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Così sarà il Senato di Renzi
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Non è che abbia concesso molti margini di modifica al suo progetto di riforma costituzionale, Matteo Renzi. Non si è curato molto dei malumori del presidente del Senato, né dei suoi colleghi di partito. Sì, cambia il nome, che da Asssemblea delle autonomie diventa Senato delle autonomie, ma il testo varato dal consiglio dei ministri non si distanzia di molto, infatti, dalla bozza presentata da Renzi il 12 marzo. Ci sono però alcune modifiche - che come annunciato dal ministro Maria Elena Boschi - sono evidenziate nel documento consegnato ai capogruppo del Senato e ai partiti del patto delle riforme e pubblicato dall’Espresso. Il documento è ancora ad uso riservato, però, perché anche alla commissione affari costituzionali del Senato, in audizione, il ministro Boschi si è presentata senza un documento depositato ufficialmente. Sembra ci sia spazio quindi per ulteriori modifiche dell’ultimo minuto. Ad esplicita domanda del senatore Calderoli, infatti, Boschi ha risposto che il testo della riforma non è ancora depositato. “Per ora c’è stata solo una relazione programmatica del ministro alla commissione” ricostruisce con l’Espresso la senatrice Isabella De monte. Ma nulla di strano, “tempi tecnici” dice la senatrice: “intanto giovedì il ministro risponderà alle ossevazione mosse dai colleghi in commissione”. Il testo del governo “dubito che possa esser modificato” continua De Monte, altra cosa è però che esca così come è entrato dalla commissione e dal Senato: “il ministro ha detto chiaramente che c’è una disponibilità su alcune modifiche”. Il punto è capire se queste basteranno a far rientrare i malumori di Forza Italia, ora intenzionata a non votare la riforma: “è presto per dirlo”.Se saranno più significative di quelle fatte finora. Sulla composizione del Senato Renzi ha concesso ad esempio che regioni e comuni fossero ugualmente rappresentate. E quindi due sono i consiglieri regionali che ogni regione manderà a Roma e due, invece di tre, sono i consiglieri comunali, sempre per regione. “Il testo è stato a disposizione per venti giorni e abbiamo raccolto molte segnalazioni” ricordava il premier presentando la riforma. E il tempo è bastato evidentemente per correggere la svista sulla durata dei mandati dei sindaci-senatori. Più correttamente rispetto alla prima versione il testo oggi specifica che la durata del mandato dei senatori “coincide con quella degli organi dell’istituzione territoriale nella quale sono eletti”. Nella bozza del 12 marzo si imponeva la durata fissa di 5 anni, senza prevedere dunque l’eventualità non remota di un mandato interrotto prematuramente. Tra le novità più significative, poi, c’è il limite agli emolumenti per presidente, componenti Giunta regionale e consiglieri regionali: non dovranno superare "quelli attribuiti ai sindaci dei comuni capoluogo della regione". Tornerà “senatore di diritto” ogni ex presidente della Repubblica. La bozza del 12 marzo aveva spostato gli ex del Quirinale a Montecitorio, insieme ai deputati. Il nuovo Senato “non si occuperà di bilancio” ha detto Matteo Renzi, ma in realtà rispetto alla sua prima bozza è stata introdotta la possibilità di esprimere un parere sulle leggi “di cui all’art 81”, cioè di bilancio. Il Senato potrà proporre modifiche entro 15 giorni dalla data di trasmissione, così come potrà fare su ogni altra legge o documento all’esame della Camera. Composizione Il “Senato delle autonomie” sarà composto dai presidenti delle giunte regionali e delle Province autonome di Trento e di Bolzano. In rappresentanza delle Regioni, ci saranno due consiglieri regionali eletti dai colleghi e due sindaci eletti da una assemblea dei sindaci della regione, i sindaci dei comuni capoluogo di Regione. Rimarranno anche i 21 senatori nominati dal presidente della Repubblica, che resteranno in carica sette anni. Tra questi in automantico gli ex presidenti della Repubblica e gli attuali senatori a vita che non prenderanno indennità. In tutto i membri saranno 148 e manterranno la competenza sulle riforme costituzionali. Il Senato può dare parere sulla legge di bilancio Sulla legge di bilancio approvata dalla Camera, il Senato delle Autonomie può deliberare proposte di modifica entro 15 giorni dalla data di trasmissione del relativo provvedimento, ma deve farlo a maggioranza assoluta dei suoi componenti. Il Senato può svolgere anche attività conoscitive e formulare osservazioni su ciascun progetto di atto normativo o documento all’esame della Camera. Allo Stato competenza su salute e sicurezza sul lavoro Lo Stato avrà competenza legislativa esclusiva sulle norme "generali per la tutela della salute, la sicurezza alimentare e la tutela e sicurezza del lavoro". E’ questa una delle novità, rispetto alla bozza del 12 marzo, contenute nel testo di riforma costituzionale approvata dal Cdm. Lo Stato avrà competenza esclusiva anche sull’ordinamento "degli enti di area vasta", che prendono di fatto il posto delle province dopo il ddl Delrio, su ambiente, turismo e protezione civile. Per le regioni tetto agli emolumenti come per i comuni Altra novità contenuta nel testo di riforma costituzionale riguarda gli emolumenti per presidente, componenti della Giunta regionale e consiglieri regionali che avranno come limite l’importo "di quelli attribuiti ai sindaci dei comuni capoluogo della regione". Abolizione del Cnel e dei rimborsi ai gruppi regioni Le disposizioni del ddl costituzionale del governo che riforma il Senato e il Titolo V della Carta si applicano a decorrere dalla legislatura successiva a quella in corso, ad eccezione delle norme che riguardano l’abolizione del Cnel e il divieto di rimborsi ai gruppi politici regionali, che invece "sono di immediata applicazione". Luca Sappino,l’espresso
Il documento approvato dal Governo |
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