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Banca d`Italia, la rapina è servita
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Proprio mentre gli italiani chiedevano maggiore sovranità nazionale contro l’euroschiavitù, il cameriere delle banche, Enrico Letta, tramava il decreto 133 per abolire la Legge 262 sulla sovranità nazionale della Banca d’Italia. E’ infatti dal 2005, giorno dopo giorno, che questo quotidiano ha ricordato come la cosiddetta “legge Tremonti” (emanata a tutela del risparmio e dei cittadini italiani dopo il crack di Parmalat) e che imponeva alle banche illegittimamente in possesso delle quote di proprietà della Banca d’Italia, la restituzione di detti titoli allo Stato italiano, a noi tutti, cioè. Non c’era riuscito il governo Monti a cassare tale fondamentale obbligo. Lo ha fatto il governo Letta-Alfano: in un assordante il silenzio ha ridotto la quota di partecipazione in Banca d’Italia (ovvero il comando) dello Stato fino ad un ruolo di Cenerentola al 5,67%; - La Legge 262/05, determinante il rientro delle quote detenute dalle banche private allo Stato, era stata inapplicata per una scellerata mancanza dei decreti attuativi che le banche private non volevano fossero emettere, per lucrare sul capitale “patrimoniale” della nostra ex banca centrale. Nonostante sia evidente il fallimento delle politiche monetarie in mano a banchieri privati, costoro hanno così imposto l’assurda pretesa di gestire uno Stato sovrano come una loro società di capitali. Già la perdita della sovranità monetaria, regalata ad un soggetto privato quale la BCE aveva conformato il governo italiano, in un governo senza portafoglio e i suoi presidenti in maggiordomi- amministratori delegati di un consorzio di banche private con vertici anodini con sede a Basilea (Bri – Banca dei Regolamenti Internazionali) e Francoforte (leggi Banca Centrale Europea). L’esproprio della sovranità monetaria è la vera causa di centinaia di milioni di posti di lavoro persi, decine di milioni di nuovi poveri e d’ingenti entità quotidiane di suicidi. Gli uomini liberi d’Italia, le associazioni che si battono contro l’usura e l’eurocrazia diffidano le Presidenze di Camera e Senato nonchè i Deputati e Senatori del Parlamento italiano, a dare immediata attuazione al comma 10 dell’articolo 19 della Legge 262 del 28 Dicembre 2005, che così recita: “Con regolamento da adottare ai sensi dell’articolo 17 della legge 23 agosto 1988, n.400, è ridefinito l’assetto proprietario della Banca d’Italia e sono disciplinate le modalità di trasferimento… …, delle quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia, in possesso di soggetti diversi dallo Stato o da altri enti pubblici." Diffidano il parlamento a NON convertire in Legge il comma 4 dell’articolo 6 del decreto legge 133 del 30 novembre 2013 che pretende l’abrogazione del comma 10 dell’articolo 19 della Legge 262 del 28 Dicembre 2005. Già questo lunedì 6 gennaio, a Cagliari, di fronte alla Banca d’Italia in Largo Carlo Felice, si è svolta una prima manifestazione di popolo – tra l’altro organizzata dal locale Movimento 9 dicembre - contro la rapina che il governo della fame e dell’usura, Letta-Alfano intende arrecare alla nazione. Mandiamoli tutti a casa. Mario Fedi |
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