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Liquami a Torre Guaceto, l’area protetta sotto attacco
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Invasione di schiuma, liquami e puzza, ammorbante puzza nella riserva di Torre Guaceto. Da ieri il nuovo depuratore consortile di Carovigno autorizzato dalla Regione Puglia, che tratta anche i liquami provenienti da San Michele Salentino e San Vito dei Normanni, sversa letteralmente di tutto nelle acque cristalline dell’oasi Wwf. Si tratta di sabotaggio del depuratore, come ha denunciato Aqp? Oppure di cosa? Dalle prime ore del mattino sul posto ci sono i rappresentanti del consiglio d’amministrazione del consorzio di gestione della riserva, che comprende i Comuni di Brindisi e Carovigno, oltre che gli assessori all’Urbanistica di entrambi gli enti, che insieme al direttore Alessandro Cicolella stanno monitorando la situazione al fianco dei tecnici incaricati dei prelievi. "Abbiamo rilevato dei campioni delle acque che analizzeremo - spiega Cicolella - sia all’uscita dello scarico sia in mare, per verificare se si tratta di reflui depurati oppure no, come sembrerebbe". L’incredibile sversamento di liquami sta avvenendo nella zona A, ossia nella "riserva della riserva", cioè quell’area dove è stata documentata la presenza di uno speciale habitat, di tale pregio e rarità che in questa porzione dell’oasi è severamente vietata la balneazione. Bagnanti no, scarichi fognari sì. E’ il paradosso che si è verificato dopo l’entrata in funzione del depuratore realizzato dal Comune di Carovigno con la benedizione della Regione Puglia, contro il quale da tempo si batte un comitato capeggiato dal consorzio di gestione (anche di fronte all’autorità giudiziaria). Sembra stia succedendo insomma, quello che il fronte del no ha paventato fin dal primo momento e le immagini dello scempio in atto sono comparse sui social facendo il pieno di commenti e condivisioni. "Noi abbiamo un decreto del ministero dell’Ambiente che tutela l’area e che dobbiamo far rispettare, abbiamo sotto gli occhi un danno spaventoso", si legge sul profilo ufficiale di Torre Guaceto, "lo sbocco in Zona A porta i reflui così come escono dallo sbocco, in aperta violazione dei divieti previsti nel decreto istitutivo dell’area marina protetta. Nella giornata di ieri il ministero dell’Ambiente ha richiesto alla Regione Puglia, servizio tutela delle acque una relazione urgente chiedendo spiegazioni sul mancato rispetto della normativa a tutela di Torre Guaceto e sulla mancanza della valutazione di incidenza obbligatoria vista la presenza della posidonia oceanica nel sito marino di importanza comunitaria". Nulla sarebbe accaduto, almeno secondo Aqp, se il depuratore non fosse stato sabotato. L’Acquedotto pugliese ha diramato infatti una nota in cui parla di "un gravissimo sabotaggio ad opera di ignoti che hanno impedito al refluo trattato dall’impianto il regolare deflusso nella condotta premente dello scarico, chiudendo due saracinesche a monte e valle di un attraversamento ferroviario e tagliando la parte superiore della campana". Sempre secondo l’Acquedotto pugliese "il tempestivo intervento dei tecnici di Aqp, che hanno operato ininterrottamente per tutta la notte, ha consentito il ripristino della funzionalità della condotta e scongiurato ben più gravi danni". La nota risale al pomeriggio di venerdì. Le immagini dell’invasione di liquami documentata dal consorzio sono state scattate e divulgate a molte ore di distanza, segnale inequivocabile che la situazione, drammatica, è tutt’altro che risolta. Sonia Gioia,repubblica
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