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L’agenda di Renzi, subito la digitalizzazione.
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La Riforma della legge elettorale, ora all’esame del Senato, entro settembre. Stessa dead-line per la deliberazione da parte del Parlamento sulla riforma del Senato e del Titolo V, per poi approvare definitivamente le riforme costituzionali entro dicembre 2015. Da subito, cioè da maggio, gli 80 euro in busta paga, la Garanzia giovani e la ristrutturazione della pubblica amministrazione. Sono alcune delle scadenze indicate dal Documento di economia e finanza appena pubblicato dal ministero dell’Economia e siglato da Renzi e Padoan all’insegna di "urgenza e ambizione". Un lavoro corposo, un libro mastro (nella speranza che non diventi un libro dei sogni) che raggruppa le stime sull’economia italiana per i prossimi anni e i disegni di riforma che l’esecutivo intende portare avanti. Il Def arriverà alle camere già lunedì per il primo giro di audizioni e per andare poi in votazione il 17 aprile. Proprio la parte dedicata al Piano nazionale delle riforme offre un calendario preciso dei provvedimenti che il governo intende adottare. Anche nel brevissimo termine, visto che - oltre quelli sopra citati - non mancano "azioni" da adottare già nel maggio 2014. E’ il caso ad esempio della voce "Open data, digitalizzazione e semplificazione", che prevede la migrazione della Pa sulla rete anche con la realizzazione della nuova anagrafe dei cittadini, dell’identità digitale e le norme per la fatturazione elettronica. Attuazione prevista in pochi giorni anche per il Piano degli aeroporti e per la ricognizione dei porti, che dovranno anch’essi venir censiti in un apposito Piano. Bisognerà aspettare un mese in più, giugno, per mettere mano alla giustizia e al sistema carcerario. A luglio, poi, si prevede il completamento dell’iter del disegno di legge delega sul riordino delle forme contrattuali. Ma dovrebbe finire in quel mese l’intero cantiere sul lavoro, che significa anche riorganizzazione degli ammortizzatori sociali tra le altre cose. Sempre per luglio è previsto il completamento del Piano scuola, con i suoi 2 miliardi di dote per la tutela della sicurezza scolastica. Dopo la pausa agostana, a settembre Renzi vuol tornare alla carica anche con il rilancio degli investimenti e con il "potenziamento del credito di imposta". Nell’azione rientra anche il rafforzamento per 670 milioni del Fondo centrale di garanzia per il credito alle Pmi, con una dotazione di 3 miliardi nel triennio. La ripresa dell’attività di governo dopo l’estate è dedicata soprattutto alle imprese, visto che il Def colloca sempre a settembre il tema dell’ampliamento delle fonti di finanziamento per le imprese, con minibond e contributo degli investitori istituzionali in cima all’agenda. Ma sarà da monitorare anche il percorso della "voluntary disclosure", cioè l’emersione e rimpatrio di capitali dall’estero che dovrebbe essere definita proprio dopo le vacanze per terminare alla fine di settembre. Un tema che sembra doversi riscaldare anche alla luce delle promesse di Renzi sulla lotta all’evasione. Il mese successivo, ottobre, sarà quello del pagamento dei debiti arretrati della Pa, ma il governo vuole affiancarvi una "regulatory review" per semplificare il sistema delle autorizzazioni per cittadini e imprese e riformare la conferenza dei servizi. Ancora, in autunno dovrebbe vedere la luce una disciplina speciale che regoli il Partneriato Pubblico Privato e consenta di coinvolgere i privati nelle grandi opere infrastrutturali. Via poi alla revisione del sistema del Trasporto pubblico locale, cui (dal dicembre 2014) si affiancherà la riorganizzazione del mondo ferroviario, rimettendo mano ai cosiddetti servizi "universali", rivedendo il finanziamento pubblico e aprendo "progressivamente" alla concorrenza. Ottobre sarà anche il mese per adottare il Piano strategico Nazionale del Turismo, che ha una finalità che potrà sembrare già sentita quale "considerare il turismo come una grande opportunità per il