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Inps, "siamo al limite". Non sono possibili altri tagli
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L’Inps è ad una "situazione limite" nella quale non ci sono "ulteriori margini" per tagli alla spesa e al personale "senza incidere sui livelli di servizio per la cittadinanza". E’ quanto si legge nel documento consegnato dal commissario straordinario Vittorio Conti alla commissione parlamentare di controllo sugli enti previdenziali. Con l’attuazione delle norme sulla spending review, a partire dal 2012, l’Inps ha ridotto le spese di funzionamento per 515,7 milioni di euro "strutturali da riversare annualmente in entrata al bilancio dello Stato". Di più non si può fare, anche perché è previsto un taglio dei dirigenti del 20% e del 10% del personale non dirigenziale. Il rischio è il colasso di tutto il sistema. La missione dell’istituto è chiara e messa nero su bianco dal commissario. "L’Inps - spiega il documento - si colloca in un contesto particolarmente complesso e mutevole, richiedendo ulteriori spinte di trasformazione organizzativa e tecnologica per il conseguimento del proprio mandato. In un tale scenario, il Piano Industriale rappresenta un quadro organico di azioni di sviluppo che sono state individuate per realizzare il raggiungimento degli obiettivi strategici di: mantenimento degli elevati standard di qualità dei servizi erogati e garanzia della continuità e funzionalità dell’azione amministrativa nell’ottica di un sempre maggior efficientamento delle procedure; diffusione della cultura previdenziale e contribuzione nel percorso di evoluzione del settore della previdenza e della assistenza, anche con riferimento al mercato del lavoro; valorizzazione delle specializzazioni e del capitale umano, quale risorsa principale e punto di riferimento tra la Struttura e i beneficiari dei servizi offerti". La conclusione non lascia spazi ad altri tagli. "Il raggiungimento degli ambiziosi risultati attesi nel contesto delineato - si legge ancora - porta tuttavia l’Istituto a una situazione limite nella quale non sarebbe più possibile sfruttare ulteriori margini di efficientamento senza incidere sui livelli di servizio per la cittadinanza". "L’attuazione delle norme sulla Spending Review, e quindi il conseguimento di obiettivi di riduzione delle spese di funzionamento pari a 515,7 milioni strutturali da riversare annualmente in entrata al bilancio dello Stato, unita alle norme sulla contrazione del personale dell’Inps, che prevedono la riduzione del 20% degli uffici dirigenziali, di livello generale e non, e del 10% della spesa complessiva relativa al numero dei posti in organico del personale non dirigenziale, configurano - prosegue il documento - uno scenario gestionale nel prossimo triennio, dove: è sostanzialmente raggiunto il limite massimo di produttività pro-capite media mensile del personale, calcolato come rapporto tra i livelli di produzione attesi e il personale in forza; esiste una oggettiva difficoltà a tendere nel mantenimento della qualità dei servizi erogati ai cittadini connessa soprattutto all’aumento delle giacenze e al prolungamento dei tempi di risposta; si avverte l’esigenza di monitorare costantemente il rischio reputazionale derivante dalla crescita costante delle attività in funzione dei crescenti bisogni e la consapevolezza che si dovrà, in funzione di quest’ultimo, agire secondo precise priorità gestionali". "Per continuare ad essere un’Amministrazione di qualità e permanere nell’eccellenza, e quindi contribuire alla competitività del sistema economico e al miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini, è pertanto indispensabile - conclude il documento - una garanzia sulle prospettive di sviluppo e sulle risorse necessarie che consentano di valorizzare gli investimenti fino ad oggi effettuati".
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