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Su Fb i 15 punti di Emiliano "Ecco tutta la verità su Di Paola"
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"Chiederò alla Procura della Repubblica di Bari di essere sentito. Deciderà così la Procura se non sia il caso di aprire nei confronti del Di Paola il quinto procedimento d’accusa, visti i quattro già ammessi dallo stesso nel corso della sua conferenza stampa". Il sindaco Michele Emiliano affida a un post sul suo profilo facebook le considerazioni sulla vicenda dell’ex amministratore unico di Aeroporti di Puglia, Domenico Di Paola, candidato primo cittadino per Forza Italia alle prossime elezioni comunali. Il sindaco si dilunga sull’analisi di quelli che definisce "i compensi illegittimamente gonfiati" relativi alla funzione di responsabile della sicurezza dei quattro scali pugliesi, e "sui costi di sorveglianza della abitazione privata dell’ineffabile Di Paola sostenuti con danaro pubblico". Il primo cittadino dice di "voler fare chiarezza sull’accaduto" e riferisce che dalla Regione Puglia, dopo la pubblicazione da parte di Repubblica dell’ammontare delle somme percepite, è stato spiegato che "nessuno si era mai accorto degli impressionanti compensi di Di Paola almeno sino all’ultimo rinnovo dell’incarico. Quando il presidente Vendola ne viene a conoscenza decide per questa ragione di non confermarlo nell’incarico". In pratica il sindaco sottolinea che in un verbale dell’assemblea della società Aeroporti di Puglia del 2007 c’è una quadruplicazione del compenso per la funzione di Safety Accountable Manager, prevista dal regolamento Enac, di 70 mila euro lordI per ciascuno degli scali pugliesi, che si aggiungeva al normale emolumento per il ruolo di amministratore, senza che questo particolare bonus fosse stato discusso durante la stessa assemblea. Ecco, integrale, il post di Emiliano: Tutta la verità niente altro che la verità sui compensi illegittimamente gonfiati e sui costi di sorveglianza della abitazione privata dell’ineffabile Di Paola sostenuti con danaro pubblico 1)L’anno si è aperto con la polemica relativa ai compensi milioniari percepiti dall’Ing. Di Paola per gli anni in cui è stato Amministratore Unico di Aeroporti di Puglia. Voglio fare chiarezza sull’accaduto su questa bacheca fb sulla quale fino ad oggi non ho voluto commentare per evitare che la bagarre coprisse la verità. Partiamo da fatti. Qualche giorno fa il quotidiano Repubblica si accorge di questa anomalia e denuncia il fatto. Chiedo subito conferma al Capo di Gabinetto del Presidente della Regione Avv. Pellegrino che mi dice che effettivamente nessuno si era mai accorto degli impressionanti compensi di Di Paola almeno sino all’ultimo rinnovo dell’incarico, quando il Presidente Vendola ne viene a conoscenza decide per questa ragione di non confermarlo nell’incarico. 2) La reazione di Di Paola è scomposta, dice che io mento nel dire che non sapevo di questo stipendo così sproporzionato. Ma se si legge il verbale 23 aprile 2007 della assemblea di ADP, il verbale redatto dal notaio che viene invocato a difesa dal Di Paola stesso, ci si accorge subito che c’è qualcosa che non va. Il notaio non verbalizza nessuna discussione sulla quadruplicazione del compenso per Responsabile della Sicurezza e nella parte dispositiva del verbale scrive testualmente che l’assemblea delibera : “di riconoscere allo stesso Ing. Di Paola l’indennità per la funzione di Safety Accountable Manager, prevista dal Regolamento Enac per la costruzione e l’esercizio di ciascuno dei 4 (quattro) Aeroporti Pugliesi (Bari, Brindisi, Foggia e Grottaglie) nella misura di Euro settantamila annui al lordo delle ritenute fiscali e previdenziali.” 