F.Cristiana: affondo contro premier e l.elettorale
 











Ancora un duro attacco del settimanale cattolico Famiglia Cristiana al premier Silvio Berlusconi, mentre aleggia lo spettro del fallimento di Alitalia. In un editoriale firmato da Beppe Del Colle sulla gestione della crisi, la rivista dei paolini bacchetta "un centrodestra dominato da un premier carismatico che, sullo sfondo del personale, crescente conflitto d’interessi (ora c’é anche Mediobanca), ha trasformato la politica in un annuncio continuo di prodigi" e che "deve tener conto, nel caso di Alitalia, di altri interessi in conflitto nella sua stessa maggioranza (Malpensa e/o Fiumicino?)". Inadeguata, secondo Famiglia Cristiana, anche la condotta del centrosinistra, dove le spinte riformiste sono state sconfitte per l’ennesima volta da "una sinistra estrema politico-sindacale che ripete ostinatamente se stessa da oltre un secolo".
"SU PREFERENZE PRONTA PORCATA NUMERO DUE"
Neppure alle europee "potremo sceglierci i rappresentanti con lo
strumento delle preferenze" perché Berlusconi, ricorda Famiglia Cristiana, ha deciso di servire la "’porcata numero due’ (come la chiamò il suo creatore, il leghista Calderoli), ovvero - scrive la rivista dei paolini nell’editoriale del prossimo numero - una copia delle disposizioni più antidemocratiche della legge elettorale con cui abbiamo votato alle ultime politiche". Dalle leggi elettorali, osserva Famiglia cristiana nell’editoriale intitolato "Declino e metamorfosi della nostra democrazia", "dipende la qualità della democrazia" e "abolire le preferenze equivale a scippare i cittadini di un diritto di rappresentanza democratica". Per Berlusconi, commenta la rivista, le liste bloccate permettono di avere "professionisti che possono autorevolmente rappresentare il Paese in Europa", ma affermare questo è "un insulto all’intelligenza degli elettori". Per capirlo "basta fare un giro tra Camera e Senato per vedere le aule affollate di portaborse, segretari, cortigiani e figli di papà". "Quando non si riconosce il ruolo dell’opposizione (e il suo leader viene definito ’inesistente’), - commenta l’editoriale - quando si toglie autonomia al potere giudiziario, quando l’opinione pubblica (addomesticata o narcotizzata grazie al controllo dei media) non è più in grado di effettuare un costante controllo sulle scelte politiche, ci si avvia, come dice il sociologo Campanini, a una semi-democrazia, a un processo degenerativo che svuota il Parlamento delle sue funzioni, sulla scia della Russia di Putin o del Venezuela di Chavez".ansa