Il dolore del Papa di fronte alla Terra dei fuochi: "Un terribile sfregio"
Bergoglio torna a Caserta
 











"E’ terribile che una terra così bella venga rovinata da fenomeni come questi, di non rispetto dell’ambiente e di violazione". Sull’elicottero papa Francesco ha commentato così osservando le zone della Terra dei fuochi che gli venivano indicate del sostituto della Segreteria di Stato, Giovanni Angelo Becciu che ha mostrato al Papa le zone tra le province di Caserta e Napoli tormentate dallo sversamento e dai roghi di rifiuti tossici.
La visita a Caserta del Papa è iniziata alle 15.47, quando Francesco ha toccato terra con il suo elicottero nel campo sportivo della scuola specialisti dell’aeronautica militare adiacente la Reggia di Caserta dove è stato accolto da monsignor Giovanni D’Alise, vescovo di Caserta, Carmela Pagano, prefetto di Caserta, Pio Del Gaudio, sindaco di Caserta, Domenico Zinzi, presidente della Provincia e Veniero Santoro, comandante della Scuola Sottufficiali dell’Aeronautica Militare.
Subito dopo ha raggiunto in auto il
Circolo ufficiali dell’Aeronautica militare all’interno della Reggia di Caserta dove si è svolto l’incontro con i 19 vescovi e gli oltre cento sacerdoti del clero locale. "Vi ho combinato uno scherzo, vi ho
messo in subbuglio, e ho creato scompiglio in questa festa patronale: vi chiedo perdono", si è scusato papa Francesco. Il vescovo Giovanni D’Alise ha subito replicato derubricando in "santo scompiglio", e lodando "la grande apertura e sensibilità" del Pontefice che "subito ha accolto l’invito di trasformare la visita privata che aveva in progetto, rendendola ancora più significativa con questo doppio incontro". Incontro che è avvenuto in forma di dialogo: "Qui c’è un discorso preparato però tra noi preferisco parlare a braccio", ha detto Bergoglio invitando i preti a porre domande. I quesiti hanno riguardato la fraternità sacerdotale, i temi ecclesiali, come si può essere preti diocesani oggi, come essere chiesa locale oggi alla luce dell’insegnamento di Francesco. Il Papa, è
stato riferito, ha risposto con grande libertà e ha invitato alla "creatività" e "alla vicinanza alla propria gente" non dimenticando di ascoltare "quello che dicono gli altri" ma senza venire meno alla propria identità. Ha invitato alla "creatività" e "alla vicinanza alla propria gente" non dimenticando di ascoltare "quello che dicono gli altri". Al termine le squadre sportive locali hanno donato al Papa le loro maglie ufficiali.
Intanto oltre 200 mila fedeli invadevano piazza Carlo III, davanti alla Reggia di Caserta, per assistere alla messa celebrata dal Papa. Alcune centinaia di fedeli hanno invaso, probabilmente forzando i varchi o approfittando di qualche ingresso aperto, la cosiddetta zona rossa adiacente al palco dove non era previsto che sostassero altre persone se non quelle autorizzate. La polizia ha fronteggiato con le transenne quella che si può considerare una vera e propria invasione di campo per quanto festosa e che non ha avuto particolari conseguenze. Al suo
arrivo in piazza Carlo III, infatti, il Santo Padre è salito sulla sua jeep scoperta per il consueto giro tra la folla. Molti fedeli hanno lanciato magliette e berretti sulla vettura, mentre il Pontefice salutava e baciava i bambini più piccoli che gli venivano avvicinati dal generale Domenico Giani, comandante della Gendarmeria vaticana, e dagli altri uomini della scorta.
L’attesa dei fedeli era cominciata intorno alle 9 di mattina. In migliaia avevano raggiunto piazza Carlo III, l’immenso spazio davanti alla regia vanvitelliana sorvegliato da oltre 500 agenti. Decine di giovanissimi volontari hanno subito cominciato a distribuire centinaia di bottiglie d’acqua.
