VELTRONI A DI PIETRO: DECIDA SE CON NOI O CON PIAZZA
 







di Giovanni Innamorati




On.W.Veltroni - On A. Di Pietro

L’alleanza tra Pd e Idv, sottoscritta prima delle elezioni e traballante sin dalla mancata formazione del gruppo unico alla Camera, sembra giungere al capolinea all’indomani del ’No Cav Day’ girotondino. Walter Veltroni ha lanciato un ultimatum ad Antonio Di Pietro, chiedendo di scegliere tra l’estremismo di Beppe Grillo e Marco Travaglio e una linea riformista. Immediato il "niet" dell’ex pm. E, mentre Veltroni incassa il successo del ritiro da parte del governo della norma blocca-processi, grazie alla battaglia parlamentare con l’Udc, prepara una campagna d’autunno contro il governo.
Il ’day after’ di Piazza Navona inizia in casa Pd, con gli ulivisti e quanti erano andati alla manifestazione, in difficoltà, dopo gli exploit negativi del duo Grillo-Guzzanti. Un po’ tutti (Mario Barbi, Giovanni Bachelet, Marina Magistrelli) invitano a distinguere i cittadini presenti dai due interventi che, come hanno detto in molti, "hanno rovinato una bella
manifestazione". Arturo Parisi, poi, ha dribblato i cronisti che hanno tentato di avvicinarlo a Montecitorio.
Nel resto del partito il leit-motiv è stato: "Abbiamo fatto bene a non andare a Piazza Navona" (da Giorgio Tonini a Ermete Realacci). E anche il dalemiano Nicola Latorre è sulla linea del segretario: "Quel tipo di opposizione è funzionale a Berlusconi ed è speculare alla radicalizzazione dello scontro politico sui temi della giustizia che sta operando la maggioranza". Il Pd, invece, mira ad "allargare il consenso" riuscendo a convincere anche chi ha votato per il centrodestra.
Beppe Fioroni, capo dell’organizzazione democratica, compie il passo successivo e pone la domanda essenziale: "Che ci azzeccano questi con noi e con il Pd?". Ed è la domanda che tutti nel partito si pongono da settimane, da quando cioé il ’corsaro-Di Pietro’ ha rotto il patto del gruppo parlamentare unico e sta giocando il suo gioco in concorrenza al Pd.
Ed ecco che Veltroni, a ’Matrix’, rompe
gli indugi e lancia l’aut-aut: "Ora Di Pietro decida con chi stare: se è con Grillo e Travaglio lo dica, se invece decide di stare in un’area riformista prenda l’impegno conseguente e metta fine a manifestazioni come quella di ieri". "Io non mi dissocio dal  senso vero delle parole di Beppe Grillo, dalle parole di Travaglio e dalla piazza", replica a muso duro Di Pietro. "Certo non avrei usato i toni di Sabina Guzzanti - aggiunge - ma lei fa satira e io faccio politica. L’invidia del mondo politico li spinge a vedere la pagliuzza della satira anziché  la trave delle leggi ad personam".
Ma la bontà di una linea riformista Veltroni la può riscontrare già in giornata, con l’annuncio del governo del ritiro della norma ’blocca-processi’. "Loro fanno un’opposizione a chiacchiere - dice il segretario del Pd - ma i risultati sono stati raggiunti da noi: dal decreto Retequattro che abbiamo bloccato, a quello sulle intercettazioni". Insomma, sarà valorizzata al massimo l’opposizione
parlamentare in sintonia quindi con l’Udc di Pier Ferdinando Casini. "Con lui - dice Veltroni - c’é un dialogo, ma vedremo in corso d’opera se seguirà una convergenza".    
Il leader dei democratici lascia però socchiusa la porta all’Idv. Non arriva infatti a rimettere in discussione l’appoggio del Pd alla candidatura di Leoluca Orlando alla presidenza della commissione di Vigilanza Rai. Il sostegno è infatti riconfermato.
Per quanto riguarda Berlusconi, Veltroni annuncia di voler portare alla manifestazione del Pd del 25 ottobre milioni di firme contro il governo: la raccolta la avvierà lui stesso venerdì a Prato. Tre mesi, dunque, per riuscire a svincolarsi dall’agenda politica imposta dal Cavaliere (intercettazioni, blocca-processi, Lodo Alfano) e portarla sul piano dei temi sociali ed economici: "Berlusconi - ha detto Veltroni - metta sull’aumento dei salari la stessa energia con cui si è occupato dei suoi problemi".
In serata arriva la stoccata di
Parisi: "Veltroni non ha capito che è lui ad aver portato in Piazza Navona i nostri elettori e ad averli lasciati in mani altrui?". "Il giorno in cui Parisi dirà ’bene, bravo - replica sconsolato il segretario - sara’ una notizia".de Ansa 10.07.08