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Scontro aperto tra Renzi e Sel, Vendola ripensa alle Regionali. "Mi candido? È possibile"
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Se Pd e Sel sono ai ferri corti, vuoi vedere che Nichi Vendola ci ripensa e per la terza volta consecutiva punta alla conquista della Regione? "E’ possibile" risponde mormorando, il fondatore di Sinistra e libertà. L’esternazione, l’altra sera, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Lotti - "Mai più alleati" - spariglia le carte pure da queste parti, dove alle regionali mancano sette mesi. Quella tra Sel e Pd non è una discussione che "riguarda il governo nazionale e i rapporti tra leader di partiti" come minimizza il capogruppo dem a via Capruzzi, Pino Romano. Vendola, davanti alle telecamere, è spigoloso: sono i riformisti ad avere rotto i piatti, "in maniera unilaterale". E rilancia: "Vogliamo capire esattamente se il Pd ha scelto una collaborazione strategica e di lungo periodo con la destra. Questo, naturalmente, cambierebbe tutto. Noi la subiremmo, ma dovremmo trarne anche le conseguenze ". L’aveva previsto non più tardi di qualche giorno fa, il rivoluzionario gentile: le primarie per scegliere il suo successore a lungomare Nazario Sauro, saranno "a colpi di artiglieria pesante". Non aveva torto. Ma, soprattutto fra i democratici, c’è chi getta acqua sul fuoco dell’uno-due Lotti-Vendola. "E’ unmodoperfare ammuina, ebasta " taglia corto il deputato Gero Grassi: "Vendola comunque deve decidere se fare prevalere la sinistra radicale o quella di governo ". Qualora scegliesse d’imboccare la prima strada sarebbe codola, me "riportare le lancette del tempo indietro di cinque anni, quando militava all’interno di Rifondazione comunista. Non bisogna avere nessuna nostalgia per il passato" avverte il socialista Onofrio Introna, sponsorizzato ieri da un altro socialista di lungo corso, il tarantino Mimmo Convertino, già presidente di giunta e consiglio regionale, che fa sapere: "Piuttosto, dopo Vencombattute sarebbe opportuno che proprio Introna fosse il candidato governatore". La preoccupazione, di tutti, è quella che l’alleanza progressista salti per aria. "Senza Sel la coalizione è finita, qualunque sia il risultato elettorale del Pd" va per le spicce Michele Losappio, che guida il gruppo consiliare di Sinistra e libertà: "Non hanno niente da dire gli assessori pd Giannini, Capone, Pentassuglia, Minervini? Pure loro immaginano di aver governato la Puglia in questi nove anni con esagitati e irriducibili estremisti e che si possa procedere sostituendoli con i sostenitori del sottosegretario di Ncd, Massimo Cassano? ". Peraltro, racconta il senatore di Sel Dario Stefàno, "alle amministrative di maggio in quel di Copertino, per esempio, l’unione Pd-Ncd è stata impietosamente bocciata dagli elettori". E’ uno dei tre competitori alle primarie di novembre, Stefàno, con i pd Michele Emiliano e Guglielmo Minervini: definisce quella di Luca Lotti "una provocazione ", purché non sia "l’alibi per imboccare una strada diversa. La partita deve essere giocata con chiarezza e trasparenza. Ecco perché io sono e resterò in campo. Per vincere". A questa gara potrebbe aggiungersi un’altra democratica: l’europarlamentare di Cerignola, Elena Gentile, che continua a pestare acqua nel mortaio. Non spiega quali sono le sue intenzioni nemmeno al segretario Emiliano, che la invita a pranzo al ristorante Opera, al 151 di via Piccinni, insieme col marito e Domenico Desantis, coordinatore della campagna elettorale di Michele il Gladiatore e componente il "comitato primarie 2014" con Sonia Pellizzari (Sel), Ernesto D’Eri (Idv), Gino Laroccia (Psi), Nicola Lucarelli (Puglia per Vendola), Andrea Talarico (Iniziativa democratica), Massimiliano Stellato (Centro democratico), Giovanni Pennis (Realtà Italia), Mario Quaranta (Democratici autonomi). Lello Parise,repubblica
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