Poi, a metà mattinata, in migliaia hanno dovuto aprire gli ombrelli per ripararsi dalla pioggia che ha portato solo un breve refrigerio al caldo della mattinata. Nel pomeriggio, infatti, un’afa soffocante ha provocato numerosi casi di malore tra i fedeli. I volontari della Croce rossa hanno stimato in diverse decine,
sicuramente più di 50, le persone che hanno avuto bisogno delle cure dei sanitari: si è trattato soprattutto di donne e anziani. Sono oltre 300 tra medici e volontari gli uomini della Croce Rossa impegnati per l’occasione. A complicare la situazione anche la ressa con la gente accalcata alle transenne per avere una visuale migliore del palco.
A pochi metri dal palco, una trentina di immigrati africani provenienti dalla vicina Castel Volturno hanno srotolato uno striscione con la scritta "Uniti contro camorra e razzismo". Dal movimento migranti e rifugiati dell’africa sub-sahariana di Caserta è stata scritta una lettera, lunga due pagine, a papa Francesco. "Santità, in questi ultimi anni, abbiamo lasciato la casa, la famiglia e le radici per tentare di raggiungere l’europa e - si legge nella missiva - ottenere col proprio lavoro una vita dignitosa, più umana". Gli immigrati chiedono "un’udienza al fine di poterci confrontare, di poterle esprimere le nostre speranze e le nostre
proposte e di ascoltare le sue".
"Siamo qui per dare il benvenuto a papa Francesco, testimone del dialogo tra tutte le religioni", ha detto l’imam della comunità senegalese di Caserta, Youssou Niang, che era in piazza insieme al capo della folta comunità, Mahamodou Sy. "Il Papa è sempre stato aperto al confronto - ha continuato Niang - anche noi musulmani vogliamo che il dialogo con le altre fedi sia costante".
E nell’omelia della messa il Papa si è rivolto proprio agli immigrati, ricordando che la presenza di Gesù nella nostra
vita "trasforma l’esistenza e ci rende aperti alle esigenze dei fratelli; una presenza che invita ad accogliere ogni altra presenza, anche quella dello straniero e dell’immigrato".
Francesco è anche tornato sui temi della legalità e della tutela dell’ambiente: "Bisogna avere il coraggio di dire no ad ogni forma di corruzione e di illegalità" ed impegnarsi al rispetto dell’ambiente per salvaguardare la salute, ha detto tra gli applausi dei fedeli.
"Tutti sappiamo il nome di questa corruzione e illegalità", ha aggiunto.
"So che voi soffrite per queste cose - ha detto distogliendo lo sguardo dal discorso scritto facendo riferimento
all’emergenza ambientale nella Terra dei fuochi. E ha detto ai fedeli: "Non lasciatevi rubare la speranza. Quando sono arrivato uno di voi mi ha detto: ’Padre ci dia la speranza’, io non posso darvi la speranza ma posso dirvi che questa c’è dove c’è Gesù".
Il pontefice ha anche fatto un implicito riferimento alle vicende di infiltrazioni mafiose nelle feste patronali: "La festa di Sant’Anna, patrona di Caserta, ha raccolto in questa piazza le varie componenti della comunità diocesana con il vescovo e con la presenza delle autorità civili e dei rappresentanti di varie realtà sociali - ha sottolineato papa Francesco - Desidero incoraggiarvi tutti a vivere la festa patronale libera da ogni condizionamento, espressione pura della fede di un popolo".
In piazza anche cittadini ucraini che hanno
lanciato in aria, in nome della pace, venti colombe bianche. Accanto alle bandiere dell’Ucraina anche quelle argentine: molti, nella piazza, anche i connazionali di Bergoglio.
Papa Francesco si è poi congedato dai fedeli di Caserta rivelando che il vescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe gli ha riferito "che i napoletani sono un po’ gelosi... A loro dico che quest’anno, sicuramente, andrò da loro...". Terminando la celebrazione eucaristica dinanzi alla Reggia, papa Bergoglio ha aggiunto: "Vi ringrazio molto fratelli. Per favore vi chiedo di pregare per me".
Papa Francesco ha lasciato in elicottero la reggia di Caserta al termine della messa di piazza San Carlo. Il Pontefice tornerà lunedì mattina con lo stesso mezzo per l’annunciata (e da ambienti conservatori molto criticata) visita alla comunità pentecostale del pastore Giovanni Traettino.