3) La lingua italiana non consente equivoci. La parte deliberante del verbale non dispone affatto la quadruplicazione del compenso, perché se così l’assemblea avesse deliberato, la parola “ciascuno”, non avrebbe seguito le parole “la costruzione e l’esercizio”, ma le parole “Euro settantamila”. E in ogni caso a verbale non si attesta la già avvenuta certificazione di sicurezza a quella data degli aeroporti di Grottaglie e di Foggia. Perché mai dunque il Di Paola avrebbe dovuto essere pagato per la sicurezza di aeroporti non ancora certificati? Si potrà dire che la frase verbalizzata è equivoca e che non si capisce bene a cosa dovesse essere riferito quel “di ciascuno”, ma tale dubbio non cambierebbe nulla, perché una formula equivoca non può dare luogo a un’obbligazione sproporzionata e ingiustificata, che quadruplica un compenso senza spiegazione logica alcuna, determinando un sovraccarico finanziario per un’azienda pubblica di milioni di euro. E tutto avviene per una condotta del Di Paola che si appropria senza causa della somma di 210mila euro per sei anni. 4) Se per il solo aeroporto di Bari nel 2004 era stata stabilita la somma di 70mila euro, per quale ragione la stessa somma avrebbe dovuto spettare anche per due aeroporti di Grottaglie e Foggia a traffico quasi zero rispetto a quello di Bari e con introiti enormemente inferiori per ADP? Se vi fosse stata una reale discussione sul compenso da parte dei soci senz’altro questo evidente elemento di iniquità sarebbe venuto fuori, come sarebbe venuta fuori l’assurdità di un compenso accessorio per la sicurezza di centomila euro più alto rispetto a quello principale di Amministratore Unico! Se Di Paola si è fatto pagare per Foggia e Grottaglie anche prima che questi due aeroporti venissero certificati, per questi ultimi, anche secondo la sua tesi difensiva, avrebbe percepito illegittimamente il danaro. Visto che il responsabile della sicurezza deve accertare la conformità della organizzazione e delle strutture di un aeroporto al certificato di sicurezza del medesimo. 5) La prova che questa quadruplicazione non è mai stata discussa e che sarebbe stata ritenuta assurda dai soci e in particolare dalla Regione Puglia, sta nel fatto che all’attuale Amministratore Unico Giuseppe Acierno viene corrisposta una somma di soli 120mila euro, con espresso divieto di compensi supplementari. In espressa cautela al fine di evitare l’appropriazione di cui si era resa responsabile il Di Paola. 6) Attualmente l’incarico di Safety Accountable Manager viene svolto dal direttore generale di ADP, anche in questo caso senza alcun compenso supplementare. 7) E’ evidente che i soci, ed in particolare la Regione Puglia, furono sorpresi dalla quadruplicazione in concreto autodeterminata dallo stesso Di Paola interpretando a proprio favore il verbale del 23 aprile 2007, altrimenti non lo avrebbero allontanato alla scadenza del suo mandato. Se vi fosse stata effettiva proposta da parte del Di Paola di quadruplicarsi il compenso, esperti amministratori avrebbero certamente sollevato la questione della necessità di mettere a gara l’incarico professionale di responsabile della sicurezza, perché non è possibile che colui che dirige l’azienda, in quel caso l’Amministratore Unico, sia anche colui che – come recita il regolamento Enac – certifica l’idoneità della procedure e della organizzazione dell’aeroporto ai fini del rispetto delle norme sulla sicurezza del volo. 8) Che senso ha infatti chiedere tale certificazione allo stesso Amministratore Unico che è padrone assoluto dell’azienda, che predispone l’organizzazione e i mezzi che devono essere poi certificati? La nomina di Di Paola quale manager della sicurezza era dunque comunque viziata da conflitto di interessi, in danno degli altri professionisti che avrebbero potuto partecipare al bando, e soprattutto in danno dell’Azienda che in questo modo, in caso di incidente, non avrebbe mai potuto sottrarsi alla responsabilità di averlo provocato, neppure invocando la certificazione di sicurezza, visto che pure questa era prodotta dall’Amministratore Unico suo dipendente. 9) Come definireste una persona così? Che pure di portare a casa dei soldi in misura sproporzionata non ha esitato a interpretare a suo piacimento il verbale del 23 aprile 2007, a violare normative, regole di buona amministrazione, di prudenza e soprattutto la morale comune che non consente a nessuno di guadagnare somme così alte per una nomina eminentemente politica, in un’azienda a totale capitale pubblico? 