro, è che i consumatori intervistati dall’Università del Michigan per il
calcolo dell’indice sulla fiducia di certo non fanno troppo affidamento sull’assegno di Bush. L’indice è infatti crollato a un nuovo record negativo in aprile: 62,6 punti contro i 69,5 di marzo, il minimo dal 1982. Il calo, avvenuto per il sesto mese consecutivo, è da imputarsi principalmente al caro-benzina e alla perdita di posti di lavoro. Negative questa volta le reazioni della borsa di New York, su cui hanno pesato anche i risultati non eccellenti di Microsoft. A Wall Street a metà seduta l’indice Dow Jones era sotto di 0,5%, mentre il Nasdaq perdeva l’1,33%. In rialzo il petrolio, ancora oltre i 119 dollari al barile, e non lontano dal record di martedì scorso.de Il manifesto