I "semi" dell’incontro di lunedì risalgono al 1998, quando Bergoglio incontrò in Argentina diversi pastori evangelici tra cui lo
stesso Traettino. Ne nacquero buoni rapporti poi ravvivati da una recente visita di Traettino in Vaticano da cui è nata l’idea di una visita dello stesso Papa alla comunità casertana pentecostale. L’iniziativa non ha mancato di sollevare polemiche e obiezioni più o meno velate, soprattutto tra gli stessi evangelici che rappresentano una realtà ampia e variegata. Alcune chiese non condividono un’apertura di dialogo così profonda con il Papa, visto come l’emblema di una autorità non riconosciuta ed anche osteggiata. Il dibattito corre sui siti Internet specializzati e testimonia di come ancora una volta i gesti di Francesco rompano schemi consolidati.
Visita a sorpresa nella mensa vaticana: il Papa pranza con gli operai
Gli operai che lavorano nella zona industriale del Vaticano oggi hanno ricevuto una visita inaspettata. Papa Francesco in persona si è presentato infatti alla mensa dell’edificio per pranzare insieme ai suoi dipendenti. La scelta del pasto è caduta su petto di pollo
e patatine fritte.
Bergoglio torna a Caserta per fare visita alla comunità evangelica
Papa Francesco è atterrato per la seconda volta in pochi giorni all’eliporto della Reggia di Caserta presso la Scuola dell’Aeronautica, dopo la visita ufficiale di due giorni fa nel giorno della festa patronale di Sant’Anna. Bergoglio si è recato prima a casa del pastore (del quale è amico da anni, hanno partecipato insieme a incontri ecumenici in Argentina) per incontrare la sua famiglia. Da via Botticelli, Bergoglio e Traettino hanno viaggiato su una Focus blu, la stessa che Francesco utilizza abitualmente a Roma, per raggiungere via Feudo e incontrare la comunità pentecostale  guidata dal pastore, la "Chiesa evangelica della Riconciliazione", dove lo attendeva una piccola folla.
Il Papa aveva con sé una borsa nera da lavoro. Con la mano ha fatto un cenno di saluto ai fedeli che dai balconi dei palazzi circostanti lo hanno chiamato per poi entrare
nell’edificio in costruzione accolto dall’applauso dei 350 evangelici presenti.
"Buon giorno a tutti siamo felici di vedere Papa Francesco tra noi e di applaudirlo, dobbiamo fare però un applauso ancora più forte a Gesù", ha detto il pastore introducendo l’incontro tra Papa Francesco e i pentecostali, iniziato con la preghiera del Padre Nostro. Uno striscione con la scritta "Gesù è il Signore" è sulla parete di fondo dell’aula.
Quella di oggi è la prima uscita da Roma di un Papa per fare visita a un pastore protestante. Francesco dovrebbe rimanere un paio d’ore circa, trattenendosi anche per un rinfresco e ripartendo nel primo pomeriggio. Presenzierà a una funzione religiosa nella comunità, alla quale parteciperanno 350 fedeli della Chiesa evangelica provenienti, oltre che dall’Italia, anche dagli Usa, dal Canada, dall’Argentina, da Spagna, da Francia e dall’India.
Il pastore della ’Chiesa evangelica della riconciliazione’ dall’inizio degli anni Novanta è impegnato in un
dialogo con i cattolici. Traettino ritiene che il dialogo ecumenico tra cattolici e protestanti vada incentrato sull’idea che la dottrina divide, mentre l’azione unisce. Una tesi sostenuta anche da Bergoglio.
La chiesa della Riconciliazione è un cantiere aperto, anche in senso letterale: un rustico di cemento armato delimitato in fondo da una parete e sui lati da colonne. Il quarto lato è schermato solo da un grande telo bianco. Al posto del campanile una gru (Traettino oltre a essere ministro del culto, a Caserta è noto anche come imprenditore edile). Dalle 7,30 di questa mattina la stradina che da via Lincoln conduce al lotto acquistato dagli evangelici è vigilata da uomini della polizia che lasciano passare solo i fedeli della chiesa della Riconciliazione (circa 200) e 150 ospiti che esibiscono un invito, in gran parte pastori e rappresentanti di altre chiese pentecostali. I controlli sono rigidissimi e i giornalisti accreditati seguono l’evento dal terrazzo di una casa privata,
posta di fronte all’edificio in costruzione, grazie alla cortesia di una famiglia di residenti.