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Famiglia Cristiana attacca: -Può tornare il fascismo-
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di Stefano Milani
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Di questi tempi bisogna accontentarsi. Siamo alla vigilia di Ferragosto e la politica non riesce proprio a regalarci emozioni migliori. Perciò basta un uno-due, l’ennesimo, uscito in punta di penna dalle pagine di Famiglia Cristiana per mandare di traverso le vacanze al governo e riaccendere lo scontro. Che si sta consumando ormai da diversi mesi, sulle colonne del settimanale dei paolini, a colpi di editoriali. L’ultimo lo leggeremo solo tra una settimana, ma gli stralci sono sufficientemente gustosi perché la polemica possa alimentarsi almeno fino al rientro dalle spiagge. Il nuovo affondo è sottoforma di augurio. Quello, si legge nel pezzo a firma Beppe Del Colle in edicola mercoledì prossimo, che «non sia vero il sospetto che in Italia stia rinascendo il fascismo sotto altre forme». Non c’è neanche il tempo di tirare un po’ il fiato e stemperare le polemiche sull’editoriale fresco di stampa - da ieri in edicola e che ha come protagonista il «presidente spazzino» (riferito a ’O miracolo del cavaliere sull’immondizia di Napoli) e sull’ordinanza dei militari per le strade italiane, «neanche fossimo in Angola» - che subito nuove accuse fanno imbestialire gli esponenti del centrodestra. Il più agguerrito di tutti è Maurizio Gasparri che ha già una querela nel cassetto da consegnare al direttore del settimanale, don Antonio Sciortino, reo di averlo accusato, in un’intervista apparsa ieri su La Stampa, di «predicare bene e razzolare male. Qui a Marettimo, dove ha casa e la fa un po’ da boss, An governa con la sinistra e Prc». «Io giro l’Italia e non vedo questo ritorno del nazifascismo, non lo noto - replica piccato il capogruppo dei senatori del Pdl sulla polemica del giorno - ma se Sciortino la pensa così, allora torni a Milano, piazzi i sacchetti di sabbia, prenda il mitra e spari, noi ci uniremo a lui come un sol uomo, tutti comandati da don Sciortino...». La verità, prosegue l’esponente di An, è che Famiglia Cristiana «va malissimo, si parlava di un avvicendamento alla direzione, e queste polemiche lo rendono intoccabile». Anche La Russa punta i piedi e contrattacca. «Riporti in avanti l’orologio - suggerisce il ministro della Difesa - non esiste nessuna limitazione a dire sciocchezze». Ci va giù duro anche il sottosegretario con delega alla Famiglia, Carlo Giovanardi, secondo cui «di fascista oggi in Italia» ci sono soltanto «i toni da manganellatore che Famiglia Cristiana consente di usare a Beppe Del Colle». Ma Del Colle, editorialista politico e firma storica del settimanale, ha già bella e pronta la replica. Sul prossimo numero in edicola il 20 agosto ne ha per tutti e non si limita all’allarme son fascisti. Prima cosa, rimanda al mittente le accuse di «cattocomunismo» lanciate in questi giorni dallo stesso Giovanardi. «No, onorevole - scrive - non siamo cattocomunisti. Tantomeno "criptocomunisti", come dichiarato dal loquacissimo Gasparri e da altri politici (Rotondi, Bertolini, Quagliariello), senza argomenti». Giovanardi, aggiunge, «non ha nessun titolo per giudicarci dal punto di vista teologico-dottrinale». E ancora: «Nessuna autorità religiosa ci ha rimproverato nulla del genere, e lui non ha nessun titolo per giudicarci dal punto di vista teologico-dottrinale». Passa poi a rivendicare tutti i temi «eticamente "irrinunciabili"». Dal divorzio, all’aborto, dalla procreazione assistita all’eutanasia, dai dico ai diritti della famiglia. Temi che, durante la scorsa campagna elettorale, fecero di Famiglia Cristiana lo spauracchio del centrosinistra e di Veltroni in particolare. Un editoriale del periodo parlava di «pasticcio veltroniano in salsa pannelliana», riferendosi all’imminente accordo tra Pd e radicali. «Non siamo mai cambiati - continua Del Colle - nel modo di affrontare le realtà del mondo con spirito di cristiani. Perché critichiamo l’attuale governo, come abbiamo fatto con tutti i governi, anche democristiani, quando ci sembrava giusto e cristiano farlo». E infine arriva il nuovo affondo sulle impronte ai rom, che proprio continuano a non piacere al giornale dei paolini, definite «una trovata sciocca e inutile». Oltre che «indecente» perché «da un lato basta censirli, aiutarli a integrarsi con la società civile in cui vivono marginalizzati», ma dall’altro «bisogna evitargli la vergogna di vedersi marcati per tutta la vita come membri di un gruppo etnico considerato in potenza tutto esposto alla criminalità». E sempre sulle discriminazioni, Famiglia Cristiana giustifica le recenti strigliate arrivate dal Consiglio europeo: «Quella foto del bimbo ebreo - si legge - nel ghetto di Varsavia con le mani alzate davanti alle Ss è venuta alla memoria come un simbolo».de Il Manifesto |
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