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SANITA’ LAZIO: CHIUDONO TRE OSPEDALI, UNO E’ NEL CENTRO DI ROMA |
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Ci sono volute oltre 20 ore di discussione dell’Aula del Parlamentino del Lazio per approvare la manovra di assestamento di bilancio regionale con al centro interventi di contenimento e riduzione della spesa sanitaria. Tra questi la chiusura di tre ospedali della capitale: il San Giacomo, il Regina Margherita e il Forlanini. Tra le norme approvate la possibilità di sospendere l’accreditamento di tutte le strutture private e classificate, Irccs e Policlinici, se entro il 30 settembre non verrà sottoscritto l’accordo con la Regione. Insieme alla riorganizzazione della rete ospedaliera, entro il 30 settembre la Regione approverà provvedimenti di riqualificazione dei servizi sanitari del territorio, semplificazione e unificazione dei servizi amministrativi delle aziende sanitarie e il completamento delle procedure di centralizzazione per l’acquisto di beni e servizi. Nuove misure sono previste per la mobilità del personale del comparto. Tra queste il "parere motivato" della Regione per bandi di concorso, assunzioni, collaborazioni e consulenze. Per la spesa farmaceutica le novità sono: l’incremento della distribuzione diretta dei farmaci da parte delle aziende sanitarie, ospedaliere e degli altri enti del servizio sanitario regionale; nuove modalità per la distribuzione in nome e per conto; ridefinizione, entro il 30 settembre 2008, delle misure di contenimento della spesa farmaceutica coerente con l’appropiatezza prescrittiva ed estensione a nuove categorie terapeutiche omogenee del limite di rimborsabilità. L’assestamento dispone anche la proroga, fino al 30 giugno 2010, dei contratti ai direttori generali delle Aziende sanitarie e delle aziende ospedaliere in carica e introduce la verifica semestrale dei risultati conseguiti e il raggiungimento degli obiettivi connessi al piano di rientro. I direttori generali potranno decandere in caso di mancato raggiungimento di tali obiettivi. Per i controlli di appropriatezza, la manovra aumenta quantità e qualità dei controlli e, in caso di violazioni, dispone le conseguenti sanzioni. L’opposizione, che non ha votato il provvedimento, ha espresso "rammarico" per il metodo (presentazione di un maxiemendamento da parte della maggioranza) che, è stato detto dai diversi esponenti "ha impedito un dibattito approfondito". S.GIACOMO, 30MILA INTERVENTI DEA IN UN ANNO Trentamila interventi di pronto soccorso e 5 mila ricoveri l’anno. Sono i numeri dell’ospedale San Giacomo di cui la giunta regionale ha disposto la chiusura, nella legge di assestamento al bilancio del 2008. "Siamo un punto di riferimento per i turisti della capitale - ha detto un’infermiera del reparto di ortopedia dell’ospedale romano". La radiologia è una delle eccellenze del San Giacomo con i suoi 50 posti letto divisi in due sale, maschi e femmine, oltre alla camera operatoria". "Effettuiamo oltre 70 visite ambulatoriali al giorno, più della metà sono visitatori stranieri. Dove si recherebbero questi ultimi in caso di necessità di cure sanitarie?". Al San Giacomo a fronte di 170 posti letto lavorano 178 medici per un totale di 748 persone occupate nella struttura. Il suo budget annuale (il volume delle prestazioni pagate e il costo del personale) è di 54 milioni euro. Per il personale la spesa sfiora i 38 milioni di euro. Per quanto riguarda la densità di strutture nel centro storico della Capitale, Marrazzo ha ricordato che nel raggio di 2,5 chilometri ci sono 6 ospedali generalisti e uno specialistico (Bambino Gesù), mentre a Parigi se ne contano cinque e a Londra due. In particolare a servire il centro di Roma ci sono l’ospedale Santo Spirito, distante 1,8 chilometri, e il Fatebenefratelli a poco più di due chilometri. INFERMIERI SAN GIACOMO, I SINDACATI DOVE SONO? I dipendenti dell’ospedale San Giacomo di Roma mostrano preoccupazione per la decisione di chiudere la struttura sanitaria. Luigi, decano del servizio trasporto ambulanze con i suoi 35 anni di attività, ritiene che la Zona a traffico limitato sia una delle cause della chiusura dell’ospedale: "i varchi elettronici - ha detto - sono solo un’ostacolo all’arrivo dei pazienti al pronto soccorso, le istituzioni lo sanno ma non hanno mai risolto il problema". Una infermiera della terapia intensiva coronarica (Utic) ha detto che "le istituzioni non ci hanno consultato e anche i sindacati non hanno aperto bocca". La dipendente dell’ospedale ha sottolineato inoltre il paradosso dei lavori di ristrutturazione, ancora in atto, dei reparti di farmacia, radiologia e della cucina della struttura sanitaria del centro di Roma.2008-08-05 Ansa
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