|
|
Obama al Congresso: svolta nel 2014, "Se mi bloccano agirò da solo"
|
|
|
|
|
|
|
|
|
E’ un Obama determinato, quello che parla al congresso nel suo quinto discorso sullo Stato dell’Unione. Un Obama consapevole - almeno così pare - della condizione di stallo in cui giacciono molte delle sue promesse per troppo tempo rimaste lettera morta e ostaggio dei Repubblicani e delle lobbies, dentro e fuori il suo stesso partito. Il presidente americano si è detto deciso a fare del 2014 l’anno della svolta per l’America, un anno di azione per affermare la sua agenda politica e sociale. ’’L’America non resterà immobile - ha assicurato - e tantomeno il suo presidente’’. Vi è ovviamente da chiedersi perché non abbia usato eguale determinazione nel lustro precedente, ma tant’è. Almeno nelle parole la fermezza c’è: ’’Se il Congresso si rifiuterà di prendere le misure necessarie per sostenere la classe media, le famiglie americane, agirò per decreto’’, ha detto citando alcuni fra i temi più contrversi del dibattito politico Usa, come il salario minimo, l’indicizzazione delle retribuzioni, la lotta alla disoccupazione, l’immigrazione, la discriminazione delle donne (che guadagnano meno, 77 centesimi per ogni dollaro guadagnato da un uomo). E ancora: la necessità di garantire a tutti lo stesso standard di servizi sociali, a partire dagli asili nido (obiettivo che può essere raggiunto solo con una profonda revisione del sistema fiscale, prelevando dai ricchi le risorse necessarie), la stretta sulle armi. Obama è tornato a difendere con forza anche la riforma sanitaria, per quanto edulcorata dai compromessi che ne hanna limitato portata ed efficacia e nonostante gli abbia fatto perdere gran parte della sua popolarità: ’’Nessun americano - ha detto con orgoglio - resterà più senza una copertura". E per non restare nel vago, ha annunciato una dozzina di decreti già pronti, pensati per far progredire le condizioni di vita di milioni di americani e per combattere le crescenti diseguaglianze. Diseguaglianze che ancora oggi penalizzano un bambino americano solo per la sua razza, o per il luogo in cui nasce. Difficile immaginare una tregua con la destra, se il presidente farà davvero sul serio. Obama ha poi affrontato i temi della politica estera, a partire dall’Iran: ’’Se Kennedy e Reagan hanno trattato con l’Unione Sovietica - ha detto - non vedo perchè non lo possiamo fare con avversari meno forti. Abbiamo il dovere di provare’’, usando al meglio la diplomazia e ribadendo perciò come in questa fase egli opporrà il suo veto a nuove sanzioni contro Teheran. Infine la nuova promessa su Guantanamo: ’’La chiuderemo quest’anno’’. Insomma, Obama garantisce che quello in corso sarà un anno all’attacco, anche su clima ed energia. Staremo a vedere. |
|