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Fisco,record di rateizzazioni per le cartelle Equitalia,la pressione per le imprese verso il record del 44 per cento
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Record di rateizzazioni con il Fisco: nello scorso mese di luglio - informa Equitalia - si sono registrate 156 mila richieste, con una media settimanale pari a circa il doppio di quella dei primi sei mesi dell’anno. Ad oggi sono attive 2,4 milioni di rateizzazioni per un controvalore di 26,6 miliardi. Se si considera che - in numero - riguardano per il 76,9% persone fisiche, significa che circa 1 milione e 850 mila italiani hanno difficoltà a pagare le tasse arretrate o a saldare i conti con gli enti che affidano ad Equitalia la riscossione di quanto dovuto. Guardando invece al loro valore, la percentuale scende rispetto a quella delle società o partite Iva. Il dettaglio dei dati forniti da Equitalia dice infatti che circa il 76,9% delle rateizzazioni in essere riguarda persone fisiche e il restante 23,1% società e partite Iva. Considerando gli importi, il 65,9% è stato concesso a imprese e il 34,1% a persone fisiche. Il 70,8% delle rateizzazioni riguarda debiti fino a 5 mila euro, il 26,2% debiti tra 5 mila e 50 mila euro e il 2,9% oltre 50 mila euro. La Lombardia guida la "classifica" delle Regioni con oltre 384 mila rateizzazioni attive per un importo di 5,5 miliardi di euro, seguita dal Lazio (305 mila per un importo di 3,7 miliardi), dalla Campania (265 mila per un importo di 3,2 miliardi di euro) e dalla Toscana (231 mila per un importo di 1,9 miliardi). La società di riscossione spiega poi che l’anno prossimo cominceranno a essere notificate le cartelle di Equitalia con allegati i piani di rateizzazione precompilati del debito che possono essere concessi in base ai parametri previsti dalla legge. Equitalia aggiunge in una nota che il contribuente potrà scegliere di saldare in un’unica soluzione oppure aderire al piano di pagamento più adatto alle sue esigenze e alle sue disponibilità economiche. "Si tratta di un nuovo passo avanti per migliorare il rapporto con i contribuenti - spiega Equitalia - che non dovranno più recarsi allo sportello o simulare il piano di ammortamento dal sito Internet, ma potranno avere a disposizione tutti gli elementi per decidere come pagare contestualmente alla notifica della cartella. Ecco di seguito il vademecum distribuito da Equitalia sulla rateizzazione: È possibile ottenere un piano di rateizzazione straordinario fino a 120 rate (10 anni) oppure un piano ordinario a 72 rate (6 anni). L’importo minimo di ogni rata è, salvo eccezioni, pari a 100 euro. I piani sono alternativi per cui, in caso di mancata concessione di una dilazione straordinaria, si può chiedere una rateazione ordinaria. Finché i pagamenti sono regolari, il contribuente non è più considerato inadempiente e può ottenere il Durc e il certificato di regolarità fiscale per poter lavorare con le pubbliche amministrazioni. Inoltre il contribuente che paga a rate è al riparo da eventuali azioni cautelari o esecutive (fermi, ipoteche, pignoramenti). Come ottenere fino a 120 rate. In caso di grave e comprovata situazione di difficoltà legata alla congiuntura economica ed estranea alla propria responsabilità, i contribuenti possono chiedere di pagare secondo un piano straordinario che può arrivare fino a un massimo di 120 rate (10 anni). I criteri per ottenere un piano straordinario di rateizzazione sono contenuti in un apposito decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze che stabilisce il numero di rate concedibili in base alla disponibilità economica del richiedente. Presentando una domanda motivata, si possono ottenere più di 72 rate quando l’importo della singola rata è superiore al 20% del reddito mensile del nucleo familiare. Questo parametro è valido anche per le ditte individuali. Per le altre imprese, invece, la rata deve essere superiore al 10% del valore della produzione mensile e deve essere garantito un indice di liquidità adeguato (compreso tra 0,5 e 1). Come ottenere fino a 72 rate. Per debiti fino a 50 mila euro è tutto più semplice e veloce: si può ottenere un piano ordinario di