Italiani, debiti super
 







di Antonio Sciotto




Visti i tempi che corrono era abbastanza prevedibile, ma ieri una ricerca della Cgia di Mestre lo ha confermato: gli italiani sono pieni di debiti fino al collo. La mole del «rosso» delle famiglie si è accresciuta esponenzialmente soprattutto negli ultimi 6 anni, dal 2002 al 2007, che sono anche quelli passati dall’entrata in vigore dell’euro. L’associazione degli artigiani veneti ha infatti registrato un indebitamento medio delle famiglie pari a 15.765 euro (livello al 31 dicembre 2007), che sarebbe ben il 93, 28% in più (dunque quasi il doppio) rispetto al dato del 2002. Queste cifre includono i mutui casa, i finanziamenti per le ristrutturazioni di immobili, i prestiti per l’acquisto di beni mobili e il credito al consumo. Consumi diventati sempre più cari e inarrivabili, tirati dalle crescenti quotazioni di energia e alimentari.
Il record dell’indebitamento, parecchio al di sopra della media nazionale, lo raggiungono i nuclei familiari della
provincia di Roma, con 21.949 euro di debiti medi. Seguono le famiglie milanesi (21.321 euro), quelle della provincia di Lodi (20.593 euro), quelle di Reggio Emilia (20.138 euro) e le riminesi (con 20.060 euro). Fino a metà «classifica», e con valori superiori alla media, troviamo tutte province del Nord Italia, che sono anche le più ricche, mentre per incontrare una città del Sud dobbiamo andare sotto la media, a quota 14.903 euro, con l’abruzzese Pescara. Tra gli isolani, i cagliaritani stanno a 13.037 euro, seguono siracusani (12.694 euro), catanesi (12.353) e palermitani (12.212 euro). Napoli si «limita» a 12.160 euro di indebitamento familiare, mentre sotto i 10 mila euro stanno tutte città del Sud. Chiude la trafila la provincia di Vibo Valentia, con 6.769 euro.
La classifica cambia se consideriamo la percentuale di crescita di indebitamento, sempre considerando gli anni 2002-2007: al primo posto in questo caso c’è Napoli, con un incremento del 116,36%. Segue Reggio Emilia
con un aumento del 116,11%, Piacenza con 116,09% e Chieti con il 115,68%. Roma è poco sotto la media nazionale, con un +91,01%. Chiudono la classifica Potenza, con il 46,46%, e Bolzano con il 42,45%.
I dati sono da leggersi in modo diverso se a indebitarsi sono le famiglie delle fasce medio-alte, quelle delle zone a maggior reddito e che reggono meglio l’indebitamento - quasi sempre un investimento - o se invece si corre ai prestiti a causa della crisi, come per i nuclei delle zone più disagiate. «Le città più indebitate sono quelle che registrano anche i livelli di reddito più elevati - è l’analisi di Giuseppe Bortolussi, presidente Cgia di Mestre - Non è da escludere che tra questi "indebitati" vi siano anche famiglie appartenenti alle fasce sociali più deboli. La forte esposizione in queste realtà, soprattutto a fronte di significativi investimenti nel settore immobiliare, ci deve preoccupare relativamente». «Altra cosa - aggiunge Bortolussi - è quando analizziamo la variazione
di crescita registrata negli ultimi anni. Nei primi posti abbiamo molte città del Sud. Ciò sta a significare che l’aumento è probabilmente legato al perdurare della crisi economica che ha indotto molte famiglie a ricorrere a prestiti bancari per affrontare questa difficile situazione».
Della condizione economica del Paese ieri ha parlato anche il premier Silvio Berlusconi, in un’intervista al settimanale ultracattolico Tempi: «La verità sulle condizioni economiche italiane e mondiali non è molto piacevole - ha spiegato - ma sento parlare da più parti di un "nuovo 1929": chi dice queste cose si ricorda cos’è stato il 1929 in America? Suicidi a catena di imprenditori, assalti agli sportelli delle banche, file di disoccupati, molte persone ridotte letteralmente alla fame». Per non arrivare a questi livelli in Italia, Berlusconi dà la sua ricetta: «C’è molto da fare per aiutare le famiglie: per esempio, il bonus bebè e l’introduzione del quoziente familiare».de Il Manifesto