Ubi, le Fiamme Gialle negli uffici di Bergamo.
 











Giovanni Bazoli è indagato dalla Procura di Bergamo nell’ambito di un’inchiesta che riguarda i vertici di Ubi Banca, quinto gruppo bancario, e che oggi si divide tra la pubblicazione dei conti trimestrali e la notizia delle perquisizioni della Guardia di Finanza.
Da questa mattina, infatti, gli uomini delle Fiamme Gialle, coordinati dal Pm Fabio Pelosi, sono negli uffici bergamaschi del quinto gruppo bancario italiano. Le perquisizioni - eseguite dai militari del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza - sono state disposte dalla Procura di Bergamo in un’inchiesta per ostacolo alle funzioni di vigilanza, truffa e riciclaggio. Le azioni del Nucleo sono una ventina e non riguardano solo la città di Bergamo.
Tra i nomi degli indagati, per ostacolo alle funzioni di vigilanza, spicca proprio quello di Bazoli. Il banchiere di lungo corso, bresciano, (classe 1932) è presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo e
consigliere e membro del comitato esecutivo dell’Associazione delle banche italiane. Ma la sua posizione nell’inchiesta su Ubi riguarda la carica di presidente di un gruppo di azionisti di Ubi, l’Associazione banca lombarda e piemontese. La Gdf ha perquisito gli uffici del banchiere, insieme a quelli del presidente di Italcementi e numero uno di Italmobiliare, Giampiero Pesenti. Quest’ultimo risulta indagato per truffa e riciclaggio.
Secondo quanto emerge, le perquisizioni riguardano poi gli uffici del presidente del comitato di gestione di Ubi Banca,
Franco Polotti, e del presidente del comitato di sorveglianza, Andrea Moltrasio. Questi due super-manager risultano indagati insieme con Mario Cera, vicepresidente del Cds, l’amministratore delegato Victor Massiah, e l’ex presidente Emilio Zanetti per ostacolo all’attività di vigilanza. Alle ipotesi di truffa e riciclaggio, invece, si legano i nomi del consigliere Italo Lucchini, dell’ex amministratore delegato di Ubi Leasing,
Giampiero Bertoli, e dell’ex responsabile del recupero e vendita beni Guido Cominotti.
Proprio in Ubi Leasing, la Gdf si è recata presso la Direzione Credito Anomalo e gli uffici del Servizio Recupero e Vendita Beni. Perquisizioni delle Fiamme Gialle sono in corso anche negli uffici di Bertoli, Alessandro Maggi, ex direttore generale, e Cominotti. Nei loro confronti sono appunto ipotizzati dalla magistratura di Bergamo i reati di truffa aggravata e riciclaggio.
Il faro sull’attività di Ubi Leasing non è una novità, visto che già Bankitalia si è pronunciata sulla gestione dell’istituto. Proprio via Nazionale, tra il giugno e l’ottobre 2012, ha ispezionato l’istituto e alla fine ha comminato una sanzione da 360mila euro a vecchi e nuovi manager, sindaci inclusi. In quell’occasione, sono venuti al pettine di Bankitalia i nodi legati ad alcuni affidamenti e dossier sui quali si era già concentrata l’attenzione di Giorgio Jannone, ex deputato Pdl a lungo critico coi vertici di Ubi e
in corsa nell’assemblea dell’aprile 2013 per il rinnovo dei consigli.
Nel mirino della Vigilanza, oltre alle critiche agli organi collegiali, in quell’occasione sono andati gli iter decisionali che hanno portato ad esempio a concedere un leasing nautico a favore di Massimo Crespi, imprenditore degli yacht arrestato per evasione e frode fiscale. Proprio intorno a un suo yacht ruota un’operazione da 3,5 milioni che coinvolge anche il nome di Pesenti. Secondo le denunce del passato, infatti, l’imbarcazione da 12 milioni di valore sarebbe stata affidata in leasing a Crespi, che avrebbe poi smesso di pagare andando in insolvenza. Alla fine, anche dopo offerte superiori, la barca sarebbe stata venduta appunto per 3,5 milioni e farebbe capo a una società battente bandiera cipriota riconducibile a Italcementi. Tra le denunce più "pittoresche" di Jannone erano finiti anche i rapporti con l’Impresa Anemone Costruzioni, di Diego Anemone, e con Lele Mora, al quale era stato finanziato un aereo
Cessna, poi ritirato per insolvenza e rivenduto per soli 60mila euro.
Prima della notizia delle perquizioni, Ubi (il titolo) aveva diffuso i contri del primo trimestre: la banca ha chiuso il primo trimestre del 2014 con un utile netto di 58,1 milioni, più che raddoppiato rispetto ai 26,5 milioni dei primi tre mesi del 2013. I proventi operativi sono saliti del 6,7% a 853,4 milioni, con margine di interesse a 454,5 milioni (+8,9%) e commissioni nette a 300,1 milioni (-1,5%). In calo del 3,2% a 521,2 milioni gli oneri operativi, per un rapporto cost/income al 61%.
Notizie a luci e ombre per quanto riguarda la qualità del credito. Da una parte, infatti, le rettifiche nette su crediti sono salite a 198,6 milioni da 157,7, per un costo del credito annualizzato a 91 punti base (da 68). Da segnalare, tuttavia, che lo stock di crediti deteriorati lordi a fine marzo ha mostrato un’inversione di tendenza, riducendosi di 15 milioni rispetto a fine 2013. Sul fronte degli aggregati
patrimoniali, si conferma una stretta delle erogazioni: gli impieghi verso la clientela sono pari a 87,1 miliardi, in calo dell’1,5% rispetto a fine 2013. La raccolta diretta totale è pari a 90,8 miliardi contro i 92,6 del dicembre 2013. Walter Galbiati,repubblica