Land Grabbing, uno dei colossi alimentari dice "Basta" con l’accaparramento delle terre
 











Il colosso americano PepsiCo adotterà un piano per prevenire nella sua filiera produttiva il land grabbing, il grave fenomeno di accaparramento delle terre da parte dei colossi internazionali dell’industria alimentare e dei biocarburanti. Entro il 2014 effettuerà valutazioni sociali e ambientali partendo dal Brasile per poi proseguire con Messico, Thailandia e Filippine. La campagna Oxfam Scopri il marchio ha influenzato questa decisione, con una raccolta firme che in poco tempo ha visto circa 272 mila partecipazioni. L’annuncio della PepsiCo segue quello della Coca-Cola Company del novembre scorso.
La forza dei consumatori. "Nessuna azienda - afferma Elisa Bacciotti, direttrice Campagne di Oxfam Italia - può permettersi oggi di non dare ascolto alle richieste dei propri clienti. Senza il sostegno degli oltre 272mila consumatori che hanno a gran voce richiesto a PepsiCo e alle altre multinazionali dell’alimentare di rispettare i diritti delle
comunità che vivono nei territori da cui traggono materie prime, tutto questo non sarebbe stato possibile". Oltre ai due colossi, il terzo marchio chiamato in causa è l’Associated British Food (ABF) che recentemente ha adottato politiche che impongono la necessità di ottenere "un consenso libero, preventivo e informato  delle comunità coinvolte in operazioni di compravendita  della terra".
Il fenomeno del land grabbing. Secondo il rapporto Oxfam Zucchero amaro, dal 2000 sono circa 800 le compravendite di terreni su larga scala  (per una superficie estesa come l’Italia) utilizzate dai grossisti  per rifornire le grandi multinazionali di materie prime (soprattutto zucchero, soia e olio di palma). Spesso queste acquisizioni implicano  una violazione dei diritti umani e la perdita per molte comunità basate sull’agricoltura dei beni di sussistenza. Inoltre la proprietà delle terre da parte degli autoctoni garantisce anche la conservazione
dell’ecosistema.
L’impegno di PepsiCo. La multinazionale ha deciso di adoperarsi pubblicando le valutazioni sociali e ambientali nei quattro paesi dove si rifornisce di materie prime in Asia e America Latina e nel cercare il consenso libero e informato nelle compravendite di terra. Inoltre renderà noti i principali Paesi in cui si rifornisce di olio di palma, soia e zucchero. Assicurerà anche la sua collaborazione con i Governi  per sostenere pratiche responsabili di gestione dei diritti fondiari. "Le politiche che PepsiCo ha adottato - afferma Bacciotti - influenzeranno anche il comportamento dei propri fornitori che, se vorranno continuare a fornire a PepsiCo le proprie materie prime, devono dimostrare che la terra da cui si riforniscono è stata acquisita responsabilmente. Soprattutto verranno adottate misure preventive per evitare quei conflitti che costringono i piccoli agricoltori a lasciare la loro terra e le loro case". Chiara Nardinocchi,repubblica