rateizzazione compilando un modulo disponibile sul sito internet www.gruppoequitalia.it e negli sportelli di Equitalia, e riconsegnarlo a mano oppure spedirlo con raccomandata con ricevuta di ritorno. Per importi oltre 50 mila euro è sufficiente allegare alcuni documenti che dimostrino lo stato di difficoltà economica. È possibile richiedere rate variabili e crescenti, anziché rate costanti, in modo da poter pagare meno all’inizio nella prospettiva di un miglioramento della condizioni economiche. Proroga e decadenza. I piani di rateizzazione, ordinari e straordinari, possono essere prorogati una sola volta. In entrambi i casi si può chiedere una proroga ordinaria (in ulteriori 72 rate) oppure, in presenza dei requisiti previsti, una straordinaria (massimo 120 rate). Si decade dal beneficio della rateazione in caso di mancato pagamento di otto rate anche non consecutive. Come presentare la domanda. La domanda, comprensiva della documentazione necessaria, inclusa copia del documento di riconoscimento, si può presentare tramite raccomandata con ricevuta di ritorno oppure a mano presso uno degli sportelli dell’agente della riscossione competente per territorio o specificati negli atti inviati da Equitalia. I moduli sono disponibili sul sito www.gruppoequitalia.it, nella sezione "Rateizzare", e presso tutti gli uffici sul territorio. Il fisco, dal 1980 ad oggi la pressione fiscale in Italia è aumentata di 12,6 punti percentuali, portando le sole imprese a pagare all’erario 110,4 miliardi di euro l’anno. Lo rileva la Cgia di Mestre, proprio nel giorno in cui dai dati di Equitalia emerge come sia esploso il ricorso alla rateizzazione per saldare i propri debiti con il Fisco. Una prassi motivata dalla convenienza dell’agevolazione, oltre che dalle procedure semplificate per accedervi, ma anche dal fatto che la crisi si è fatta nettamente sentire sui portafogli degli italiani. Tornando ai dati della Cgia, l’organizzazione degli artigiani segnala che nell’Ue solo le imprese tedesche, in termini assoluti, pagano più tasse di quelle italiane, ovvero 121 miliardi di euro; si sottolinea però che la Germania però ha 20 milioni di abitanti in più. La Cgia ricorda ancora che nel 2014, come previsto nel Def approvato la primavera scorsa e che dovrà essere rivisto a settembre per scontare il nuovo quadro macroeconomico, la pressione fiscale raggiungerà il 44%, pari al record già toccato nel 2012. "Con un carico fiscale di questa portata - sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia - è difficile fare impresa e soprattutto creare le condizioni per far ripartire l’economia". Ma quali sono, secondo il leader degli artigiani mestrini, le cause di questo nuovo record fiscale? "Gli effetti legati alla rivalutazione delle rendite finanziarie, all’aumento dell’Iva, che nel 2014 si distribuisce su tutto l’arco dell’anno, all’introduzione della Tasi e, soprattutto, all’inasprimento fiscale che graverà sulle banche, compensano abbondantemente il taglio dell’Irap e gli 80 euro lasciati in busta paga ai lavoratori dipendenti con redditi medio bassi. Alla luce di tutto ciò, la pressione fiscale di quest’anno è destinata a salire dello 0,2% rispetto al livello raggiunto l’anno scorso". Ritornando al carico fiscale che grava sulle imprese, se calcoliamo la percentuale delle tasse pagate dalle aziende sul gettito fiscale totale, a guidare la classifica europea è il Lussemburgo, con il 17%. Sul secondo gradino del podio si posiziona il nostro Paese, con il 16%, mentre al terzo troviamo l’Irlanda, con il 12,3%. Tra i nostri principali competitor segnaliamo che la Germania fa segnare l’11,6%, il Regno Unito l’11,2%, la Francia il 10,3%, mentre la media dell’Ue dei 15 è pari all’11,3%. "Alle nostre imprese - conclude Bortolussi - viene richiesto lo sforzo fiscale più pesante. Nonostante la giustizia sia poco efficiente, il credito sia concesso con il contagocce, la burocrazia abbia raggiunto livelli ormai insopportabili, la Pubblica amministrazione sia la peggiore pagatrice d’Europa e il sistema logistico-infrastrutturale registri dei ritardi spaventosi, la fedeltà fiscale delle nostre imprese è al top". |
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