Bramosia dei ”volti nuovi”
 











Possiamo chiamarla ,cupiditas rerum novarum, traduco dal latino: bramosia delle cose nuove. Il mondo attuale , in cui non cambia nulla, diviso tra forze di “destra” conservatrici e di “sinistra” riformiste a parole, ma in realtà entrambe liberiste, euroatlantiche, favorevoli al capitalismo finanziario è di una noia mortale. L’aria è quella del gattopardo : “cambiare tutto per non cambiare nulla”. Chiunque governi farà le stesse cose del predecessore cambieranno solo gli esponenti della classe dirigente. La saggezza popolare dice : cambia i suonatori, ma non cambia la musica. Ovviamente in un’epoca di crisi profonda esiste una volontà di cambiamento, ma il sistema non lo premete. Allora abbiamo i surrogati del cambiamento. Basta cambiare il colore della pelle (vedi Obama) o l’età del primo ministro (vedi Zapatero) o magari il sesso che gli sprovveduti si illudono. Proprio l’esperienza di Zapatero ci insegna qualcosa. José luis Rodriguez Zapatero, nasce il quattro agosto 1960, diventa il principale esponente del partito socialista spagnolo. In seguito alle elezioni politiche del marzo 2004, all’età di 44 vanni, ricopre la funzione di primo ministro . Detiene questa carica fino al novembre 2011. Un certo tipo di intellettuali italiani, politicamente corretti, esaltano nel 2004 la novità di un quarantenne “socialista” al potere. Oggi che il ciclo di Zapatero al potere è terminato si possono trarre le conclusioni. L’economia spagnola è rimasta nelle mani dell’alta finanza, lo Stato sociale è stato distrutto, la ricchezza non è stata ridistribuita e l’esecutivo Zapatero non è riuscito a evitare le devastanti conseguenze della crisi economica. Francesco Saverio Merlino definisce il socialismo come il prevalere degli interessi generali su quelli particolari, da questo punto di vista Zapatero non si può considerare socialista, gli unici cambiamenti che ha provocato sono quelli relativi agli omosessuali. Qualcuno potrebbe argomentare che ritira le truppe dall’Irak, cosa peraltro positiva, però raddoppia il numero dei soldati in Afghanistan, in definitiva si tratta solo di un trasferimento di soldati. Obama non cambia il volto e le profonde ingiustizie della società statunitense. Il presidente Letta, in questi giorni, dichiara con grande entusiasmo, almeno a parole, la solenne ed epocale svolta dei quarantenni al potere ovvero lui stesso, Matteo Renzi e Angelino Alfano. Qualcuno potrebbe obbiettare che il presidente Letta è più vicino ai cinquanta che ai quaranta; ma non è questo il punto! L’Italia repubblicana è sempre stata comandata da politici anziani, non per questo saggi anzi, perciò si potrebbe salutare la “svolta” come una novità. Ho citato esempi provenienti dall’estero, ma anche l’Italia non si è fatta mancare nulla.
L’onorevole Luigi Lusi, celebre tesoriere della “margherita”, opera proprio a quarant’anni più o meno la stessa età di un altro rinomato tesoriere l’ex leghista Belsito. Potremmo anche
parlare dell’allora trentenne ex capogruppo del PDL alla regione Lazio Franco Fiorito o della Minetti che entra in politica a venticinque anni, ma ci fermiamo per carità di Patria.
Gli esempi dimostrano che certi episodi sono trasversali o come si dice nella lingua di Obama, bipartisan.
Non volendo generalizzare dobbiamo però ribadire che non conta avere uomini “nuovi”, ma idee nuove, ma queste mancano del tutto. L’unico cambiamento che il partito democratico può realizzare è quello della carta d’identità. Danilo Zongoli