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”Riforme” in panne, ma Renzi non si scompone |
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Si prenda una qualunque autostrada e al casello risulterà che sono scattati gli ennesimi aumenti. Si comprino dei beni essenziali e si paghino le utenze fondamentali e per le famiglie italiane sarà l’ulteriore salasso in crescendo. 80 euroE’ una constatazione semplice semplice. E, con tali pesi a gravare sempre di più sulle spalle dei cittadini, quale potrà mai essere l’effetto-rilancio strombazzato da Renzi con i famosi 80 euro al mese in più per i redditi minori – e solo quelli – e varato “grosso modo” con il def del governo ancora da sottoporre agli eurocrati-esaminatori di Bruxelles? Infimo, anzi: invisibile. Tanto più che la bozza del def (che diventerà decifrabile soltanto alla vigilia di pasqua) ipotizza coperture di 6,5 miliardi – e tutti da verificare – su 10. Già a occhio latitano 3,5 miliardi. Ma il prode Renzi prosegue imperterrito sulla sua strada di spacciatore di riforme a saldo. A chi gli fa notare la mancata quadratura dei conti, risponde con il solito sorrisino e si trincera dietro inviti a “stare tranquilli”, perché “lui sa come fare”… Ma che sappia esattamente cosa fare è un evidente pio desiderio. riforma elettoraleGuardate alla proclamata (e per le tasche degli italiani abbastanza inutile) “riforma elettorale” che aveva promesso come primo obiettivo per febbraio: oltre ad essere l’ennesima porcata che premia i partiti dell’oligarchia destra-sinistra, regala seggi ai più forti, impone soglie per evitare una libera rappresentanza popolare alle opposizioni e ripropone i famigerati listini delle segreterie dei partiti, resta affossata dalle polemiche. E non solo quelle con una Forza Italia che un giorno denuncia lo stravolgimento dei modi e dei tempi del “patto del Nazareno” e il giorno dopo si dichiara “possibilista” sui tempi delle modifiche costituzionali sul Senato… ma quelle, assai più pericolose per il presidente-segretario, mosse dagli esponenti interni al suo partito democratico. Questo fronte interno, espresso da Vannino Chiti e sostenuto da gran parte dell’intellighentsia dem, non è certo cosa da poco. Sul ddl Chiti, che ha presentato un proprio ddl sostenuto da 22 senatori che limita a 106 i seggi di Palazzo Madama, bloccando il mostruoso “pacchetto di controllo” di 21 e più senatori di nomina presidenziale e ripristina l’eleggibilità di tale Senato, è infatti probabile possano convergere i voti del Movimento 5 Stelle. Con un effetto affossa-riforma-renziana. E i dolori renziani non si esauriscono soltanto su queste lande. E’ tutto il lungo proclama “riformistico” reso noto fin qui con la grancassa che fa acqua da tutte le parti. antieuroMa le elezioni europee incombono e il presidente del Consiglio non può che “spacciare sonno” per addormentare gli italiani e contrastare gli anti-euro e gli anti-Ue, dalla Lega a Fratelli d’Italia passando per Grillo. In fondo è esclusivamente questo il compito che gli è stato assegnato. Che poi i cittadini italiani possano risvegliarsi con una mano davanti e l’altra di dietro, beh, quello è un effetto collaterale. Mario Fedi |
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