Putin: La Russia reagirà all`aggressione
 











Mosca replica duramente all’escalation atlantica che, utilizzando come pretesto un’inesistente coinvolgimento russo nella guerra civile iniettata proprio dallo stesso Occidente ai suoi confini nell’Ucraina orientale,  sta aumentando la sua aggressione economica adottando nuove “sanzioni” contro La Russia. Una ripetitiva strategia sanzionatoria che si ripete da decenni e decenni contro ogni nazione che dichiari il proprio sacrosanto diritto a non assoggettarsi ai diktat dell’ordine mondiale pseudo-democratico  elaborato dagli angloamericani per consolidare la loro egemonia geopolitica sul pianeta . E’ stato lo stesso presidente russo Vladimir Putin a lanciare – nel corso di una sessione di emergenza del Consiglio di Sicurezza di Mosca - il monito: la Russia risponderà alla crescente espansione dei dispositivi offensivi della Nato impiegati nei pressi dei propri confini. La Russia non può permettere che l’Alleanza militare atlantica possa proseguire ad ampliare la sua presenza aggressiva sia negli Stati europei che confinano con la Federazione sia potenziando il dispiegamento delle navi da guerra nel Baltico e nel Mediterraneo,  con il pretesto di sostenere la “difesa dell’Ucraina” e con accuse alla Russia quale istigatrice delle secessioni autonome delle province di Donetsk e di Lugansk, dichiarate plebiscitariamente dai cittadini ucraino-orientali nei referendum di maggio. “Provvederemo ad una adeguata e ben mirata risposta all’espansione Nato verso i confini russi” ha dichiarato Putin, “prendendo buona nota delle decisioni (occidentali) di dispiegare un sistema missilistico composto di armamenti (offensivi) di precisione”. Rilevando inoltre il “clamoroso” rafforzamento delle forze militari Nato sia terrestri che navali, nel Mar Nero e nel Baltico (mari su cui la Federazione russa si affaccia). Putin ha sottolineato come tale dispiegamento militare non può che essere definito “offensivo e di minaccia alla nostra patria” e ha annunciato “immediate contromisure” di difesa. In un reportage di Russia Today, appare anche una sintesi della dura critica di Putin alle sanzioni imposte alla Russia dagli Usa e dall’Ue, iniziate dopo il golpe di piazza innestato a Kiev  e continuate dopo la sessione della Crimea e rafforzate con il pretesto del disastro  – non certo operato militarmente dai russi né verosimilmente dalle forze di autodifesa delle repubbliche separatiste dell’Ucraina orientale – dell’aereo passeggeri della Malaysia Airlines. Secondo Putin è in atto una strategia della tensione occidentale contro la Russia per “addomesticarne” la sua sovranità rendendola “vulnerabile” e per ottenere le mani libere (dell’Occidente) nella guida di Paesi terzi.
Il presidente russo ha sottolineato inoltre come “certi Paesi ritengano normalmente competitivo”, e quindi “corretto” uno stato conflittuale internazionale sostenuto  da manovre dei servizi segreti, da aggressive tecnologie di
informazione e comunicazione, da connessioni con false organizzazioni umanitarie non governative. Anzi, tali politiche sono ritenute da “questi certi Paesi” come “democratiche”.
Per il presidente russo – e questo passo delle sue dichiarazioni potrebbe anche essere letto come un appello agli uomini liberi dell’Europa perché riconquistino la loro libertà non soggiacendo alla colonizzazione atlantica: una colonizzazione  invece bene accetta ai governi occidentali e a quelli italiani in particolare – la Russia ha mantenuto la sua sovranità e il suo libero arbitrio perché non è soggetta ad alcun vincolo di “Alleanza”. Alleanza non può infatti che significare – ha rilevato Putin – cessione di sovranità e di indipendenza.
Riferendosi infine alla situazione in Ucraina il presidente russo  ha condannato le “influenze esterne” che hanno condotto al colpo di stato di piazza che ha defenestrato il precedente governo, e alle seguenti elezioni vinte da elementi che hanno partecipato
al golpe e che poi hanno sferrato un’aggressione armata contro quella parte del loro stesso popolo non arruolabile al nuovo corso di Kiev.
Il presidente russo ha infine rinnovato la disponibilità di Mosca a operare con la sua influenza per disinnescare la guerra civile in atto in Ucraina. Ma non ha mancato di sottolineare che è Kiev che va fermata: non è un caso – ha sottolineato – che i responsabili di quel governo abbiano deciso di scatenare una offensiva di carri armati a Donetsk proprio nel giorno (questo stesso martedì) in cui le milizie separatiste di Donetsk dovevano consegnare alla missione internazionale le “scatole nere” dell’aereo malese abbattuto. Una coincidenza? Molto anomala. Putin ha lasciato così intendere che qualcosa di marcio, a Kiev, c’è. E che avvalora l’ipotesi di una qualche responsabilità delle forze governative ucraine nel lancio di quel missile – in loro dotazione – che ha stroncato 295 persone, tra passeggeri ed equipaggio dell’aereo abbattuto. u.g.