Italia in recessione
 











L’Italia torna in recessione: nel secondo trimestre dell’anno il Pil è calato dello 0,2% rispetto ai primi tre mesi dell’anno, quando l’economia aveva registrato una contrazione dello 0,1%. Su base annua, invece, il Pil scende dello 0,3%: con un valore reale di 340 miliardi, si tratta del peggior secondo trimestre dal 2000. Insomma nonostante gli sforzi e le promesse del governo la crescita economica continua a essere negativa, come d’altra parte avevano anticipato i dati sulla produzione industriale relativi al secondo trimestre (-0,4% nella media del periodo). Il dato è comunque peggiore delle attese degli analisti che si aspettavano una variazione compresa tra -0,1% e +0,1%. "L’Itaila deve cambiare, ma dipende solo da noi. Avanti con più decisione", dice il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
E così il rimbalzo registrato nell’ultimo trimestre dell’anno con quel timido dato positivo (+0,1%) che aveva interrotto una serie
negativa lunga
più di due anni, pare ancora di più un’isolata mosca bianca. A giugno, quindi, la variazione acquisita per il 2014 è pari a -0,3%: si tratta in sostanza del dato che si otterrebbe a fine anno in assenza di variazioni congiunturali per gli ultimi sei mesi dell’anno. Ad aprile il governo aveva stimato una crescita dello 0,8%, cui sono seguite le revisioni al ribasso di Ocse, Fmi e Bankitalia. "E’ evidente che non conseguiremo l’obiettivo previsto" dice il vice ministro dell’Economia, Enrico Morando, che nega la necessità di una nuova manovra per il 2014, ma "sarà più dura nel 2015-2018". Preoccupata l’Ue secondo cui "ci sarà un impatto negativo sui conti pubblici" con possibili ripercussioni sul tetto del deficit.
Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, però getta acqua sul fuoco: "Non ci sarà alcuna manovra correttiva per il 2014", ma i mercati guardano al Paese con rinnovata preoccupazione. E allora il ministro rinnova la ricetta della fiducia: "Il bonus da 80 euro è
permanente, usatelo. Abbiate fiducia".
"Il calo congiunturale - spiega l’Istat - è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. Dal lato della domanda il contributo alla variazione congiunturale del Pil della componente nazionale al lordo delle scorte risulta nullo mentre quello della componente estera netta è negativo".
Le reazioni. Maurizio Sacconi, capogruppo Ncd al Senato chiede "straordinarie riforme strutturali rivolte a cambiare il mercato del lavoro, il sistema tributario, la pubblica amministrazione con particolare riguardo alla giustizia". Duro, invece, Daniele Capezzone di Forza Italia che boccia la politica economica dell’esecutivo: "All’Italia serve una frustata non la manutenzione del declino. Bisogna sfondare il limite del 3% del deficit per realizzare un taglio-choc di tasse, accompagnato da tagli di spesa e riforme strutturali". Per il coordinatore nazionale di Sel,
Nicola Frantoianni, serve "una politica industriale capace di contrastare la svendita dei principali asset strategici e un piano straordinario per il lavoro ecologicamente sostenibile". Duro il commento di Beppe Grillo: "E’ Renzi il vero gufo, siamo in piena recessione". Le Lega, invece, si complimenta ironicamente con Renzi: "Complimenti, ora vada a casa".
Cercando l’effetto bonus a tutti i costi si può trovarlo nella crescita tendenziale dei consumi a giugno pari allo 0,4%, corrispondente a un +0,1% sul mese di maggio. Troppo poco rispetto alle attese, denuncia Confcommercio, per cui si tratta di segnali positivi ma straordinariamente deboli e insufficienti per affermare che la domanda delle famiglie sia giunta a un incoraggiante punto di svolta. Il presidente Carlo Sangalli precisa poi che gli 80 euro hanno smosso qualcosa ma non hanno creato uno choc. Ma il premier non ci sta e difende il bonus Irpef deciso dal suo governo.
Ma il premier Matteo Renzi non ci sta e replica: "A
quelli che dicono che 80 euro non sono tanti rispondo che 11 milioni di italiani la pensano in modo diverso".  Allo stato attuale, per l’associazione capitanata da Sangalli, si conferma il permanere di un quadro economico privo di una precisa direzione di marcia, situazione che dopo un lungo ed eccezionale periodo recessivo non puo’ non preoccupare molto. Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di agosto 2014 si stima una variazione congiunturale del +0,1%, con un tasso di crescita tendenziale dell’inflazione pari al -0,2%. Se questa previsione fosse confermata, si tratterebbe del primo dato in deflazione dal mese di agosto del 1959. Anche qui il premier si mostra piu’ fiducioso e rassicura che la ripresa arrivera’. Venerdì scorso Renzi, in occasione della presentazione dello "Sblocca Italia", aveva assicurato che il bonus di 80 euro "resterà" ma per ora non sarà "ampliato" a pensionati e partite Iva.
"Vorrei dire agli italiani che possono fare le vacanze di farle in tranquillità’. La situazione dell’Italia ancora non e’ quella che ci aspettavamo... E’ un po’ come l’estate: non e’ che e’ arrivata quando volevamo, magari non e’ bella come volevamo, arriva un po’ in ritardo ma arriva".  Il dato pubblicato oggi da Confcommercio, dice Renzi, non e’ poi cosi’ negativo, "altri sono peggiori, dipende dai punti di vista. I dati, sia quelli che hanno un segno positivo sia quelli che hanno un segno negativo, sono dati che vanno letti per quello che sono: ancora non siamo fuori dalla situazione di difficoltà, ancora c’e’ molto da fare, questo impone a tutti noi di essere ancora piu’ decisi, ancora piu’ forti nel percorso di riforme e cambiamenti che dobbiamo fare nel lavoro, nella giustizia, nel fisco, nel sistema della pubblica amministrazione. Pero’ a quelli che dicono che gli ottanta euro non sono serviti a niente io dico che ci sono 11 milioni di italiani che la
pensano in modo diverso perche’ sono quelli che hanno ricevuti un piccolo modo per andare avanti con piu’ determinazione. Dopo di che cercheremo di fare di piu’ e meglio. Se era una cosa facile non eravamo qui".
In effetti i dati economici non sono quelli attesi dal governo e domani l’Istat renderà noti quelli sul Pil del secondo trimestre, ma non sono in molti ad attendersi una risalita della crescita. Nonostante questo, il premier si è detto fiducioso, ed ha tracciato un paragone tra la ripresa economica e l’estate: "Vorrei dire agli italiani che possono fare le vacanze, le facciano con grande tranquillità. La situazione dell’Italia ancora non è quella che noi aspettavamo ma siamo nella direzione giusta. E’ un pò come l’estate: non è che è arrivata quando volevamo, arriva un pò in ritardo, arriva non bella come ci aspettavamo, ma arriva".
Lungo incontro poi nel pomeriggio, a palazzo Chigi, tra il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il ministro dell’Economia, Pier Carlo
Padoan.
Il premier e il numero uno di via XX Settembre si sono visti alla vigilia dei dati istat sulla crescita del secondo trimestre. Un incontro che è avvenuto in un ottimo clima, viene riferito.