10) Per queste mie precisazioni Di Paola mi vuole chiedere un risarcimento danni di un milione di euro. Io non posseggo un patrimonio che arrivi a questa somma e dunque i miei familiari sono molto spaventati dalla minaccia di questo individuo. Ho dovuto tranquillizzarli, come facevo dopo ogni notizia di progetti di attentato ai miei danni quando ero magistrato. E ho detto loro ciò che gli dicevo allora: è mio dovere andare avanti, anche prendendomi i rischi del caso. Noi cittadini quanti soldi dovremmo chiedere a Di Paola per tutto il danaro che si è portato via? E soprattutto quanti soldi dovrei chiedergli io, da lui definito “mentitore”, per avere spiegato all’opinione pubblica cosa aveva combinato? Se sarà il caso ne discuteremo in Tribunale, ma quel che mi preme è discuterne nell’assemblea di ADP nella quale chiederò che Di Paola restituisca le somme percepite indebitamente. 11) Chiederò che restituisca anche tutto il danaro speso da ADP per sorvegliare la sua privata abitazione e i suoi beni. Sul punto le sue risposte durante la conferenza stampa sono state balbettanti. Ha sostenuto che la “Security” dell’aeroporto gli abbia imposto la sorveglianza della sua abitazione contro il suo volere: come se la “security” fosse un ufficio autonomo dall’Amministratore Unico, notoriamente capo supremo per legge e di fatto. Questa sorveglianza è durata per anni ed anni, affidata ad una società privata. La stessa che aveva rilevato il “pericolo”. Ricordo a tutti che se una persona si trova realmente in pericolo, questo viene accertato solo ed esclusivamente dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal Prefetto e del quale fa parte anche il sindaco, oltre ai Comandanti di tutte le forze dell’ordine. Nessun ufficio di security di un aeroporto può determinare sua sponte la sussistenza di una situazione di pericolo. La legge non lo consente. Dunque se sono stati spesi soldi pubblici per la sorveglianza della abitazione privata del Di Paola senza previo provvedimento del Comitato suddetto che lo ordinasse, la spesa è illegittima e va restituita, anche perché la sorveglianza fissa della abitazione privata è misura eccezionale che è stata adottata e autorizzata molto raramente, solo per un concreto ed imminente pericolo di vita. Ancora una volta come definireste un tizio che approfittando del suo potere padronale su una struttura pubblica approfitta di questa situazione e si fa sorvegliare casa spendendo circa 500mila euro dei cittadini italiani? 12) Se il pericolo fosse stato fondato, per fortuna sembra che non fosse così, sarebbe stato coinvolto in questo difficile e rischioso lavoro, personale non specializzato abituato al massimo a sorvegliare una banca, non certo una persona in concreto e attuale pericolo di vita. 13) Di Paola, si dice, è un signore, e si difende mostrando a tutti un sms privato che gli mandai chiedendogli di incontrarlo visto che aveva deciso di candidarsi a sindaco. Era mio preciso dovere parlargli e, visto che era stato un fedelissimo sostenitore anche politico del Presidente Vendola per molti anni, ero convinto che volesse candidarsi per il centrosinistra e vista la sua risposta positiva ho continuato a pensare che volesse farlo con la parte politica che lui stesso aveva sostenuto per anni sino a quel momento. Ma non ho fatto in tempo a tornare da Pechino che ho appreso che Di Paola si vantava di essere il candidato di Raffaele Fitto. Certo tutto può accadere, ma che un uomo che ne tradisce un altro per mettersi al fianco del suo avversario, possa poi essere riaccolto non è certo una bella storia. Per nessuno dei protagonisti. Ma su questa sua decisione non ho nulla da dire. Del resto non aveva tradito me, ma prima Fitto e poi Vendola. 14) L’unica ragione che mi ha spinto a spiegare all’opinione pubblica il disdicevole stile istituzionale del Di Paola, è stata la notizia, che mi ha sorpreso, delle sue incredibili retribuzioni e dell’abuso commesso nell’addossare al contribuente i costi della sorveglianza della sua abitazione privata. E ho fatto tutto questo in adempimento del mio dovere di Sindaco di Bari, città socia degli Aeroporti di Puglia assieme agli altri capoluoghi di provincia ed alla Regione Puglia. E’ mio dovere andare fino in fondo a questa storia ed alle altre che dovessero emergere sulla condotta del Di Paola. 15) Ed è per questo che chiederò alla Procura della Repubblica di Bari di essere sentito. Deciderà così la Procura se non sia il caso di aprire nei confronti del Di Paola il quinto procedimento d’accusa, visti i quattro già ammessi dallo stesso nel corso della sua conferenza stampa.
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