Paese". Ancora a ottobre, ma con prospettiva anche per il triennio 2015-2017, afferisce la voce "Investimenti, impiegare meglio le risorse". Il governo scrive che punta a completare i programmi di spesa cofinanziati dai fondi strutturali Ue, se necessario anche con una riprogrammazione, e avviare rapidamente quelli nuovi con l’Accordo di Partenariato. Nel mese successivo, novembre, il mattone sarà protagonista con la "valorizzazione del mercato immobiliare". In agenda sia la revisione della normativa fiscale per le Siiq, in modo da favorirle. Liberalizzazione del mercato delle grandi locazioni e facilitazioni per i cambi di destinazione d’uso degli immobili non utilizzati o occupati da imprese in difficoltà sono gli altri cardini. In parallelo, anche se può sembrare un po’ in contrasto, procederà la protezione del territorio con 1,5 miliardi di fondi, e il rilancio del settore agricolo e agroalimentare: in arrivo il registro unico dei controlli. Alzando lo sguardo all’anno prossimo, entro il 27 marzo dovrà essere attuata la delega fiscale. Avrà portata biennale l’implementazione dei programmi per avvicinare il mondo della scuola e del lavoro, attraverso per esempio il sostegno all’apprendistato e ai tirocini. Stesso orizzonte, quello biennale, per il ripensamento del sistema sanitario.RAFFAELE RICCIARDI Ecco il testo del Def. Renzi e Padoan "Le riforme avviate sul piano nazionale dai governi precedenti e quelle previste per il 2014 - continua la premessa - sono in piena sintonia con il quadro europeo: con le priorità per il 2014 dell’Analisi Annuale della Crescita, con le Raccomandazioni della Commissione, con gli obiettivi prioritario stabilità nel semestre europeo e con le sette iniziative ’Faro’ (Flagship Initiatives) della Strategia 2020". Investimenti. "Occorre saper sfruttare le opportunità offerte da un quadro europeo oggi più favorevole agli investimenti per la crescita e l’occupazione" scrivono Renzi e Padoan. "Fondamentale sarà la sinergia fra governo, Parlamento e Consiglio europeo per utilizzare tutti gli spazi di flessibilità esistenti nel patto di stabilità e crescita e per rendere possibile, mantenendo le finanze pubbliche in ordine, un rilancio degli investimenti pubblici produttivi". Tagli. Nel documento vengono ipotizzati nuovi tagli alla spesa nel 2015 e 2016 per arrivare al pareggio di bilancio. "Il posticipo al 2016 del conseguimento dell’obiettivo di pareggio di bilancio, che costituisce l’obiettivo di medio periodo per l’Italia, non configura una violazione dei regolamenti europei e appare in linea con quanto previsto dalla normativa nazionale di recepimento delle disposizioni dettate a livello europeo". "Questa normativa - viene spiegato - prevede, in presenza di eventi eccezionali, che il governo qualora ritenga indispensabile discostarsi dagli obiettivi programmatici, sentita la commissione europea, presenti al Parlamento una relazione e una specifica richiesta di autorizzazione in cui sia indicata l’entità e la durata dello sostamento nonchè sia definito un piano di rientro che permetta di convergere verso l’obiettivo di medio periodo". "Il governo - viene spiegato - anche considerando il processo di riforma che intende attuare, si impegna a ritornare sull’obiettivo di medio periodo entro l’orizzonte di programmazione del Def". Occupazione. "La crescita dell’occupazione sarà contenuta nel corso del 2014 ed è attesa rafforzarsi nel 2015, mantenendo tassi di crescita più contenuti rispetto a quelli del Pil". E’ quanto si legge nella Sezione II, ’Analisi e tendenze della finanza pubblica’, del Def. "Il tasso di disoccupazione comincerà a scendere in modo più deciso - continua il documento - solo nella parte finale dell’orizzonte di previsione, quando si dovrebbe portare all’11 per cento. La crescita della produttività, unitamente alla prosecuzione della moderazione salariale, favorirebbero il rallentamento del costo del lavoro per unità di prodotto. L’aumento dei prezzi al consumo resterebbe modesto nell’intero arco previsivo".
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