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Pubblica amministrazione, i sindacati: "No a riforma senza confronto
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Il rapporto con i sindacati - aveva detto ieri il premier Matteo Renzi, nel presentare a Palazzo Chigi le linee guida della riforma della pubblica amministrazione - "è incomprensibilmente affascinante, ma siamo ansiosi di conoscere le loro idee". E infatti, la questione si impone, il giorno dopo, tra i temi della manifestazione di Cgil, Cisl e Uil per il Primo Maggio. "Se il governo vuole riformare la pubblica amministrazione, deve affrontare il nodo vero, che è quello delle clientele, della corruzione, del sistema di appalti e di poteri", ed è necessario andare avanti "coinvolgendo e valorizzando il lavoro", avverte la leader della Cgil, Susanna Camusso. Una ampia consultazione online? E’ secco il giudizio di Luigi Angeletti: "Una stupidaggine"; Ma, dice il leader della Uil, "va bene, vediamo se funziona. Però poi il governo dovrà essere coerente: se emergerà che gli italiani sono contrari ne dovrà tenere conto". E comunque "non si può fare una riforma contro i lavoratori: cambiare il Paese si deve e si può ma va fatto insieme ai cittadini italiani, ai lavoratori", quindi anche "insieme ai sindacati che li rappresentano". Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, non vuole far polemica ma ricorda come "la storia italiana è la tutela puntuale di specifici interessi. C’è un interesse legittimo dei lavoratori e quello dei cittadini. Bisogna trovare modalità con cui tutti gli interessi in campo possono esprimersi", "senza sbandamenti su un versante o un altro". E aggiunge come la modalità on line serve a far sì "che arrivino tutte le opinioni sul tavolo". Anche il sottosegretario all’economia ed ex sindacalista Pier Paolo Baretta chiede rispetto ai sindacati che esorta a esprimere le loro opinioni ma poi bisogna "discutere ed andare avanti con la riforma". Sul pubblico impiego, per la Cisl è Raffaele Bonanni ad aprire alla riforma ma fissa i paletti: "Se Renzi ha seriamente voglia di occuparsi dei problemi della pubblica amministrazione allora il sindacato è qui. Noi siamo qui. Siamo disponibili - dice dal palco della manifestazione di Pordenone -. Ma occorrono progetti chiari e trasparenti in cui tutti possano essere giudicati". Basta "teatrini che non aiutano l’Italia". Oggi, incalza il leader della Cisl, "sembra più facile parlare di permessi sindacali che di appalti sporchi, dei tanti enti inutili e dell’utilizzo di una spesa pubblica per interessi privati. Da anni abbiamo presentato le nostre proposte per contenere i costi, per rivedere la dirigenza, cambiare un moloch che avvilisce i dipendenti pubblici e ci costa tanto. Noi vogliamo che parta una stagione di crescita e di cambiamento". "Bisogna sapere cosa si dice quando si tocca questo tema", insiste ancora la Camusso: "Perché, per esempio, domandarsi se ci sono lavoratori troppo vecchi che non usano l’informatica, ci si domandi invece chi ha creato un sistema informatico per cui oggi per comunicare da un ufficio all’altro bisogna ancora portare le carte". LEGGI I tre pilastri della riforma della pa Dirigenti e personale. Come da attese, l’esecutivo propone l’introduzione di un ruolo unico dirigenziale, senza più la divisione in prima e seconda fascia. Si stringeranno poi le maglie per la valutazione delle performance dei dirigenti statali, con un tetto agli stipendi massimi di 240mila euro. "La carriera sarà portata avanti per incarichi e non per fasce; e questo diventa fondamentale per le retribuzioni, ma anche che la valutazione verrà fatta" delle performance dei dirigenti, spiega Madia. "Non c’è un tema di esuberi della Pa", precisa Renzi in merito all’indicazione di 85mila esuberi, emersi dal piano di spending review del Commissario straordinario, Carlo Cottarelli. "La riforma non parte dall’esigenza di risparmiare, ma dall’efficienza del servizio", aggiunge ancora il presidente del Consiglio. Uno dei punti della riforma prevede ancora "la possibilità di licenziamento per il dirigente che rimane privo di incarico oltre un determinato termine". La riforma della Pa "attuata in modo rigido, comporta la possibilità a zero euro di immissione di diecimila posti di lavoro per i giovani nella pubblica amministrazione", promette Renzi, "attraverso l’abrogazione dell’istituto del trattenimento in servizio", ovvero la possibilità di restare sul posto di lavoro anche dopo il raggiungimento dell’età pensionabile. Di "ringiovanimento selettivo e strategico" parla, sul tema, Madia. Quest’ultima apre alla possibilità dei prepensionamenti, ma "ci sono cose che si possono fare prima", come appunto abrogare il trattenimento in servizio. Per l’efficienza serve "una mobilità che funzioni, sia volontaria che obbligatoria ma con un il mantenimento dei livelli retributivi e salvaguardando la dignità dei lavoratori per quanto riguarda la distanza tra casa e luogo di lavoro". In rampa di lancio anche "la riduzione del 50 per cento dei permessi sindacali". Sullo sblocco del turn over, attualmente al 20% (un ingresso ogni cinque uscite), Madia punta a "sbloccarlo al massimo, ma in modo strategico con entrate selettive per le amministrazioni che hanno fabbisogni e obiettivi che necessitano nuove entrate". Enti. Renzi spiega ancora che verranno aggregati gli "oltre venti enti di ricerca che svolgono funzioni simili, per dare vita a poli di eccellenza". Nel progetto del governo c’è l’intenzione di riorganizzare le Authority, con l’obiettivo di sopprimere la Covip, che vigila i fondi pensione, con le competenze che passeranno a Bankitalia. Aci, Pra e Motorizzazione civile verranno accorpati e le cinque scuole dell’amministrazione diverranno una. Anche per le Sovrintendenze è previsto uno snellimento, mentre le Prefetture verranno ridotte a un massimo di quaranta. Nel complesso, il governo vuole "una riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio: perchè la Ragioneria generale dello Stato deve avere una sede in tutte le province?", ha aggiunto Renzi. Il presidente parla poi di "gestione manageriale del polo museale" italiano come uno degli obiettivi da perseguire e ancora di riorganizzazione delle Capitanerie di porto. Aziende. Verrà meno l’obbligo per le imprese di iscriversi alle Camere di Commercio. Il disegno di riforma del governo prevede anche la modifica delle sanzioni previste per le liti temerarie nel processo civile. "Il tema delle ottomila municipalizzate ci rimane sul collo, va assolutamente affrontato", afferma in aggiunta Renzi. Quanto all’accorpamento dei servizi Renzi si augura che "all’azione del governo devono corrispondere azioni dei Comuni", spiegando che ne ha parlato con Piero Fassino, numero uno dell’Anci. Pin del cittadino. "Oggi la Pa parla tredici linguaggi diversi e il cittadino ha bisogno di un traduttore". Così il premier annuncia l’introduzione di un codice Pin per ogni cittadino, con il quale possa accedere alle pratiche burocratiche "dalle multe in giù". Per la realizzazione tecnica sarà necessario un anno, spiega Renzi, ma dal Cdm di metà giugno si potrà già partire con la fatturazione elettronica. |
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