"Il gas Tap per riconvertire Cerano,la Regione sia protagonista"
 











La centrale termoelettrica Enel di Cerano "si può riconvertire. E lo si può fare grazie al gas che Tap trasporterà". Il segretario pugliese del Pd, Sergio Blasi, invita la Regione a prendere in mano la questione ambientale della centrale e la polemica che accompagna la costruzione del nuovo gasdotto che dovrà approdare in Salento.
"Perché questo possa accadere la Regione Puglia - continua Blasi - e in particolare l’assessorato allo Sviluppo economico, devono assumere un ruolo da protagonisti. Un ruolo proattivo. Ma poi leggo che l’assessore Capone sta aspettando che sia Tap a prendere l’iniziativa. E poi leggo che Tap dice che deve essere la Regione. Un balletto dagli esiti imprevedibili, insomma. Mi chiedo cosa ne pensa veramente Nichi Vendola".
"So che tra gli obiettivi più importanti dei suoi due mandati (di Vendola, ndr) - spiega Blasi - c’era quello di disinquinare l’ambiente, ma anche il dibattito pubblico brindisino e pugliese da quel
fatalismo per cui le cose al Sud cambiano se è qualcun altro che le cambia per noi. Nel caso in specie, come dice la Capone: se Enel e Tap decidono di modificare il loro progetti". "Come se non avessimo appreso l’intera lezione della colonizzazione industriale della Puglia nel secondo Novecento: queste multinazionali dell’energia - rileva - non computano nei loro bilanci gli interessi dei contadini di Cerano, dei cittadini di Brindisi e di quelli che respirano le polveri inquinanti nel Salento. Ci vuole l’iniziativa politica e poi il protagonismo di chi governa il territorio per affermarli. Aspetti che non colgo, e me ne dispiace, nelle dichiarazioni dell’assessore".
"Vendola ha fatto bene a chiedere la revisione dell’Aia per la centrale Federico II. Ma occorre cambiare ulteriormente passo: cercare - conclude - un’intesa per riconvertirla favorendo un accordo commerciale. Non a fronte del rischio di non farcela. Ma a fronte del rischio, per chi emette polveri inquinanti sul nostro
territorio o realizza infrastrutture impattanti, di dover fare le valigie. Perché in Puglia comandano i pugliesi e non le multinazionali dell’energia".