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"Il vincolo storico c’è", resa della Soprintendenza: il fronte del porto blocca l’ecomostro
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Una battaglia collettiva fatta di partecipazione attiva ed esperta che avrebbe portato al risultato di ieri. Quando la Direzione per i beni culturali e paesaggistici della Puglia, nel corso di un incontro con l’assessore all’Urbanistica Carla Tedesco e il sindaco di Bari Antonio Decaro, ha ammesso l’esistenza di un vincolo paesaggistico, datato 1912, di "zona di rispetto intorno al castello". Dunque stop ai i lavori nell’area del demanio marittimo per la realizzazione della nuova sede del Provveditorato alle opere pubbliche, una palazzina di tre piani proprio davanti al castello svevo a ostruire la vista mare, cosntro cui si sono battuti i cittadini, a partire dai residenti di Bari vecchi che per primi hanno lanciato l’allarme. A trovare il cavillo, però, è stata proprio la Tedesco, la tecnica voluta in giunta da Decaro. "Siamo soddisfatti ma non possiamo ancora cantare vittoria; anche le palazzine esistenti sono state costruite in barba a quel vincolo, ma ora chiediamo che questi lavori vengano sospesi subito" è l’appello dei cittadini riunitisi ieri davanti al cantiere. Carla Tedesco è la protagonista di questa storia. In meno di due settimane la professoressa, una cattedra in Tecnica e pianificazione urbanistica all’Università di Venezia, ha ricevuto a Palazzo di città le associazioni e i comitati dei cittadini che chiedevano lo stop ai lavori dell’ecomostro, ha incontrato il Provveditore, ha studiato le planimetria e ha trovato un vincolo dimenticato. Così ha scritto una nota alla Direzione per i beni culturali e paesaggistici della Puglia e ieri ha incontrato i dirigenti, che le hanno dato ragione. Com’è andato l’incontro con la Direzione per i beni culturali? "La Direzione generale per i beni culturali ha confermato l’esistenza di questo vincolo del 1912 di cui si erano perse le tracce negli anni ’50. Adesso dovranno riesprimere un parere sulla realizzazione della palazzina". Tutti avevano dimenticato l’esistenza di questo vincolo paesaggistico, persino la Sovrintendenza. Come ha fatto a trovarlo? "C’è un protocollo di intesa tra Comune e Sovrintendenza che prevede il trasferimento su sistema informatico di tutti i vincoli esistenti perché le carte, i fascicoli, passano da una parte all’altra e spesso non si trovano, invece con l’informatizzazione è tutto a disposizione. Ho cercato e l’ho trovato. A me del resto sembrava strano che non ci fosse una tutela dell’area attorno al castello. Questa vicenda ci fa capire com’è importante l’informatizzazione". Ma ha fatto tutto in una settimana, era abituata a tempi così rapidi all’Università? "Un ritmo intenso, certo. Ma era una vicenda a cui bisognava dare risposte". Qual è stato il ruolo di associazioni e comitati di cittadini? "È stato un contributo fondamentale, ritengo che l’ascolto sia importante. I cittadini sono le nostre antenne sulla città. L’urbanistica non è solo osservanza delle regole, ma interrogarsi sulle strategie urbanistiche e l’idea di città". Adesso cosa succede, verranno fermati i lavori? "Non appena la Direzione per i beni culturali ci manderà la conferma ufficiale dell’esistenza del vincolo, chiederò un incontro al Provveditore. Sarà lui a doversi esprimere, a capire cosa comporterà". I cittadini ora chiedono la realizzazione del parco del castello, è un’idea praticabile? "Un passo alla volta, il Provveditore farà la sue valutazioni. Certo, se l’area viene salvaguardata si aprono possibilità di tutela e valorizzazione e il parco del castello è un’idea interessante".Francesca Russi,repubblica |
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