"Liquami nelle acque di Torre Guaceto", la conferma nelle analisi dell’Arpa
 











Valori sulla presenza di coliformi fecali e azoto superiori ai parametri sono stati rilevati dalle analisi Arpa eseguite alla foce del Canale Reale, nell’oasi marina protetta di Torre Guaceto. I prelevi sono stati eseguiti qualche settimana fa, dopo la recente entrata in funzione di un depuratore consortile che serve tre comuni della zona e dopo che il consorzio di gestione dell’oasi ha documentato che nel canale venivano riversati liquami che finivano quindi in una zona a tutela integrale, dove è persino vietato fare il bagno per salvaguardare l’ ecosistema marino.
I risultati dei rilievi dell’Arpa sono contenuti in una integrazione dell’informativa di reato che il comandante della capitaneria di porto, Mario Valente, sta per consegnare al pm inquirente, Antonio Costantini. Si dovrà valutare se la presenza di tali sostanze sia riferibile all’entrata in esercizio dell’impianto consortile, gestito dall’Acquedotto pugliese, o se sia invece
attribuibile a forme di inquinamento pregresse e già al vaglio della magistratura che ha di recente chiuso le indagini sulla contaminazione della falda in cui tre Comuni hanno a lungo convogliato le proprie acque di fogna. Una vicenda per la quale le associazioni e i comitati hanno protestato in Regione.
Le analisi dell’Arpa Puglia sembrano confermare in toto quello che appena una settimana addietro ha detto la presidente del consorzio di gestione dell’oasi, Mariella Milani, riconfermata nelle ultime ore alla testa del consiglio d’amministrazione. I risultati delle ricerche di laboratorio sui campioni prelevati dall’Agenzia regionale per l’ambiente hanno infatti dato esiti simili a quelle effettuate di propria iniziativa dal consorzio nei giorni scorsi (affidate ad un laboratorio privato). Risultati portati a riprova dell’infondatezza della tesi di Acquedotto pugliese secondo cui la schiuma sversata nei corsi d’acqua all’interno del paradiso naturalistico protetto dal Wwf, sarebbe
stata frutto di un sabotaggio a colpi di bagnoschiuma a opera di ignoti, armati di sapone liquido contro il depuratore entrato recentemente in funzione.
I risultati delle analisi Arpa integrano le informativa di reato della Capitaneria di porto di Brindisi e della Forestale, e sono destinate al fascicolo contro ignoti aperto dal pm della Procura di Brindisi Antonio Costantini, l’ipotesi di reato per cui si procede è di inquinamento ambientale. Contro l’impianto che serve i comuni di San Michele Salentino, Carovigno e San Vito dei Normanni pende anche un ricorso al Tar: sarebbe stato autorizzato dalla Regione Puglia al netto di Valutazione di incidenza ambientale, dice il fronte del no capeggiato dal consorzio di gestione che attende il pronunciamento della giustizia amministrativa per i primi di novembre.
Il timore è che l’oasi venga contaminata irreversibilmente. Per scongiurare la drammatica prospettiva in mattinata è andato in scena un sit in degli attivisti in difesa di Torre
Guaceto arrivati da Brindisi che, dopo "circa due ore di attesa sotto il Palazzo della Regione", spiega il portavoce del Forum Luigi D’Elia,  hanno incontrato l’assessore regionale alla qualità del territorio Angela Barbanente, i capigruppo del consiglio regionale e il presidente Onofrio Introna. "Siamo stati rinviati da un tavolo politico all’altro mentre noi chiediamo delucidazioni tecniche per sapere cosa si sta facendo oggi per risolvere i problemi della riserva", ha protestato D’Elia al termine dell’incontro.
"Al presidente del consiglio regionale Onofrio Introna e ai capigruppo abbiamo ribadito che lo scarico va chiuso subito e che non ci fermiamo con la protesta", ha concluso il portavoce rinnovando l’appuntamento con gli attivisti per una ulteriore manifestazione fissata per il 18 ottobre davanti al depuratore in zona Bufalaria, Serranova. "L’ambiente, il paesaggio e la bellezza sono sempre una priorità", ha rassicurato Introna, che ha firmato al pari di tutto il
consiglio regionale pugliese all’unanimità, l’ordine del giorno sul funzionamento del depuratore di Carovigno con cui le assise regionali impegnano la giunta a mettere in atto gli interventi tecnici necessari a garantire l’integrità ambientale dell’oasi.
"Abbiamo raccolto le ragioni di una protesta sacrosanta dei cittadini del brindisino per la vergognosa situazione della riserva naturale di Torre Guaceto", ha commentato a sua volta il vicepresidente del consiglio regionale pugliese Nino Marmo (Fi), che ha dichiarato di "condividere in toto anche le proposte risolutive". Le soluzioni prospettate dai manifestanti sono le stesse avanzate dal consiglio di amministrazione
del consorzio di gestione dell’oasi che si è insediato in mattinata. Oltre a ribadire "all’unanimità un deciso no agli scarichi nel Canale Reale" il consorzio ha chiesto il blocco del depuratore e la contestuale realizzazione di una condotta sottomarina dove convogliare i reflui, a tutela della biodiversità
dell’area protetta. Questioni di cui si discuterà al tavolo regionale convocato per il 27 ottobre. Sonia Gioia,repubblica